sabato, ottobre 02, 2010
“Sono contrario alla pena di morte” perché “cerco una giustizia più grande”. Con un testo in prima persona, diretto ed efficace, e sullo sfondo di recenti avvenimenti internazionali, il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, prende una netta posizione contro le esecuzioni capitali, in qualsiasi parte del mondo esse avvengano e per qualsiasi tipo di reato siano comminate.

RadioVaticana - Sono contrario al ricorso alla pena di morte.
Non la voglio né in Cina, né in Iran, né negli Stati Uniti, né in India, né in Indonesia, né in Arabia Saudita, né in nessuna parte del mondo.
Non la voglio per lapidazione, né per fucilazione, né per decapitazione, né per impiccagione, né per scossa elettrica, né per iniezione letale. Non la voglio dolorosa, né indolore. Non la voglio in pubblico, né in segreto.
Non la voglio per le donne, né per gli uomini; non per gli handicappati, né per i sani.
Non la voglio per i civili, né per i militari; non la voglio né in pace, né in guerra.
Non la voglio per chi può essere innocente, ma non la voglio neppure per i rei confessi.
Non la voglio per gli omosessuali. Non la voglio per le adultere. Non la voglio per nessuno.
Non la voglio neppure per gli assassini, per i mafiosi, per i traditori e per i tiranni.
Non la voglio per vendetta, non per liberarci di prigionieri scomodi o costosi, e neppure per presunta misericordia.
Perché cerco una giustizia più grande. Ed è bene camminare per questa strada per affermare sempre di più, a vantaggio di tutti, la dignità della persona e della vita umana, di cui non siamo noi a disporre. Come dice il Catechismo della Chiesa cattolica citando Giovanni Paolo II, oggi per gli Stati, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo per renderlo inoffensivo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” (n.2267). Rendiamoli inesistenti. E’ meglio.

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