In Brasile è salito ad oltre 550 morti il bilancio delle inondazioni che in questi giorni hanno devastato lo Stato di Rio de Janeiro. Ancora da accertare il numero dei dispersi.
Radio Vaticana - I senza tetto, invece, secondo le prime stime, sarebbero 12 mila. A definire il quadro è stata la Protezione Civile locale, mentre sul posto proseguono le operazioni di soccorso che tuttavia rischiano di essere ostacolate da nuove perturbazioni in arrivo. Proprio per questo le autorità locali hanno esortato la gente a lasciare le proprie abitazioni per raggiungere zone più sicure. Intanto cominciano ad arrivare i primi aiuti economici e ieri anche la Conferenza episcopale italiana ha stanziato un milione di euro per fronteggiare le prime emergenze. Oggi, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato al vescovo di Petropolis Filippo Santoro, il Papa ha espresso la sua "solidarietà spirituale alla cara popolazione" dello Stato di Rio "in quest'ora difficile" affidando "le vittime a Dio misericordioso" e invocando "assistenza e conosolazione divina per gli sfollati e per quanti soffrono fisicamente e moralmente". E i bisogni concreti della gente, in effetti, sono davvero molti, come spiega ai microfoni del collega della redazione brasiliana, Silvonei Protz, l’arcivescovo di Rio de Janeiro, mons. Orani João Tempesta: (ascolta)
R. – La Chiesa è vicina a tutte le famiglie. Bisogna vedere adesso cosa fare per il futuro, perché queste persone hanno perso tutto: la casa, i loro beni. Molti sono i morti – più di 500 – le strade non sono più praticabili e molte sono chiuse e c’è bisogno ora di sapere quale sia la via migliore per arrivare nelle città più colpite, Nova Friburgo e Petropolis.
D. – Qual è la risposta dei brasiliani a questa tragedia nazionale?
R. – E’ una bella risposta. Tanti volontari e l’esercito sono venuti ad aiutare a Rio de Janeiro. Sono arrivate anche tante donazioni di denaro, di viveri, di vestiti... C’è stata una risposta di solidarietà molto bella. (ap)
Radio Vaticana - I senza tetto, invece, secondo le prime stime, sarebbero 12 mila. A definire il quadro è stata la Protezione Civile locale, mentre sul posto proseguono le operazioni di soccorso che tuttavia rischiano di essere ostacolate da nuove perturbazioni in arrivo. Proprio per questo le autorità locali hanno esortato la gente a lasciare le proprie abitazioni per raggiungere zone più sicure. Intanto cominciano ad arrivare i primi aiuti economici e ieri anche la Conferenza episcopale italiana ha stanziato un milione di euro per fronteggiare le prime emergenze. Oggi, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato al vescovo di Petropolis Filippo Santoro, il Papa ha espresso la sua "solidarietà spirituale alla cara popolazione" dello Stato di Rio "in quest'ora difficile" affidando "le vittime a Dio misericordioso" e invocando "assistenza e conosolazione divina per gli sfollati e per quanti soffrono fisicamente e moralmente". E i bisogni concreti della gente, in effetti, sono davvero molti, come spiega ai microfoni del collega della redazione brasiliana, Silvonei Protz, l’arcivescovo di Rio de Janeiro, mons. Orani João Tempesta: (ascolta)R. – La Chiesa è vicina a tutte le famiglie. Bisogna vedere adesso cosa fare per il futuro, perché queste persone hanno perso tutto: la casa, i loro beni. Molti sono i morti – più di 500 – le strade non sono più praticabili e molte sono chiuse e c’è bisogno ora di sapere quale sia la via migliore per arrivare nelle città più colpite, Nova Friburgo e Petropolis.
D. – Qual è la risposta dei brasiliani a questa tragedia nazionale?
R. – E’ una bella risposta. Tanti volontari e l’esercito sono venuti ad aiutare a Rio de Janeiro. Sono arrivate anche tante donazioni di denaro, di viveri, di vestiti... C’è stata una risposta di solidarietà molto bella. (ap)
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