Oltre cento milioni di persone sono minacciate da povertà ed esclusione sociale. Lo rileva Eurostat, che pubblica un ampio studio (“Income and living conditions in Europe”) in vista della conferenza di chiusura dell’Anno europeo per la lotta contro la povertà, che si svolgerà il 16 e 17 dicembre a Bruxelles.
Radio Vaticana - L’Ufficio statistico Ue - riferisce l'agenzia Sir - ha utilizzato tre criteri-base e dati numerici relativi al 2008: rischio povertà, con reddito inferiore al 60% del reddito pro capite nazionale; situazione di grave privazione materiale, non potendo ad esempio far fronte alle bollette di casa, non potendo riscaldare adeguatamente l’abitazione, non disponendo di un televisore a colori o di un telefono; famiglie a debole intensità di lavoro (forza lavoro familiare impegnata sotto il 20% delle potenzialità). In questo senso risulta che 81 milioni di persone sono a rischio povertà nei 27 Stati membri dell’Unione, pari al 17% della popolazione totale. Le realtà più preoccupanti si registrano in Lettonia, Romania e Bulgaria. Sono 42 milioni i cittadini (8%) che scontano gravi privazioni nella vita quotidiana e Romania e Bulgaria sono ancora al centro dell’attenzione. 34 milioni di persone vivono invece in ménages a debole intensità di lavoro, con punte massime in Irlanda, Ungheria, Belgio e Germania. Sono infine 7 milioni (1,4%) le persone che devono fare i conti con tutti e tre i problemi indicati.
Radio Vaticana - L’Ufficio statistico Ue - riferisce l'agenzia Sir - ha utilizzato tre criteri-base e dati numerici relativi al 2008: rischio povertà, con reddito inferiore al 60% del reddito pro capite nazionale; situazione di grave privazione materiale, non potendo ad esempio far fronte alle bollette di casa, non potendo riscaldare adeguatamente l’abitazione, non disponendo di un televisore a colori o di un telefono; famiglie a debole intensità di lavoro (forza lavoro familiare impegnata sotto il 20% delle potenzialità). In questo senso risulta che 81 milioni di persone sono a rischio povertà nei 27 Stati membri dell’Unione, pari al 17% della popolazione totale. Le realtà più preoccupanti si registrano in Lettonia, Romania e Bulgaria. Sono 42 milioni i cittadini (8%) che scontano gravi privazioni nella vita quotidiana e Romania e Bulgaria sono ancora al centro dell’attenzione. 34 milioni di persone vivono invece in ménages a debole intensità di lavoro, con punte massime in Irlanda, Ungheria, Belgio e Germania. Sono infine 7 milioni (1,4%) le persone che devono fare i conti con tutti e tre i problemi indicati.| Tweet |
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