Cameron e Sarkozy firmano due trattati per la cooperazione militare e nucleare. Il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico David Cameron hanno firmato a Londra due trattati che avvieranno la più grande cooperazione militare tra le due potenze.
di Nicola Sessa
PeaceReporter - Un primo accordo, di carattere strettamente militare, prevede la costituzione di un corpo di spedizione unitario, una brigata da diecimila uomini - cinquemila per parte - a guida, alternativamente, britannica e francese. A differenza della brigata franco-tedesca, il nuovo corpo militare non avrà carattere permanente né una base di riferimento. I diecimila uomini saranno impiegati in operazioni bilaterali o in missioni condotte sotto l'ombrello Onu, Ue o Nato. La brigata sarà specializzata nella evacuazione di civili da zone di guerra e di disastri naturali. Gli altri punti dell'accordo riguardano la costruzione di sottomarini e lo sviluppo delle comunicazioni satellitari e dei droni - gli aerei senza pilota. Nella prima fase dell'accordo è previsto che i britannici possano condurre esercitazioni a bordo della portaerei Charles De Gaulle.
Il secondo trattato riguarda la sperimentazione delle testate nucleari (la Francia ne possiede almeno 300, la Gran Bretagna 255): all'uopo, nella città di Aldermaston (Gb) verrà allestito un istituto di ricerca per i test nucleari, mentre a Valduc (F), in Borgogna, un laboratorio ospiterà le sperimentazioni simulate - è bene ricordare che Gran Bretagna e Francia sono entrambe firmatarie del Trattato di non Proliferazione nucleare e quindi non posso procedere ad esperimenti che prevedano esplosioni. La collaborazione durerà, a partire dal 2014, cinquant'anni e nonostante tecnici francesi e britannici lavoreranno gomito a gomito, non è prevista la condivisione di segreti militari e sarà garantita ad ogni stadio la totale indipendenza e autonomia delle due potenze europee.
Francia e Gran Bretagna, da sole, coprono il cinquanta per cento della spesa della difesa in Europa. Ciononostante, negli ultimi decenni, il budget difensivo messo a disposizione da Parigi e Londra è diminuito progressivamente e solo due settimane fa il governo Cameron ha annunciato un ulteriore taglio dell'otto per cento congelando anche la progettazione degli ultramoderni aerei spia Nimrod. Il progetto congiunto anglo-francese prevede una spesa iniziale di diverse centinaia di milioni di euro ma in una prospettiva a medio e lungo termine l'investimento ripagherà - entrambi i paesi - sia sotto il profilo del risparmio che sotto i vantaggi di una cooperazione tecnica.
Se in Francia la firma dei trattati è stata salutata con favore o, al massimo, con indifferenza, gran parte della stampa britannica ha lanciato chiari segni di disapprovazione. Il Daily Express titolava: "L'accordo potrebbe mettere l'esercito di Sua Maestà agli ordini dei francese"; così come il Daily Telegraph risveglia "la millenaria ostilità" verso i francesi che oramai fa parte del Dna britannico paventando la possibilità che la Sas (Special Air Service) - il corpo d'elite britannico - debba poter rispondere agli ordini dell'Eliseo. Per il ministro della Difesa Liam Fox si tratta di allarmismi inutili e fini a se stessi: nell'ambito di operazioni globali, quali quelle sotto l'egida della Nato, ben può accadere che i soldati di Sua Maestà possano trovarsi a operare sotto il comando polacco o turco e non per questo la sovranità nazionale in tema di difesa viene messa in discussione. Il Times, in un ottica più morbida e ragionevole, ricorda invece che il riavvicinamento tra i due paesi risale a tempi remoti e che già nel 1940 Winston Churchill aveva proposto la fusione di Gran Bretagna e Francia in un unico grande paese, con un esercito unico, per affrontare la minaccia nazista. Certamente altri tempi, quelli. Ma in piena crisi, mettere da parte vecchie rivalità e diffidenze per risparmiare sul budget, val bene una firma.
