La Spagna vive ore d’angoscia dopo le due scosse sismiche di magnitudo 4.5 e 5.3 sulla scala Richter che ieri hanno messo in ginocchio Lorca, cittadina della Murcia, nel sudest del Paese.
Radio Vaticana - Il terremoto ha provocato almeno 8 morti e più di 160 feriti, e gravi danni alle strutture abitative. Crollata, in diretta televisiva, la torre della Chiesa di San Diego, dove, poco dopo il sisma, si sarebbero dovuti riunire decine di ragazzi per il catechismo settimanale. Subito è scattata la macchina dei soccorsi, soprattutto dalle vicine province di Alicante e Valencia, ma il grosso dei soccorritori è ancora impegnato per trovare sopravvissuti tra le macerie. Il servizio di Giada Aquilino: ascolta
Lorca appare come colpita da un bombardamento: facciate di edifici crollati, crepe ai muri, strade piene di calcinacci, automobili ricoperte dalle macerie. Secondo la locale protezione civile, il sisma ha sprigionato un'energia pari a due milioni di chili di esplosivo. In ventimila hanno passato la notte all'addiaccio. Secondo la Croce Rossa spagnola, gli sfollati sono circa 15mila, su una popolazione nella zona di 90mila abitanti. Evacuati anche gli ospedali cittadini, con le ambulanze che hanno portato via 450 pazienti. Il Ministero dell'Interno ha inviato le squadre d'emergenza, alcune con i cani addestrati per le ricerche tra le macerie, mentre il premier, Josè Louis Zapatero, ha mobilitato polizia, Guardia civile ed esercito. Fonti dell'Istituto geofisico iberico hanno avvertito che il sisma di ieri potrebbe essere stato di preavviso e che la terra potrebbe tornare a tremare: nella notte infatti sono state registrate decine di scosse di assestamento. La campagna elettorale, per le elezioni amministrative del 22 giugno, è stata intanto temporaneamente sospesa. Il sindaco di Lorca, Francisco Jadar, ha lanciato un appello ai gestori dei supermercati, affinché distribuiscano ai cittadini generi di prima necessità.
Sul dramma vissuto nel sisma in Spagna, Rafael Alvares Taberner, della nostra redazione spagnola, ha intervistato il vescovo di Cartagena, mons. José Manuel Lorca Planes: ascolta
R. - Pues mire, realmente han sido momentos dramaticos... Sono stati davvero momenti drammatici. Io non ero a Lorca quando si è verificato la prima scossa, ma nella città di Murcia quando ho avvertito un lieve tremore della terra, e questo mi ha dato la conferma del terremoto. Poi mi hanno chiamato, dicendomi che c’erano stati dei crolli di cornicioni e così via e che c’era molta paura. Quindi, ho preso la macchina e mi sono diretto velocemente a Lorca. Arrivato lì si è verificato il secondo terremoto, più forte del primo. Ho saputo della morte di 8 persone, per le quali ho pregato, affinché il Signore ne avesse misericordia. La gente è molto impaurita, le difficoltà che si prospettano e lo stato delle nostre chiese semicrollate rappresentano un dolore profondo. Con fede e speranza, confidiamo che il Signore ci aiuti in questa circostanza. Io celebrerò l’Eucaristia questa sera con tutti i sacerdoti della regione e immagino saranno molti. E immagino anche che saranno tanti ad unirsi alle nostre preghiere. Sto vivendo una situazione di assoluta emozione per la solidarietà e per la vicinanza mostrate alle persone colpite. E per me è un’opportunità di sentirmi pastore veramente, vicino a chi soffre, ma anche un’opportunità per dire: “Stiamo uniti e chiediamo aiuto al Signore, perché Lui non sbaglia mai”.(ap)
Radio Vaticana - Il terremoto ha provocato almeno 8 morti e più di 160 feriti, e gravi danni alle strutture abitative. Crollata, in diretta televisiva, la torre della Chiesa di San Diego, dove, poco dopo il sisma, si sarebbero dovuti riunire decine di ragazzi per il catechismo settimanale. Subito è scattata la macchina dei soccorsi, soprattutto dalle vicine province di Alicante e Valencia, ma il grosso dei soccorritori è ancora impegnato per trovare sopravvissuti tra le macerie. Il servizio di Giada Aquilino: ascoltaLorca appare come colpita da un bombardamento: facciate di edifici crollati, crepe ai muri, strade piene di calcinacci, automobili ricoperte dalle macerie. Secondo la locale protezione civile, il sisma ha sprigionato un'energia pari a due milioni di chili di esplosivo. In ventimila hanno passato la notte all'addiaccio. Secondo la Croce Rossa spagnola, gli sfollati sono circa 15mila, su una popolazione nella zona di 90mila abitanti. Evacuati anche gli ospedali cittadini, con le ambulanze che hanno portato via 450 pazienti. Il Ministero dell'Interno ha inviato le squadre d'emergenza, alcune con i cani addestrati per le ricerche tra le macerie, mentre il premier, Josè Louis Zapatero, ha mobilitato polizia, Guardia civile ed esercito. Fonti dell'Istituto geofisico iberico hanno avvertito che il sisma di ieri potrebbe essere stato di preavviso e che la terra potrebbe tornare a tremare: nella notte infatti sono state registrate decine di scosse di assestamento. La campagna elettorale, per le elezioni amministrative del 22 giugno, è stata intanto temporaneamente sospesa. Il sindaco di Lorca, Francisco Jadar, ha lanciato un appello ai gestori dei supermercati, affinché distribuiscano ai cittadini generi di prima necessità.
Sul dramma vissuto nel sisma in Spagna, Rafael Alvares Taberner, della nostra redazione spagnola, ha intervistato il vescovo di Cartagena, mons. José Manuel Lorca Planes: ascolta
R. - Pues mire, realmente han sido momentos dramaticos... Sono stati davvero momenti drammatici. Io non ero a Lorca quando si è verificato la prima scossa, ma nella città di Murcia quando ho avvertito un lieve tremore della terra, e questo mi ha dato la conferma del terremoto. Poi mi hanno chiamato, dicendomi che c’erano stati dei crolli di cornicioni e così via e che c’era molta paura. Quindi, ho preso la macchina e mi sono diretto velocemente a Lorca. Arrivato lì si è verificato il secondo terremoto, più forte del primo. Ho saputo della morte di 8 persone, per le quali ho pregato, affinché il Signore ne avesse misericordia. La gente è molto impaurita, le difficoltà che si prospettano e lo stato delle nostre chiese semicrollate rappresentano un dolore profondo. Con fede e speranza, confidiamo che il Signore ci aiuti in questa circostanza. Io celebrerò l’Eucaristia questa sera con tutti i sacerdoti della regione e immagino saranno molti. E immagino anche che saranno tanti ad unirsi alle nostre preghiere. Sto vivendo una situazione di assoluta emozione per la solidarietà e per la vicinanza mostrate alle persone colpite. E per me è un’opportunità di sentirmi pastore veramente, vicino a chi soffre, ma anche un’opportunità per dire: “Stiamo uniti e chiediamo aiuto al Signore, perché Lui non sbaglia mai”.(ap)
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