martedì, agosto 09, 2011
Il nostro corrispondente a Londra Renato Zilio analizza le ragioni della rivolta londinese

Sì, Londra brucia. Stranamente, poi, c'è un altro incendio in contemporanea (anche se invisibile): quello della finanza. Qui, a Londra, la City è in continuo rapporto notte e giorno con la borsa di Hong Kong e di New York e questo incendio è naturalmente addebitabile agli “adulti”. Iniziato, sembra tra l’altro, con le barricate alzate tra partito democratico e repubblicano in USA con la logica del confronto duro: un incendio sospinto da quella logica cieca, partitaria, di logorante contrapposizione, che noi conosciamo in Italia già da vari anni, incurante del bene comune.

Tornando ai drammatici fatti di Londra, il Times titolava "The battle of London": ci sono, infatti, tutti gli elementi di una guerra come il bottino, il fuoco distruttore e l'effetto sorpresa (con i vertici della città e dello stato in holiday). Il giornale del Centro Scalabrini a Londra, "La voce degli italiani", scriveva appena nel gennaio scorso, sui giovani del Maghreb: "Anche in Europa i giovani stanno manifestando segni di disagio profondo e i livelli di disoccupazione sono preoccupanti. Il 25 per cento dei giovani londinesi tra i 15 e 24 anni è disoccupato. In Italia nella stessa fascia d'età lo è il 29 per cento. Quasi il 40 in alcune aree del Mezzogiorno. Poco prima di Natale il governo inglese ha deciso di triplicare le rette universitarie. Decine di migliaia di studenti, alcuni giovanissimi, hanno trasformato le strade attorno al Parlamento e a Westminster in un campo di battaglia". L'articolo terminava: "I giovani europei non lottano più per un futuro migliore, come avevano fatto i loro padri nel 1968. Ormai si battono per un presente dignitoso. La loro protesta è diventata purtroppo un atto di necessità". Se il Maghreb piange, l’Europa non ride...

Evidentemente, non si dovrà dimenticare la politica ormai famosa dei "cuts", dei tagli del Premier Cameron, che ha tagliato fino al 75% le finanze in favore dei quartieri poveri del Nord di Londra... E ciò può ricordare forse la politica conservatrice della Francia di tempo fa, quando tagliava gli "animateurs de rue" lanciati dal governo socialista precedente - una valvola sociale, che giocava la mediazione tra i giovani e le istituzioni – preparando così, inconsciamente, la rivolta della banlieue. Non ultimo è da tener presente pure il rapporto ultimamente incrinato tra police e popolazione giovane (ne fa test la bavure non chiarita del giovane ammazzato).

Paradossalmente, tutto ciò mi ricorda la prima delle tante volte che ho visitato il deserto del Sahara: c'era una grandiosa tempesta di sabbia da far paura. Ma ci sorprendeva tutti la reazione calma della guida berbera, che diceva: "Preferisco queste scene al deserto piatto e calmo, perchè ora il deserto è vivo e manifesta la sua vita".

Queste scene dimostrano ora quanto viva sia la sofferenza e... l'insofferenza dei giovani, una realtà che in situazione normale non appare. Dimostrano quanto essi sentano bruciare già da tempo la loro stessa vita...

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