di Nicola SessaPeaceReporter - Un primo accordo, di carattere strettamente militare, prevede la costituzione di un corpo di spedizione unitario, una brigata da diecimila uomini - cinquemila per parte - a guida, alternativamente, britannica e francese. A differenza della brigata franco-tedesca, il nuovo corpo militare non avrà carattere permanente né una base di riferimento. I diecimila uomini saranno impiegati in operazioni bilaterali o in missioni condotte sotto l'ombrello Onu, Ue o Nato. La brigata sarà specializzata nella evacuazione di civili da zone di guerra e di disastri naturali. Gli altri punti dell'accordo riguardano la costruzione di sottomarini e lo sviluppo delle comunicazioni satellitari e dei droni - gli aerei senza pilota. Nella prima fase dell'accordo è previsto che i britannici possano condurre esercitazioni a bordo della portaerei Charles De Gaulle.
Il secondo trattato riguarda la sperimentazione delle testate nucleari (la Francia ne possiede almeno 300, la Gran Bretagna 255): all'uopo, nella città di Aldermaston (Gb) verrà allestito un istituto di ricerca per i test nucleari, mentre a Valduc (F), in Borgogna, un laboratorio ospiterà le sperimentazioni simulate - è bene ricordare che Gran Bretagna e Francia sono entrambe firmatarie del Trattato di non Proliferazione nucleare e quindi non posso procedere ad esperimenti che prevedano esplosioni. La collaborazione durerà, a partire dal 2014, cinquant'anni e nonostante tecnici francesi e britannici lavoreranno gomito a gomito, non è prevista la condivisione di segreti militari e sarà garantita ad ogni stadio la totale indipendenza e autonomia delle due potenze europee.
Francia e Gran Bretagna, da sole, coprono il cinquanta per cento della spesa della difesa in Europa. Ciononostante, negli ultimi decenni, il budget difensivo messo a disposizione da Parigi e Londra è diminuito progressivamente e solo due settimane fa il governo Cameron ha annunciato un ulteriore taglio dell'otto per cento congelando anche la progettazione degli ultramoderni aerei spia Nimrod. Il progetto congiunto anglo-francese prevede una spesa iniziale di diverse centinaia di milioni di euro ma in una prospettiva a medio e lungo termine l'investimento ripagherà - entrambi i paesi - sia sotto il profilo del risparmio che sotto i vantaggi di una cooperazione tecnica.
Se in Francia la firma dei trattati è stata salutata con favore o, al massimo, con indifferenza, gran parte della stampa britannica ha lanciato chiari segni di disapprovazione. Il Daily Express titolava: "L'accordo potrebbe mettere l'esercito di Sua Maestà agli ordini dei francese"; così come il Daily Telegraph risveglia "la millenaria ostilità" verso i francesi che oramai fa parte del Dna britannico paventando la possibilità che la Sas (Special Air Service) - il corpo d'elite britannico - debba poter rispondere agli ordini dell'Eliseo. Per il ministro della Difesa Liam Fox si tratta di allarmismi inutili e fini a se stessi: nell'ambito di operazioni globali, quali quelle sotto l'egida della Nato, ben può accadere che i soldati di Sua Maestà possano trovarsi a operare sotto il comando polacco o turco e non per questo la sovranità nazionale in tema di difesa viene messa in discussione. Il Times, in un ottica più morbida e ragionevole, ricorda invece che il riavvicinamento tra i due paesi risale a tempi remoti e che già nel 1940 Winston Churchill aveva proposto la fusione di Gran Bretagna e Francia in un unico grande paese, con un esercito unico, per affrontare la minaccia nazista. Certamente altri tempi, quelli. Ma in piena crisi, mettere da parte vecchie rivalità e diffidenze per risparmiare sul budget, val bene una firma.
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