Gli scontri di questi giorni sullo smaltimento dei rifiuti sono la conseguenza di un’emergenza che va avanti da anni. E mentre il governo continua con discariche ed inceneritori, gli abitanti di Boscoreale e Terzigno hanno deciso di ribellarsi.
PeaceReporter - "Solo l'aria c'era rimasta, e adesso ci volete togliere pure quella!" è un grido che si sente spesso di questi giorni a Boscoreale e Terzigno, due piccoli paesi all'ombra del Vesuvio che in questi giorni stanno vivendo un'aggressione inaudita da parte dello Stato Italiano. Ogni notte, accompagnate da centinaia di poliziotti in assetto anti-sommossa, arrivano centinaia di camion carichi di spazzatura da sversare nella locale discarica "Cava Sari". Dopo un'estate passata chiusi in casa a causa delle esalazioni che ammorbano l'intera area, gli abitanti del luogo sembrano averne avuto abbastanza e hanno deciso di reagire, cercando ogni notte di impedire ai camion di raggiungere la discarica. La reazione dello Stato, anche a causa dell'ennesima misteriosa "emergenza rifiuti" che nelle ultime settimane ha visto le strade di Napoli riempirsi di cumuli di spazzatura non raccolta, è inflessibile: il territorio è presidiato da esercito e forze di polizia e ogni notte i presidi dei cittadini vengono caricati e sgomberati a colpi di manganello.
Ma questo attacco concertato fatto di spazzatura e violenza, come l'emergenza rifiuti che perennemente minaccia la Campania, non è una cosa nuova: la prima discarica nella zona risale ai primi anni Ottanta, e per anni vi è stato sversato di tutto. Nel 1994, con l'istituzione del Parco del Vesuvio, la discarica è stata chiusa ma, dopo la drammatica "emergenza rifiuti" del 2008 e grazie ai decreti di emergenza che ne sono scaturiti, è arrivata la Cava Sari. Aperta in deroga praticamente a tutto (la legislazione ordinaria, quella relativa al rischio sismico e vulcanico, il fatto di essere in un Parco Nazionale che è pure Patrimonio Mondiale Unesco), la Cava Sari doveva originariamente ricevere solo FOS (Frazione Organica Stablizzata), uno dei vari prodotti dello smaltimento della spazzatura. Peccato che in Campania non ci siano stabilimenti funzionanti che producano il FOS, e che quindi la spazzatura che ogni notte arriva a tonnellate è "tal quale", cioè spazzatura e basta.
Al posto di costruire stabilimenti di compostaggio, lo Stato ha costruito un'inceneritore ad Acerra - che a tutt'oggi nemmeno funziona - e aperto discariche che inevitabilmente si riempiono: a poche centinaia di metri dalla Sari vi è Cava Vitiello, dove quando la prima sarà piena (il che dovrebbe accadere nei primi mesi del 2011) verrà aperta una nuova discarica, segnando per altri vent'anni il destino di questa terra e di questa gente. Una soluzione ci sarebbe ed è la raccolta differenziata, che per un'ironia del destino viene anche fatta dagli abitanti di Boscoreale i quali tuttavia devono subire le conseguenze di un sistema che la differenziata non l'ha mai voluta, arrivando persino a commissariare il sindaco di Comigliano, colpevole di aver proposto per il suo comune un piano che prevedeva il riciclo del 65 percento dei rifiuti prodotti. La spazzatura rende troppi soldi per riciclarla, meglio accumularla nelle cave del parco nazionale, bruciarla in costosissimi inceneritori inquinanti o addirittura lasciarla a marcire nelle strade per far salire la tensione, e quindi la possibilità di fare affari e manganellare chi si oppone.
In un'inchiesta della Procura di Napoli del 2008, il ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania è stato definito come "imperniato su una attività di lavorazione assolutamente fittizia" - la spazzatura non è smaltita, ma semplicemente sversata sul territorio, in un processo opaco pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata e dal traffico di rifiuti tossici, come dimostra il ritrovamento di materiale radioattivo in un camion della spazzatura a Terzigno denunciato in questi giorni dal commissario regionale dei Verdi Emilio Borrelli. "I siti delle discariche sono stati individuati dal governo Prodi", ha commentato Giacomo del Movimento per la Difesa del Territorio - Area Vesuviana, "e Berlusconi sta aprendo discariche su discariche. La politica in questo territorio è stata nel migliore dei casi assente, e nei peggiori complice consapevole, di quelli che ci stanno avvelenando".
Ma questo attacco concertato fatto di spazzatura e violenza, come l'emergenza rifiuti che perennemente minaccia la Campania, non è una cosa nuova: la prima discarica nella zona risale ai primi anni Ottanta, e per anni vi è stato sversato di tutto. Nel 1994, con l'istituzione del Parco del Vesuvio, la discarica è stata chiusa ma, dopo la drammatica "emergenza rifiuti" del 2008 e grazie ai decreti di emergenza che ne sono scaturiti, è arrivata la Cava Sari. Aperta in deroga praticamente a tutto (la legislazione ordinaria, quella relativa al rischio sismico e vulcanico, il fatto di essere in un Parco Nazionale che è pure Patrimonio Mondiale Unesco), la Cava Sari doveva originariamente ricevere solo FOS (Frazione Organica Stablizzata), uno dei vari prodotti dello smaltimento della spazzatura. Peccato che in Campania non ci siano stabilimenti funzionanti che producano il FOS, e che quindi la spazzatura che ogni notte arriva a tonnellate è "tal quale", cioè spazzatura e basta.
Al posto di costruire stabilimenti di compostaggio, lo Stato ha costruito un'inceneritore ad Acerra - che a tutt'oggi nemmeno funziona - e aperto discariche che inevitabilmente si riempiono: a poche centinaia di metri dalla Sari vi è Cava Vitiello, dove quando la prima sarà piena (il che dovrebbe accadere nei primi mesi del 2011) verrà aperta una nuova discarica, segnando per altri vent'anni il destino di questa terra e di questa gente. Una soluzione ci sarebbe ed è la raccolta differenziata, che per un'ironia del destino viene anche fatta dagli abitanti di Boscoreale i quali tuttavia devono subire le conseguenze di un sistema che la differenziata non l'ha mai voluta, arrivando persino a commissariare il sindaco di Comigliano, colpevole di aver proposto per il suo comune un piano che prevedeva il riciclo del 65 percento dei rifiuti prodotti. La spazzatura rende troppi soldi per riciclarla, meglio accumularla nelle cave del parco nazionale, bruciarla in costosissimi inceneritori inquinanti o addirittura lasciarla a marcire nelle strade per far salire la tensione, e quindi la possibilità di fare affari e manganellare chi si oppone.
In un'inchiesta della Procura di Napoli del 2008, il ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania è stato definito come "imperniato su una attività di lavorazione assolutamente fittizia" - la spazzatura non è smaltita, ma semplicemente sversata sul territorio, in un processo opaco pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata e dal traffico di rifiuti tossici, come dimostra il ritrovamento di materiale radioattivo in un camion della spazzatura a Terzigno denunciato in questi giorni dal commissario regionale dei Verdi Emilio Borrelli. "I siti delle discariche sono stati individuati dal governo Prodi", ha commentato Giacomo del Movimento per la Difesa del Territorio - Area Vesuviana, "e Berlusconi sta aprendo discariche su discariche. La politica in questo territorio è stata nel migliore dei casi assente, e nei peggiori complice consapevole, di quelli che ci stanno avvelenando".
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