La dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali presente nella teoria del caos, secondo la quale piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema, il cosiddetto "Effetto farfalla", in qualche modo pare condizionare anche la "crisi" del mercato petrolifero conseguente alla situazione libica.
GreenReport - Questo almeno a sentire Pasquale De Vita presidente dell'Unione petrolifera: «quello che sta accadendo in Libia non è indifferente per il mercato petrolifero. Non per problemi di approvvigionamento, perché questi non ci sono. Ma non è indifferente perché ormai sul mercato delle materie prime in generale e del petrolio in particolare vige la regola che se succede qualcosa nel mondo i prezzi ne risentono subito. C'è una tendenza di fondo dell'Opec a innalzare il prezzo e queste circostanze mettono in moto chi opera su questi mercati e i prezzi si alzano. Siamo in mano a operatori - ha continuato De Vita - che non hanno nulla a che vedere con il settore petrolifero. Le aziende acquistano il greggio alla fine di questo circuito sul mercato internazionale e subiscono le stesse conseguenze dei consumatori».
Queste ragioni a cui aggiungiamo l'euro meno competitivo nei confronti del dollaro rispetto a qualche tempo fa, le speculazioni lungo la filiera e il "giochino" delle accise per cui più sale il prezzo dei carburanti più lo Stato guadagna, hanno portato i prezzi alle stelle. La Spagna intanto dopo l'inizio dei "disordini" in Libia è corsa ai ripari adottando una serie di misure per ridurre i consumi di petrolio.
Quella che ha destato maggior scalpore è l'abbassamento del limite di velocità in autostrada, da 120 a 110 km/h, già decisa qualche giorno fa ed in vigore da ieri. Si tratta di una misura provvisoria per ora adottata per quattro mesi (rinnovabili) che, secondo il governo Zapatero, se i prezzi del petrolio non scenderanno dovrebbe ridurre il consumo di benzina del 10% circa, facendo risparmiare al paesi 1,4 miliardi di euro all'anno. Il provvedimento non è stato accolto con gran entusiasmo dai cittadini spagnoli (pare che il 70% sia contrario, secondo i sondaggi) e l'Automobil club spagnola ritiene che la riduzione del consumo di carburanti sia invece solo del 2%. Gli automobilisti temono poi un incremento delle multe ma in positivo si potrebbero registrare minori incidenti. Vedremo i dati di lungo periodo intanto qualcuno ci ha guadagnato: sono stati sostituiti migliaia di cartelli stradali nel Paese e riprogrammati i sistemi di controllo dei limiti in autostrada.
GreenReport - Questo almeno a sentire Pasquale De Vita presidente dell'Unione petrolifera: «quello che sta accadendo in Libia non è indifferente per il mercato petrolifero. Non per problemi di approvvigionamento, perché questi non ci sono. Ma non è indifferente perché ormai sul mercato delle materie prime in generale e del petrolio in particolare vige la regola che se succede qualcosa nel mondo i prezzi ne risentono subito. C'è una tendenza di fondo dell'Opec a innalzare il prezzo e queste circostanze mettono in moto chi opera su questi mercati e i prezzi si alzano. Siamo in mano a operatori - ha continuato De Vita - che non hanno nulla a che vedere con il settore petrolifero. Le aziende acquistano il greggio alla fine di questo circuito sul mercato internazionale e subiscono le stesse conseguenze dei consumatori».Queste ragioni a cui aggiungiamo l'euro meno competitivo nei confronti del dollaro rispetto a qualche tempo fa, le speculazioni lungo la filiera e il "giochino" delle accise per cui più sale il prezzo dei carburanti più lo Stato guadagna, hanno portato i prezzi alle stelle. La Spagna intanto dopo l'inizio dei "disordini" in Libia è corsa ai ripari adottando una serie di misure per ridurre i consumi di petrolio.
Quella che ha destato maggior scalpore è l'abbassamento del limite di velocità in autostrada, da 120 a 110 km/h, già decisa qualche giorno fa ed in vigore da ieri. Si tratta di una misura provvisoria per ora adottata per quattro mesi (rinnovabili) che, secondo il governo Zapatero, se i prezzi del petrolio non scenderanno dovrebbe ridurre il consumo di benzina del 10% circa, facendo risparmiare al paesi 1,4 miliardi di euro all'anno. Il provvedimento non è stato accolto con gran entusiasmo dai cittadini spagnoli (pare che il 70% sia contrario, secondo i sondaggi) e l'Automobil club spagnola ritiene che la riduzione del consumo di carburanti sia invece solo del 2%. Gli automobilisti temono poi un incremento delle multe ma in positivo si potrebbero registrare minori incidenti. Vedremo i dati di lungo periodo intanto qualcuno ci ha guadagnato: sono stati sostituiti migliaia di cartelli stradali nel Paese e riprogrammati i sistemi di controllo dei limiti in autostrada.
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