martedì, novembre 16, 2010
Una corte d’appello ha ordinato la riesumazione delle spoglie di José Tohá, già ministro dell’Interno e della Difesa del presidente democratico Salvador Allende, su richiesta dell’avvocato della famiglia.

Agenzia Misna - Per il regime di Augusto Pinochet, il militante socialista, avvocato e giornalista, si suicidò: secondo diverse fonti fu invece vittima di strangolamento. Tohá, 55 anni, fu arrestato insieme ad altri esponenti del governo Allende il giorno del golpe guidato da Pinochet, l’11 Settembre 1973. Rimase detenuto alla Scuola militare di Santiago, nell’isola australe di Dawson, nell’ospedale di Punta Arenas e nuovamente nella capitale, presso l’ospedale militare, dove fu ricoverato “in grave stato di denutrizione”, secondo il rapporto della Commissione di Verità e Riconciliazione. Per la stessa Commissione, la morte di Tohá, nel Marzo 1974, fu “prodotto della violazione dei suoi diritti umani”; era alto 1,92 e morì che pesava 49 chili. Il regime sostenne che si tolse la vita, ma un rapporto successivo del medico forense Luis Ravanal stabilì che l’ex-ministro morì per “strangolamento manuale di natura omicida”. In un’intervista rilasciata nel 2005 al quotidiano ‘La Nación’, anche il perito della polizia Alfonso Chelén Araya dichiarò che l’ipotesi del suicidio sarebbe sempre stata insostenibile. “Non aveva neanche la forza per alzarsi” ha detto Chelén, aggiungendo che l’ex-ministro presentava anche chiari segni di tortura.

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