sabato, settembre 10, 2011
La migrazione ambientale è già iniziata. L'aumento del livello mare trasformerà la composizione demografica e geografica della terra

GreenReport - Parlando all'università di Sydney, in Australia, davanti agli studenti ed ai professori, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha sottolineato la necessità di «uno sviluppo sostenibile che permetta ad un'umanità sempre più numerosa di vivere senza distruggere il pianeta. Bisogna stabilire la connessione tra i cambiamenti climatici, la rarità delle risorse naturali, come l'acqua potabile o l'energia, e le questioni sanitarie, della sicurezza alimentare e dell'autonomia delle donne.

Ad un primo sguardo, questi temi sembrano distinti, ma sono strettamente legati e noi dobbiamo trovare questi legami. Sfortunatamente, attualmente assistiamo a numerosi esempi di casi in cui non l'abbiamo fatto in tempo. Guardate la situazione nel Corno d'Africa, dove i conflitti, i prezzi elevati delle derrate alimentari e la siccità hanno messo in pericolo la vita di 12 milioni di persone».

Secondo Ban «la competizione tra le comunità ed i Paesi per avere accesso alle risorse naturali, e in particolare all'acqua, è sempre più dura. La migrazione ambientale è già cominciata e questo fenomeno accelererà al ritmo dell'aumento del livello mare e questo trasformerà la composizione demografica e geografica della terra. Il cambiamento climatico è una realtà, le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare. Milioni di persone soffrono già per il suo impatto Una risorsa è più rara e più preziosa di tutte le altre: si tratta del tempo che comincia a mancare. Durante i primi 50 anni di questo secolo, la popolazione aumenterà del 50% allora occorrerà che le emissioni di gas serra diminuiscano del 50%».

Dopo aver tracciato questo quadro realisticamente apocalittico, il segretari dell'Onu ha ricordato che qualcosa si muove: «Numerosi Paesi hanno già scelto di mettere in opera delle strategie per uno sviluppo più rispettoso del pianeta. La Cina ha promesso di ridurre le sue emissioni di carbonio del 45% durante il decennio a venire. Il Paese produce attualmente la metà delle attrezzature per l'energia solare ed eolica del mondo e questo aumenta costantemente. L'Unione europea si è impegnata a ridurre prima del 2020 le sue emissioni di almeno il 20% in rapporto ai livelli del 1990, e questo indipendentemente da quel che faranno gli altri Paesi. Questo impegno non è vacillato malgrado la congiuntura economica attualmente difficile. L'India annuncia un Piano che prevede di aumentare del 350% i suoi investimenti nel settore dell'energia pulita e rinnovabile nel corso di questo decennio. Il Brasile ha promesso di ridurre la deforestazione dell'80% prima del 2020».

Ban Ki-moon ha ricordato agli studenti australiani che «la road map di Bali del 2007 ha lanciato i negoziati che hanno avviato il processo globale. A cominciare dal summit di Copenhagen del 2009 e confermato a Cancun l'anno scorso, tutti i Paesi del mondo si sono messi d'accordo sull'obiettivo di limitare l'aumento delle temperature a meno di 2 gradi Celsius».

Ma Ban Ki-moon è consapevole che «il finanziamento necessario, una condizione sine qua non per realizzare questi progetti ambiziosi, devono evolvere dallo stadio di concetto allo stadio di realtà con la concessione rapida di finanziamenti e l'identificazione di modelli di finanziamenti a lungo termine. La Conferenza "Rio+20" delle Nazioni Unite, che avrà luogo l'anno prossimo, sarà un occasione importante per andare avanti in questo settore».

Dopo Ban Ki-moon è andato nella capitale australiana Canberra per partecipare all'inaugurazione di un progetto di rimboschimento sostenuto dall'Unep di un'area devastata dagli incendi del 2003. Il segretario dell'Onu ha piantato simbolicamente un olivo ed ha detto: «Siamo di fronte ad una sfida immensa per l'insieme dei cittadini di questo pianeta e sono felice di poter partecipare a questo evento significativo. Spero che tutto il mondo si unisca a questo sforzo, perché questa collina ridiventi verde e perché tutte le colline del mondo ridiventino verdi».

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