sabato, maggio 14, 2011
Il delitto di Carmela Melania Rea sembra un vero e proprio “rompicapo”, così almeno è stato definito dal procuratore Renzo. Tanti pezzi di un puzzle che non combaciano, mentre si cerca la prova “regina”, quella che potrebbe dare cioè una svolta alle indagini e chiudere il cerchio sul vero colpevole...

della nostra Federica Scorpo

Sky Tg24 ha reso noto il ritrovamento di un anello solitario, avvenuto durante il secondo sopralluogo nella pineta di Teramo dove è stato trovato il corpo di Melania. Sarebbe il suo anello di fidanzamento, trovato a una certa distanza dalla donna e con molta probabilità lanciato dalla stessa al suo aggressore o sfilato durante la collutazione involontariamente. Le indagini non sanno ancora che direzione prendere: il marito Salvatore Parolisi, unico testimone della scomparsa di Melania, è uscito illeso da tre audizioni con gli inquirenti

e nonostante le omissioni e le ripetute contraddizioni ad oggi non è stato iscritto nel registro degli indagati; ci sono due super testimoni che hanno dichiarato che la donna presente nel pianoro del Colle San Marco non era Melania mentre i tabulati telefonici vedono la coppia agganciare la cella telefonica del luogo del ritrovamento del corpo, non della scomparsa, prima che la donna si allontanasse dal marito in cerca di un bagno, per poi scomparire nel bosco. Troppi indizi e testimonianze che contraddicono tutto.
Melania è stata in quel bosco? Questa la domanda più importante, quella che si stanno ponendo gli inquirenti e su cui stanno indagando.
Le indagini erano partire dalla pista del maniaco, per arrivare ai sospetti verso il marito, fino a giungere ad oggi, quando si comincia a parlare di vendetta trasversale. Il mistero gira intorno alle persone vicine a Melania e al luogo di lavoro di Salvatore Parolisi, l’ambiente militare. Qui potrebbe esserci la svolta. La sensazione degli inquirenti è che il marito di Melania in qualche modo ometta qualcosa d’importante. Lo dice il fatto che molte informazioni sono state da lui confermare solo dopo essere venute a galla. Come la relazione con la soldatessa e il fatto che con lei si sia sentito fino al giorno prima della scomparsa delle moglie e l’abbia richiamata l’1 maggio da una cabina telefonica per non essere intercettato. E’ evidente che la personalità di Salvatore tendente all’omissione e alla menzogna.
Un “rompicapo”, questo delitto, che sembra ripartire ogni volta da zero…

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