Il cuore dell’uomo si protende al di là di questo muro “che ci impedisce di vedere oltre”. Gesù Cristo è “la vera novità che irrompe e supera ogni barriera”. Cristo vince anche “la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna”: è quanto Benedetto XVI ha affermato oggi prima dell’Angelus in piazza san Pietro, durante la sua riflessione sul vangelo della domenica (V di Quaresima, A), che tratta della risurrezione di Lazzaro (Giov. 11,1-45). Egli ha anche detto che “tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione”. “La morte – ha spiegato il pontefice - rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di là di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternità”.
Egli ha ricordato che nel mondo ebraico, per tanto tempo no vi è stata “l’idea di una risurrezione personale dalla morte, che compare solo verso la fine dell’Antico Testamento, e ancora al tempo di Gesù non era accolta da tutti i Giudei”. Del resto, ha aggiunto, “anche tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione, perché si tratta pur sempre di una realtà che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede”.
Nel Vangelo di oggi Gesù afferma: ““Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25-26). “Ecco la vera novità – ha detto il papa - che irrompe e supera ogni barriera! Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna. Per questo la morte non ha avuto potere su di Lui; e la risurrezione di Lazzaro è segno del suo pieno dominio sulla morte fisica, che davanti a Dio è come un sonno (cfr Gv 11,11)”.
“Ma c’è un’altra morte – ha concluso il pontefice - che è costata a Cristo la più dura lotta, addirittura il prezzo della croce: è la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo. Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sua Risurrezione non è il ritorno alla vita precedente, ma l’apertura di una realtà nuova, una “nuova terra”, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dio. Per questo san Paolo scrive: “Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11). Cari fratelli, rivolgiamoci alla Vergine Maria, che già partecipa di questa Risurrezione, perché ci aiuti a dire con fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio” (Gv 11,27), a scoprire veramente che Lui è la nostra salvezza”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna”: è quanto Benedetto XVI ha affermato oggi prima dell’Angelus in piazza san Pietro, durante la sua riflessione sul vangelo della domenica (V di Quaresima, A), che tratta della risurrezione di Lazzaro (Giov. 11,1-45). Egli ha anche detto che “tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione”. “La morte – ha spiegato il pontefice - rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di là di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternità”. Egli ha ricordato che nel mondo ebraico, per tanto tempo no vi è stata “l’idea di una risurrezione personale dalla morte, che compare solo verso la fine dell’Antico Testamento, e ancora al tempo di Gesù non era accolta da tutti i Giudei”. Del resto, ha aggiunto, “anche tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione, perché si tratta pur sempre di una realtà che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede”.
Nel Vangelo di oggi Gesù afferma: ““Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25-26). “Ecco la vera novità – ha detto il papa - che irrompe e supera ogni barriera! Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna. Per questo la morte non ha avuto potere su di Lui; e la risurrezione di Lazzaro è segno del suo pieno dominio sulla morte fisica, che davanti a Dio è come un sonno (cfr Gv 11,11)”.
“Ma c’è un’altra morte – ha concluso il pontefice - che è costata a Cristo la più dura lotta, addirittura il prezzo della croce: è la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo. Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sua Risurrezione non è il ritorno alla vita precedente, ma l’apertura di una realtà nuova, una “nuova terra”, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dio. Per questo san Paolo scrive: “Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11). Cari fratelli, rivolgiamoci alla Vergine Maria, che già partecipa di questa Risurrezione, perché ci aiuti a dire con fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio” (Gv 11,27), a scoprire veramente che Lui è la nostra salvezza”.
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