venerdì, aprile 29, 2011
«Il dono più grande che potete fare alla Chiesa e al mondo è la santità». Questo testamento spirituale pronunciato da Giovanni Paolo II nella Spianata di Loreto il 5 settembre del 2004, in occasione dell’Incontro nazionale con l’Azione Cattolica, in questi giorni campeggia su migliaia di manifesti, affissi in tutto il Paese ad accompagnare il sorriso intenso e indimenticabile di Giovanni Paolo II, immagine viva di un lungo rapporto di grazia e di verità, di sostegno e di guida, di cordialità e di amore vero tra Papa Wojtyla e la gente di Ac.

Al Pontefice venuto da una “terra lontana”, che seppe farsi subito cittadino di Roma e suo vescovo, e che domenica prossima sarà beato per mano del suo più stretto collaboratore, Papa Benedetto XVI, ancora una volta il nostro grazie per un magistero sempre concreto, capace di indicare mete ambiziose, campi da approfondire, vocazioni laicali da vivere con generosità. Giovanni Paolo II ha proficuamente collocato la nostra Associazione nella molteplice, variegata vivacità laicale del dopo Concilio. Come oggi ricordano l’Assistente ecclesiastico generale dell’Ac, mons. Domenico Sigalini, e il Presidente nazionale, Franco Miano, nell’introduzione al recente volume “La Chiesa ha bisogno di voi” (a cura di Paolo Trionfini, Editrice Ave), l’amore di Giovanni Paolo II per l’Azione Cattolica «si è arricchito di anno in anno con i discorsi alle Assemblee nazionali triennali, attraverso gli incontri con gli assistenti, gli adulti, i giovani, i ragazzi. È stato un crescendo di dialoghi e di insegnamenti. Lui stesso ha continuamente stimolato e condiviso il rinnovamento degli anni 2000, ha dato indicazioni molto precise per il servizio alla comunità cristiana di base che in Italia è sempre la parrocchia, nella sua vivacità e stanchezza, rinnovata missione e tentazione di adattamento, casa e palestra di santità».

Un legame sempre ricco quello con l’Azione Cattolica, ricordano ancora mons. Sigalini e il presidente Miano: «Dalla prima terna programmatica del ’78: culto della verità, ansia della santità, gioia dell’amicizia, fino alle tre consegne che ricordava da Castel Gandolfo nel 2004: “vorrei qui richiamare le tre consegne che a Loreto ho affidato all’Azione Cattolica: la contemplazione per camminare sulla strada della santità; la comunione per promuovere la spiritualità dell’unità; la missione per essere fermento evangelico in ogni luogo”».

Oggi che l’Azione Cattolica venera Giovanni Paolo II come beato, e può pregarlo per avere intercessione di amore verso Dio, ancora di più è viva la consapevolezza di una gratitudine a Dio per il dono grande che ci ha fatto e una fedeltà generosa ai suoi insegnamenti.

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