La nostra redattrice Monica Cardarelli, durante la novena in preparazione della festa della santa assiana, è stata in cammino sui luoghi di Chiara: un profondo percorso interiore e umano
Il mese di agosto è il periodo generalmente dedicato alle vacanze, ma chi come noi segue le tappe della spiritualità francescana sa bene che questo è un periodo molto intenso di preghiera. Il 2 agosto infatti, come più volte ricordato, segna la data del ‘Perdono di Assisi’, e coincidenza vuole che proprio in quel giorno abbia inizio la Novena per la festa di Santa Chiara, che ricorda la sua morte avvenuta l’11 agosto 1253. Quest’anno la Novena di Chiara ha coinciso per me con il ripercorrere i luoghi che hanno segnato il suo cammino e ciò ha rappresentato personalmente un percorso interiore e umano.
Il mio cammino è iniziato il 2 di agosto all’eremo dei Frati cappuccini de Le Celle di Cortona, uno dei primi insediamenti francescani in Toscana. In quel luogo Francesco giunse nel 1211 perché, trovatosi a predicare a Cortona, domandò un luogo isolato per pregare e gli fu indicato proprio quello. Non potendo scindere la figura e il percorso di Francesco da quello di Chiara, ho scelto questo luogo per il giorno del Perdono di Assisi. Alle Celle infatti è ancora tradizione giungere in processione da più parti vicine e partecipare ad una delle messe che vengono celebrate nell’arco della giornata, oltre ad avere la possibilità di confessarsi e ricevere così l’indulgenza del Perdono.
Il 2 agosto, inoltre, ho partecipato alla Novena di Santa Chiara delle Clarisse di Cortona e da lì ho proseguito in direzione di Assisi per ripercorrere anche concretamente i luoghi della santa assisana.
“La notte seguente, pronta ormai ad obbedire al Santo, attua la fuga desiderata in degna compagnia. E poiché non le parve opportuno uscire dalla porta solita, riuscì a schiudere con le proprie mani un’altra porta ostruita da mucchi di legna e di pietre, meravigliandosi ella per prima della sua forza. Abbandonati dunque la casa, la città e i consanguinei, si affrettò a raggiungere Santa Maria di Porziuncola. E lì i frati, che vegliavano in preghiera presso il piccolo altare di Dio, accolsero la vergine Chiara con le lampade. Lì, rinnegate le sozzure di Babilonia, consegnò al mondo il libello del ripudio; lì, rinunciando ai capelli per mano dei frati, abbandonò le sue bellezze.” (Vita di Chiara d’Assisi, Tommaso da Celano)
La mia prima tappa è stata dunque Santa Maria degli Angeli, la Porziuncola, per iniziare con lei il percorso. “Questo è il luogo nel quale il nuovo esercito dei poveri, comandato da Francesco, felicemente incominciava ad esistere, così che chiaramente si vede come la Madre della misericordia partorì nella sua casa l’uno e l’altro Ordine.” (Vita di Santa Chiara d’Assisi, Tommaso da Celano)
Ancora una volta i luoghi sono simboli e la Porziuncola, così come San Damiano, rappresenta un punto d’incontro e di partenza tra Francesco e Chiara e il cammino che hanno percorso. “E quando ebbe prese le insegne della santa penitenza davanti all’altare della beata Maria e quasi davanti al letto nuziale di questa Vergine l’umile serva si fu sposata a Cristo, subito san Francesco la condusse alla chiesa di San Paolo perché Chiara vi rimanesse fino a una diversa volontà dell’Altissimo.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
Nonostante i secoli abbiano mutato il percorso, le vie e i tratti ambientali, mi sono messa in cammino dalla Porziuncola a San Paolo alle Abradesse, a Bastia Umbra. Oggi non resta che la chiesa annessa al cimitero della cittadina umbra - che si trova oltre il centro abitato vicino alla strada provinciale che conduce ad Assisi - poiché il monastero benedettino in cui fu accolta Chiara è andato distrutto. A San Paolo alle Abbadesse Chiara arrivò e fu accolta come serva, umile e povera. Aveva quindi già rinunciato alla sua eredità e alla sua dote. Il monastero di Benedettine poteva sembrare un luogo sicuro per lei, ma diventò estremamente pericoloso perché la sua scelta di povertà radicale fece infuriare i parenti che accorsero a prenderla. “Raggiunti a volo dalla notizia, i familiari, sgomenti, condannano amaramente il proposito che la vergine aveva messo in atto e riunitisi in gruppo accorrono sul luogo per tentare di ottenere l’impossibile. Si adoperano con la violenza, con trame avvelenate, con promesse lusinghiere, cercando in tal modo di distoglierla da quella condizione umiliata, che non è all’altezza della famiglia, e non ha precedenti nella contrada.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
