sabato, novembre 20, 2010
Si sta espandendo a macchia d’olio l’epidemia di colera, che secondo un ultimo bilancio ha provocato 1186 morti, 76 in più rispetto a ieri. 

Misna - Fonti mediche della MISNA ad Haiti sottolineano che il numero riportato è ufficiale, ma che quello reale è sicuramente ben più alto. Ora, sottolineano le stesse fonti, si pone anche il problema della gestione dei cadaveri delle vittime di colera, altamente contagiosi, che per legge non devono essere restituiti alle famiglie ma raccolti da un apposito servizio, statale, per essere depositati in fosse comuni speciali. “Questo virus è fulminante. Alcuni ammalati muoiono soltanto tre o quattro ore dopo aver manifestato i primi sintomi” ha detto alla MISNA padre Gianfranco Lovera, missionario camilliano, il cui ospedale ‘Foyer Saint Camille’ alla periferia di Port-au-Prince accoglie al momento una ventina di pazienti affetti di colera. “Per lottare contro la malattia e resistere – dice alla MISNA padre Lovera – è fondamentale la reidratazione, ma come sempre l’accesso all’acqua potabile ad Haiti resta un grande problema”. Stamani non si sono registrate tensioni a Port-au-Prince, né nella città settentrionale di Cap-Haitien, teatro ieri di disordini, espressione di un malcontento popolare contro i caschi blu della Minustah, la locale missione dell’Onu, presente dal 2004. Con l’avvicinarsi delle elezioni generali del 28 Novembre, i disagi della povertà, di una ricostruzione post-terremoto che non sembra prendere piede, il dilagare di una preoccupante epidemia di colera, sulle cui origini permangono ancora molti dubbi, fanno crescere alle stelle l’esasperazione della gente. Un’esasperazione, secondo alcuni osservatori, che potrebbe facilmente essere strumentalizzata a fini politici.

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