Queste le parole del Papa in apertura del Concistoro
Radiovaticana - La libertà di annunciare il Vangelo e il relativismo che cerca di distruggerla, imponendo la propria “dittatura”. E’ questo il difficile scenario in cui si muove la Chiesa del Terzo millennio, evocato questa mattina da Benedetto XVI nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, dove si è svolta la Giornata di incontro e riflessione che ha aperto il Concistoro e che vedrà domani il Papa creare 24 nuovi cardinali. Assieme al Pontefice, circa 150 porporati hanno preso parte all’assise, durante la quale alcuni di loro hanno preso la parola per parlare delle persecuzioni subite dai cristiani in alcune parti del mondo, ma anche di libertà religiosa e di rapporti col mondo musulmano, della difesa dei valori fondamentali e della centralità della liturgia nella vita della Chiesa. Il servizio di Alessandro De Carolis:(ascolta)
Una giornata per fare il riassunto di ciò che la Chiesa universale del primo decennio del 21.mo secolo vive, patisce e spera. Un incontro di scambio e di preghiera al livello più alto: quello del Papa con i suoi primi collaboratori facenti parte del Collegio cardinalizio, che si appresta a rinfoltire i ranghi con la nomina di 24 nuovi cardinali.
(Inno Ora media)
Le note dell’Ora media e la sobria cadenza delle antiche formule latine risuonate e recitate da Benedetto XVI e dai cardinali prima degli interventi hanno fatto da cornice alla delicatezza dei temi affrontati dal Papa e dai membri del Collegio delle porpore. Dopo un saluto iniziale del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio – che ha ringraziato il Pontefice per la Beatificazione del cardinale Newman e per l’avvio della Causa di Beatificazione del cardinale vietnamita, Van Thuan – è stato Benedetto XVI a introdurre la riflessione, toccando – ha informato un comunicato ufficiale della Sala Stampa vaticana – sia il tema del rapporto tra verità e libertà, sia il tema della liturgia nella Chiesa odierna. Riguardo al primo, il Papa ha ricordato che “nel mandato del Signore di annunciare il Vangelo è implicita l’esigenza della libertà di farlo e tuttavia ciò incontra, nella storia, diverse opposizioni”. Il rapporto fra verità e libertà, ha notato, “oggi si trova di fronte alla grande sfida del relativismo, che sembra completare il concetto di libertà ma in realtà rischia di distruggerla proponendosi come una vera ‘dittatura’”.
Parole che hanno trovato eco, poco dopo, nella relazione del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cui intervento “ha tracciato una visione panoramica dei tentativi odierni di limitare la libertà dei cristiani nelle varie regioni del mondo.” Specie nelle nazioni occidentali che pure, ha osservato, “spesso devono al Cristianesimo i tratti profondi della loro identità e cultura”, si assiste oggi a “un processo di secolarizzazione, con tentativi di emarginazione dei valori spirituali dalla vita sociale”. Di qui, il cardinale Bertone ha sintetizzato la situazione della libertà religiosa che oggi si riscontra nei Paesi islamici e che la Santa Sede da sempre promuove in campo internazionale, in particolare in sede Onu. Dopo il segretario di Stato, la parola è passata al cardinale Antonio Cañizares, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, che ha ribadito l’importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa e l’importanza di rimanere fedeli alle norme che oggi la regolano. Prima di lui, Benedetto XVI aveva richiamato l’importanza essenziale della liturgia nella vita della Chiesa come “luogo della presenza di Dio con noi”, ovvero “il luogo in cui la Verità vive con noi”.
(Ora media)
Il successivo dibattito ha visto alternarsi al microfono 18 cardinali, con un ventaglio di considerazioni incentrate, informa la nota ufficiale, principalmente sulla “problematica della libertà religiosa” e sulle “difficoltà incontrate dall’attività della Chiesa” nei cinque continenti, specie nei Paesi a maggioranza islamica. Un argomento strettamente connesso con quello, ugualmente affrontato nell’Aula, del dialogo interreligioso in generale e con le comunità musulmane in particolare. Spazio ha trovato pure la trattazione delle difficoltà, definite “gravi”, che oggi la Chiesa incontra nella difesa di valori fondati sul diritto naturale, come il rispetto della vita e della famiglia, e non sono mancati “suggerimenti di linee di impegno per rispondere alle sfide poste alla Chiesa di oggi”. Alcuni interventi, in chiave liturgica, hanno messo in risalto la centralità della celebrazione eucaristica nella vita della Chiesa e il “rispetto dovuto al sacramento dell’Eucaristia”.
