I membri dell'Unione si sono riuniti oggi a Bruxelles in un summit di emergenza per definire un intervento comune nella crisi libica.
PeaceReporter - Le nazioni dell'Unione europea stanno mettendo sotto pressione il presidente francese, Nicola Sarkozy, perché sostengono che il riconoscimento diplomatico francese del governo d'opposizione libico con sede a Bengasi non è in linea con le scelte politiche comuni del resto dell'Ue e che comunque, prima di essere messo in atto, avrebbe dovuto essere sottoposto a discussione. Alcuni stati insistono sul fatto che il riconoscimento vada concesso alle nazioni, non a gruppi o governi, e sollecitano gli altri membri a vagliare con attenzione e cautela le proprie scelte politiche durante questi giorni di continui combattimenti in terra Libica.
Un portavoce dei ribelli, Iman Bugaighis, aveva salutato ieri la scelta francese con questa parole: "Questo è solo il primo passo, un segno che le cose si stanno muovendo. E' il primo riconoscimento di legittimità che giunge da un paese che è membro sia delle Nazioni Unite che dell'Ue e che ha un ruolo importante nell'indirizzare le scelte della politica internazionale".
I paesi dell'Ue si sono riuniti questa mattina a Bruxelles per un summit di emergenza dove è stata richiesta l'approvazione di un documento che impone al colonnello libico Muammar Gheddafi la rinuncia al potere per "avviare rapidamente una transizione ordinata verso la democrazia".
PeaceReporter - Le nazioni dell'Unione europea stanno mettendo sotto pressione il presidente francese, Nicola Sarkozy, perché sostengono che il riconoscimento diplomatico francese del governo d'opposizione libico con sede a Bengasi non è in linea con le scelte politiche comuni del resto dell'Ue e che comunque, prima di essere messo in atto, avrebbe dovuto essere sottoposto a discussione. Alcuni stati insistono sul fatto che il riconoscimento vada concesso alle nazioni, non a gruppi o governi, e sollecitano gli altri membri a vagliare con attenzione e cautela le proprie scelte politiche durante questi giorni di continui combattimenti in terra Libica.Un portavoce dei ribelli, Iman Bugaighis, aveva salutato ieri la scelta francese con questa parole: "Questo è solo il primo passo, un segno che le cose si stanno muovendo. E' il primo riconoscimento di legittimità che giunge da un paese che è membro sia delle Nazioni Unite che dell'Ue e che ha un ruolo importante nell'indirizzare le scelte della politica internazionale".
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