L’amico e collaboratore di Don Luigi Maria Verzé, preoccupato per la mancanza di liquidità dell’Ospedale San Raffaele, si uccide nel suo ufficio
di Benedetta Biasci
Con una Smith&Wesson calibro 38, Mario Cal, ex vicepresidente dell’Ospedale San Raffaele di Milano, si è tolto la vita. Stamattina era tornato nel suo ufficio per raccogliere i suoi effetti personali, dato che era dimissionario dalla settimana scorsa, ma la sua preoccupazione per la situazione precaria dell’Ospedale San Raffaele lo ha portato a compiere un gesto terribile. Ricoverato stamani d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale San Raffaele, non ce l’ha fatta
. E’ morto intorno alle 11 proprio in quell’ospedale a cui era stato così tanto legato nella sua vita.
“Grazie di tutto. Perdonami Stefania”. Alla sua segretaria ha rivolto il suo ultimo pensiero che ha lasciato scritto su un biglietto sopra la scrivania del suo manager.
71 anni, originario di Treviso, era il braccio destro di Don Luigi Maria Verzé, fondatore dell’ospedale San Raffaele. Nei giorni scorsi era stato ascoltato in procura per l’enorme buco finanziario che ha coinvolto la struttura ospedaliera milanese. “Era preoccupato per la situazione del San Raffaele perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori - ha ricordato il suo avvocato e amico Rosario Minniti - Per me è un grande dolore perché Mario Cal era un amico che ho sorretto nei momenti difficili, ma questa volta non ce l'ho fatta".
Giuseppe Profiti, il nuovo vicepresidente dell’Ospedale San Raffaele, parla a nome del Cda del Centro San Raffaele del Monte Tabor, esprimendo dolore e sgomento per la morte di Mario Cal: “Il gesto così grave e imprevedibile compiuto dal dottor Mario Cal accresce la consapevolezza sulla delicatezza e sulla gravità dell'attuale situazione in cui si trova la Fondazione e sulla necessità del massimo impegno da parte del Consiglio, con la piena partecipazione e guida spirituale del presidente Don Luigi Maria Verzé, per il pronto risanamento del San Raffaele".
Con una Smith&Wesson calibro 38, Mario Cal, ex vicepresidente dell’Ospedale San Raffaele di Milano, si è tolto la vita. Stamattina era tornato nel suo ufficio per raccogliere i suoi effetti personali, dato che era dimissionario dalla settimana scorsa, ma la sua preoccupazione per la situazione precaria dell’Ospedale San Raffaele lo ha portato a compiere un gesto terribile. Ricoverato stamani d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale San Raffaele, non ce l’ha fatta
. E’ morto intorno alle 11 proprio in quell’ospedale a cui era stato così tanto legato nella sua vita.
“Grazie di tutto. Perdonami Stefania”. Alla sua segretaria ha rivolto il suo ultimo pensiero che ha lasciato scritto su un biglietto sopra la scrivania del suo manager.
71 anni, originario di Treviso, era il braccio destro di Don Luigi Maria Verzé, fondatore dell’ospedale San Raffaele. Nei giorni scorsi era stato ascoltato in procura per l’enorme buco finanziario che ha coinvolto la struttura ospedaliera milanese. “Era preoccupato per la situazione del San Raffaele perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori - ha ricordato il suo avvocato e amico Rosario Minniti - Per me è un grande dolore perché Mario Cal era un amico che ho sorretto nei momenti difficili, ma questa volta non ce l'ho fatta".
Giuseppe Profiti, il nuovo vicepresidente dell’Ospedale San Raffaele, parla a nome del Cda del Centro San Raffaele del Monte Tabor, esprimendo dolore e sgomento per la morte di Mario Cal: “Il gesto così grave e imprevedibile compiuto dal dottor Mario Cal accresce la consapevolezza sulla delicatezza e sulla gravità dell'attuale situazione in cui si trova la Fondazione e sulla necessità del massimo impegno da parte del Consiglio, con la piena partecipazione e guida spirituale del presidente Don Luigi Maria Verzé, per il pronto risanamento del San Raffaele".
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