Pubblichiamo il messaggio del Segretario Generale dell'ONU in occasione della Giornata Mondiale della libertà di stampa
Quando i governi reprimono i propri popoli sottraendosi a ogni controllo, la libertà di stampa rappresenta uno dei mezzi più potenti per svelare i misfatti e ripristinare la fiducia dell’opinione pubblica. Contro la discriminazione e la marginalizzazione, l’accesso ai media può costituire per tali popoli un mezzo per farsi ascoltare e per far meglio conoscere la propria drammatica situazione. E in un’era di sfide globali pressanti, il libero scambio di Informazioni e idée attraverso i media può mettere in collegamento persone e Paesi in reti organizzate intorno a una causa comune.
La Giornata mondiale della libertà di stampa trae origine dall’iniziativa di quei giornalisti africani che, sulla scia del crollo del Muro di Berlino e l’abbattimento delle restrizioni ai media nell’Europa dell’Est, vollero che anche il loro continente beneficiasse delle stesse acquisizioni. Essi cooperarono con l’UNESCO in Namibia nel 1991, in occasione di un seminario che produsse la Dichiarazione di Windhoek sui media liberi e indipendenti, una pietra miliare che a sua volta ispirò l’Assemblea Generale a istituire, due anni dopo, tale ricorrenza
Oggi, sono i popoli dell’Africa del Nord e del Medio Oriente a mobilitarsi per rivendicare i propri diritti e libertà democratiche, facendo largamente ricorso a Internet e ai media sociali per operare il cambiamento in queste società.
Il tema di quest’anno, « Nuove frontiere, nuove barriere », mette in luce questo sconvolgimento del panorama mediatico globale. I nuovi media, così come strumenti quali i telefoni cellulari, dotano gli individui di nuove armi, favoriscono la raccolta d’informazioni e rivelano comportamenti altrimenti ampiamente occulti di governi, imprese, industria.
Tuttavia, malgrado tali vantaggi, il ricorso ai media per incitare all’odio e alla violenza costituisce un problema che resta. Gli Stati impongono inoltre nuove barriere, quali sorveglianza informatica, molestie digitali e censura su Internet. Secondo il Comitato per la tutela dei giornalisti, almeno sei colleghi che operavano soprattutto online sono stati uccisi nel corso del 2010. Per la prima volta nel 2008 è stato recensito un numero di giornalisti che lavorano online e che sono detenuti, maggiore di quello dei colleghi che operano nella stampa tradizionale.
In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, onoriamo la memoria dei giornalisti, editori e altri professionisti del settore che sono stati uccisi per le loro attività chiedendo che sia fatta giustizia. L’impunità di cui spesso beneficiano gli autori di tali omicidi mostra purtroppo un preoccupante disinteresse da parte delle autorità per la tutela dei giornalisti, oltre che un disprezzo totale per il ruolo decisivo che essi svolgono. Molti altri giornalisti languiscono in galera semplicemente per aver fatto il proprio lavoro.
In questa Giornata che celebra il ventesimo anniversario della Dichiarazione di Windhoek, impegniamoci dunque a colmare il divario digitale, così da consentire a tutti accesso e uso dei nuovi media e delle nuove tecnologie della comunicazione.
L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani proclama il diritto di ogni persona « a cercare, ricevere e diffondere, senza limiti di frontiere, informazioni e idee utilizzando qualunque mezzo d’espressione ». Affermiamo di nuovo con forza il nostro impegno in favore di questo principio fondamentale di democrazia, di sviluppo e di pace.
Quando i governi reprimono i propri popoli sottraendosi a ogni controllo, la libertà di stampa rappresenta uno dei mezzi più potenti per svelare i misfatti e ripristinare la fiducia dell’opinione pubblica. Contro la discriminazione e la marginalizzazione, l’accesso ai media può costituire per tali popoli un mezzo per farsi ascoltare e per far meglio conoscere la propria drammatica situazione. E in un’era di sfide globali pressanti, il libero scambio di Informazioni e idée attraverso i media può mettere in collegamento persone e Paesi in reti organizzate intorno a una causa comune.La Giornata mondiale della libertà di stampa trae origine dall’iniziativa di quei giornalisti africani che, sulla scia del crollo del Muro di Berlino e l’abbattimento delle restrizioni ai media nell’Europa dell’Est, vollero che anche il loro continente beneficiasse delle stesse acquisizioni. Essi cooperarono con l’UNESCO in Namibia nel 1991, in occasione di un seminario che produsse la Dichiarazione di Windhoek sui media liberi e indipendenti, una pietra miliare che a sua volta ispirò l’Assemblea Generale a istituire, due anni dopo, tale ricorrenza
Oggi, sono i popoli dell’Africa del Nord e del Medio Oriente a mobilitarsi per rivendicare i propri diritti e libertà democratiche, facendo largamente ricorso a Internet e ai media sociali per operare il cambiamento in queste società.
Il tema di quest’anno, « Nuove frontiere, nuove barriere », mette in luce questo sconvolgimento del panorama mediatico globale. I nuovi media, così come strumenti quali i telefoni cellulari, dotano gli individui di nuove armi, favoriscono la raccolta d’informazioni e rivelano comportamenti altrimenti ampiamente occulti di governi, imprese, industria.
Tuttavia, malgrado tali vantaggi, il ricorso ai media per incitare all’odio e alla violenza costituisce un problema che resta. Gli Stati impongono inoltre nuove barriere, quali sorveglianza informatica, molestie digitali e censura su Internet. Secondo il Comitato per la tutela dei giornalisti, almeno sei colleghi che operavano soprattutto online sono stati uccisi nel corso del 2010. Per la prima volta nel 2008 è stato recensito un numero di giornalisti che lavorano online e che sono detenuti, maggiore di quello dei colleghi che operano nella stampa tradizionale.
In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, onoriamo la memoria dei giornalisti, editori e altri professionisti del settore che sono stati uccisi per le loro attività chiedendo che sia fatta giustizia. L’impunità di cui spesso beneficiano gli autori di tali omicidi mostra purtroppo un preoccupante disinteresse da parte delle autorità per la tutela dei giornalisti, oltre che un disprezzo totale per il ruolo decisivo che essi svolgono. Molti altri giornalisti languiscono in galera semplicemente per aver fatto il proprio lavoro.
In questa Giornata che celebra il ventesimo anniversario della Dichiarazione di Windhoek, impegniamoci dunque a colmare il divario digitale, così da consentire a tutti accesso e uso dei nuovi media e delle nuove tecnologie della comunicazione.
L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani proclama il diritto di ogni persona « a cercare, ricevere e diffondere, senza limiti di frontiere, informazioni e idee utilizzando qualunque mezzo d’espressione ». Affermiamo di nuovo con forza il nostro impegno in favore di questo principio fondamentale di democrazia, di sviluppo e di pace.
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