Mentre i livelli di iodio nel mare davanti alla centrale nucleare di Fuikushima Daiichi schizzano a 3.355 volte sopra la norma, dal Giappone del "nucleare supersicuro" arriva una notizia che molti non avrebbero mai pensato di sentire: il governo sta pensando di chiudere uno dei più grandi impianti nucleari del mondo.
Greenreport - La stessa Tokyo Electric Power Co
mpany (Tepco) ha già annunciato oggi che i reattori 1, 2 3 e 4 saranno probabilmente chiusi, ma anche il destino delle unità 5 e 6 sembra segnato e nessuno pensa più di costruire i due nuovi reattori nucleari che erano previsti nell'area. I reattori 1, 2 e 3 probabilmente sono inservibili a causa dei danni che avrebbero subito e che non si potranno davvero conoscere fino a che non verranno completamente stabilizzati.
L'unità 4, nonostante fosse fuori servizio al momento del terremoto/tsunami, ha subito gravi danni all'edificio del reattore, con un'esplosione di idrogeno ed incendi nei dintorni della piscina del combustibile esausto, che potrebbe aver subito danni.
Il presidente della Tepco, Tsunehisa Katsumata, ha detto oggi che «Obiettivamente, alla luce dei fatti, c'è un'elevata probabilità che le unità saranno smantellate».
I reattori 5 e 6 di Fukushimas Daiichii, sono stati chiusi senza subire danne e il loro destino immediato è probabilmente nelle mani delle comunità locali, che sicuramente dovranno essere consultate sul proseguimento della produzione di energia nucleare. Tra gli evacuati a causa del disastro naturale e nucleare ci sono migliaia di lavoratori delle centrali nucleari, le loro famiglie e che lavorava nell'indotto. Inoltre c'è anche il problema dell'altra centrale nucleare di Daini, con 4 reattori ormai a fine vita, solo 10 Km a sud di Daiichi.
Quello che tutti sanno è che ormai i vecchi piani di ulteriore espansione del nucleare nella prefettura di Fukushima sono ormai carta straccia.
La Tepco voleva costruire due Boiling water reactors (Bwr) da 1.380 MWe a Fukushima Daiichi e addirittura i lavori dovevano partire nel 2012, ma solo perché, dopo il terremoto del 2007 che colpì reattori simili a Kashiwazaki Kariwa, dovette rivedere tutta l'ingegneria sismica già presentata per il progetto La Tepco ha anche contratti per 1600 MWe di new coal generation e 4500 MWe di gas per colmare il calo di forniture prodotto dalle dismissioni nucleari.
Anche la Tohoku Electric Power Company aveva avviato un piano per cominciato a piano per costruire un reattore nucleare di grandi dimensionia Namie, vicino a Minamisoma, a circa 15 Km nord di Fukushima Daiichi. Il mega-reattore era prevista per il 2017 e difficilmente vedrà la luce dopo quello che è successo.
Il terremoto/tsunami dell'11 marzo sembra aver spazzato via, mostrandone tutta la vulnerabilità e portando a galla e facendo esplodere tutte le magagne nascoste, quello che era destinato a diventare il più grande distretto nucleare del mondo: in totale, nello spazio di soli 25 Km di costa, i reattori esistenti e quelli in progetto sarebbero arrivati ad almeno 13, per circa 12.000 MWe, il 7,5% dell'elettricità del Giappone, un Paese dove il nucleare fornisce (ma sarebbe meglio dire forniva) il 30% dell'energia.
Ora il governo di centro-sinistra di Tokyo è veramente nei guai: aveva promesso che il nucleare entro il 2017 avrebbe rappresentato il 40% della produzione di energia del Paese, ma i pasticci post terremoto della Tepco e lo tsunami hanno fatto emergere l'opacità del nucleare giapponese e l'ingordigia delle grandi multinazionali complici dello Stato, per non parlare dell'utilizzo del Mox che il governo voleva incrementare come combustibile nucleare e che i giapponesi hanno scoperto sulla loro pelle essere molto pericoloso... Anche il Giappone dovrà cercare nuove energie e dovranno essere davvero alternative.