Una giornata per fare il riassunto di ciò che la Chiesa universale del primo decennio del 21.mo secolo vive, patisce e spera. Un incontro di scambio e di preghiera al livello più alto: quello del Papa con i suoi primi collaboratori facenti parte del Collegio cardinalizio, che si appresta a rinfoltire i ranghi con la nomina di 24 nuovi cardinali.
(Inno Ora media)
Le note dell’Ora media e la sobria cadenza delle antiche formule latine risuonate e recitate da Benedetto XVI e dai cardinali prima degli interventi hanno fatto da cornice alla delicatezza dei temi affrontati dal Papa e dai membri del Collegio delle porpore. Dopo un saluto iniziale del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio – che ha ringraziato il Pontefice per la Beatificazione del cardinale Newman e per l’avvio della Causa di Beatificazione del cardinale vietnamita, Van Thuan – è stato Benedetto XVI a introdurre la riflessione, toccando – ha informato un comunicato ufficiale della Sala Stampa vaticana – sia il tema del rapporto tra verità e libertà, sia il tema della liturgia nella Chiesa odierna. Riguardo al primo, il Papa ha ricordato che “nel mandato del Signore di annunciare il Vangelo è implicita l’esigenza della libertà di farlo e tuttavia ciò incontra, nella storia, diverse opposizioni”. Il rapporto fra verità e libertà, ha notato, “oggi si trova di fronte alla grande sfida del relativismo, che sembra completare il concetto di libertà ma in realtà rischia di distruggerla proponendosi come una vera ‘dittatura’”.
Parole che hanno trovato eco, poco dopo, nella relazione del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cui intervento “ha tracciato una visione panoramica dei tentativi odierni di limitare la libertà dei cristiani nelle varie regioni del mondo.” Specie nelle nazioni occidentali che pure, ha osservato, “spesso devono al Cristianesimo i tratti profondi della loro identità e cultura”, si assiste oggi a “un processo di secolarizzazione, con tentativi di emarginazione dei valori spirituali dalla vita sociale”. Di qui, il cardinale Bertone ha sintetizzato la situazione della libertà religiosa che oggi si riscontra nei Paesi islamici e che la Santa Sede da sempre promuove in campo internazionale, in particolare in sede Onu. Dopo il segretario di Stato, la parola è passata al cardinale Antonio Cañizares, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, che ha ribadito l’importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa e l’importanza di rimanere fedeli alle norme che oggi la regolano. Prima di lui, Benedetto XVI aveva richiamato l’importanza essenziale della liturgia nella vita della Chiesa come “luogo della presenza di Dio con noi”, ovvero “il luogo in cui la Verità vive con noi”.
(Ora media)
Il successivo dibattito ha visto alternarsi al microfono 18 cardinali, con un ventaglio di considerazioni incentrate, informa la nota ufficiale, principalmente sulla “problematica della libertà religiosa” e sulle “difficoltà incontrate dall’attività della Chiesa” nei cinque continenti, specie nei Paesi a maggioranza islamica. Un argomento strettamente connesso con quello, ugualmente affrontato nell’Aula, del dialogo interreligioso in generale e con le comunità musulmane in particolare. Spazio ha trovato pure la trattazione delle difficoltà, definite “gravi”, che oggi la Chiesa incontra nella difesa di valori fondati sul diritto naturale, come il rispetto della vita e della famiglia, e non sono mancati “suggerimenti di linee di impegno per rispondere alle sfide poste alla Chiesa di oggi”. Alcuni interventi, in chiave liturgica, hanno messo in risalto la centralità della celebrazione eucaristica nella vita della Chiesa e il “rispetto dovuto al sacramento dell’Eucaristia”.
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