Greenreport - La stessa Tokyo Electric Power Co
mpany (Tepco) ha già annunciato oggi che i reattori 1, 2 3 e 4 saranno probabilmente chiusi, ma anche il destino delle unità 5 e 6 sembra segnato e nessuno pensa più di costruire i due nuovi reattori nucleari che erano previsti nell'area. I reattori 1, 2 e 3 probabilmente sono inservibili a causa dei danni che avrebbero subito e che non si potranno davvero conoscere fino a che non verranno completamente stabilizzati.L'unità 4, nonostante fosse fuori servizio al momento del terremoto/tsunami, ha subito gravi danni all'edificio del reattore, con un'esplosione di idrogeno ed incendi nei dintorni della piscina del combustibile esausto, che potrebbe aver subito danni.
Il presidente della Tepco, Tsunehisa Katsumata, ha detto oggi che «Obiettivamente, alla luce dei fatti, c'è un'elevata probabilità che le unità saranno smantellate».
I reattori 5 e 6 di Fukushimas Daiichii, sono stati chiusi senza subire danne e il loro destino immediato è probabilmente nelle mani delle comunità locali, che sicuramente dovranno essere consultate sul proseguimento della produzione di energia nucleare. Tra gli evacuati a causa del disastro naturale e nucleare ci sono migliaia di lavoratori delle centrali nucleari, le loro famiglie e che lavorava nell'indotto. Inoltre c'è anche il problema dell'altra centrale nucleare di Daini, con 4 reattori ormai a fine vita, solo 10 Km a sud di Daiichi.
Quello che tutti sanno è che ormai i vecchi piani di ulteriore espansione del nucleare nella prefettura di Fukushima sono ormai carta straccia.
La Tepco voleva costruire due Boiling water reactors (Bwr) da 1.380 MWe a Fukushima Daiichi e addirittura i lavori dovevano partire nel 2012, ma solo perché, dopo il terremoto del 2007 che colpì reattori simili a Kashiwazaki Kariwa, dovette rivedere tutta l'ingegneria sismica già presentata per il progetto La Tepco ha anche contratti per 1600 MWe di new coal generation e 4500 MWe di gas per colmare il calo di forniture prodotto dalle dismissioni nucleari.
Anche la Tohoku Electric Power Company aveva avviato un piano per cominciato a piano per costruire un reattore nucleare di grandi dimensionia Namie, vicino a Minamisoma, a circa 15 Km nord di Fukushima Daiichi. Il mega-reattore era prevista per il 2017 e difficilmente vedrà la luce dopo quello che è successo.
Il terremoto/tsunami dell'11 marzo sembra aver spazzato via, mostrandone tutta la vulnerabilità e portando a galla e facendo esplodere tutte le magagne nascoste, quello che era destinato a diventare il più grande distretto nucleare del mondo: in totale, nello spazio di soli 25 Km di costa, i reattori esistenti e quelli in progetto sarebbero arrivati ad almeno 13, per circa 12.000 MWe, il 7,5% dell'elettricità del Giappone, un Paese dove il nucleare fornisce (ma sarebbe meglio dire forniva) il 30% dell'energia.
Ora il governo di centro-sinistra di Tokyo è veramente nei guai: aveva promesso che il nucleare entro il 2017 avrebbe rappresentato il 40% della produzione di energia del Paese, ma i pasticci post terremoto della Tepco e lo tsunami hanno fatto emergere l'opacità del nucleare giapponese e l'ingordigia delle grandi multinazionali complici dello Stato, per non parlare dell'utilizzo del Mox che il governo voleva incrementare come combustibile nucleare e che i giapponesi hanno scoperto sulla loro pelle essere molto pericoloso... Anche il Giappone dovrà cercare nuove energie e dovranno essere davvero alternative.
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