È chiaro, dunque, che ciò che irrita i familiari non è tanto la scelta religiosa, quanto che questa scelta sia stata fatta da Chiara affidandosi ad un ragazzo come Francesco che l’aveva consacrata a Dio e soprattutto, per avere scelto di entrare nel monastero come serva, in condizione umile e umiliante per la famiglia, senza precedenti. “Ma ella, tenendosi stretta ai panni dell’altare, si scopre la testa rasata e conferma che nessuno la strapperà dal servizio di Cristo. E la lotta ostile dei suoi le dà più coraggio, nuove forze le infonde l’amore, provocato dalle offese.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
La chiesa di San Paolo alle Abbadesse si incontra alla prima entrata del cimitero di Bastia Umbra e sembra indicarne l’accesso. È una piccola chiesa eretta tra l’XI e il XII secolo e si presenta con un’unica navata con copertura a capanna. La semplicità, l’essenzialità del luogo rievoca la permanenza di Chiara tra le sue mura. Accanto all’altare è chiaramente indicato e illuminato da piccole candele il pilastro dell’altare a cui Chiara si tenne per contrastare la forza dei suoi familiari che cercavano di portarla via. La vicinanza ad Assisi fa chiaramente supporre varie incursioni dei familiari di Chiara, perciò è comprensibile la sua inquietudine in quel luogo, nonostante la tranquillità della chiesa e dell’allora monastero. “E così a lungo per molti giorni sopportando l’ostacolo posto sulla via del Signore e l’opposizione dei suoi alla decisione di diventare santa, l’animo non vacillò, non venne meno l’ardore; anzi tra le parole di odio si conforma l’animo alla speranza, così che alla fine i parenti, sconfitti, tacciono. Trascorsi pochi giorni si trasferì alla chiesa di Sant’Angelo in Panzo.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
La zona del Panzo si trova a due chilometri da Assisi, sulle pendici orientali del monte Subasio, e prende il nome da una sorgente millenaria che ha dato e dà l’acqua alla città attraverso cunicoli scavati nella roccia. Il convento dove fu portata Chiara fu costruito intorno al X secolo sulle rovine di un insediamento romano e, attualmente, è abitazione privata. Nonostante ciò, è possibile comunque visitare la chiesa di Sant’Angelo e le fonti d’acqua che sgorgano nel giardino antistante. In questo monastero con molta probabilità abitavano delle pie donne, non propriamente delle religiose, che si dedicavano alla preghiera e ai lavori per i poveri. La chiesa comunque parve a Francesco e Chiara un luogo più tranquillo al riparo dai familiari. Piccola, raccolta, ricorda nella sua dimensione la Porziuncola e rievoca momenti di forte preghiera e intensa meditazione. Fu proprio lì che la sorella Beatrice (che cambiò il suo nome in seguito in Agnese) raggiunse Chiara e ciò scatenò ulteriormente la furia della famiglia. La Leggenda di Santa Chiara narra come ella compì lì il suo primo miracolo: “Mentre infatti le sorelle, felici, seguivano le orme di Cristo presso la chiesa di Sant’Angelo di Panzo, e quella che più era in comunione con Dio insegnava alla sua novizia e sorella, d’improvviso ecco contro le fanciulle un nuovo attacco dei parenti. Venendo infatti a sapere che Agnese si era trasferita da Chiara, il giorno seguente accorrono al monastero dodici uomini infuriati, che dissimulano con una visita pacifica l’inganno architettato. (…) E mentre quei violenti rapitori trascinavano lungo la china del monte la giovinetta, che si opponeva, ne laceravano le vesti, cospargevano la via di capelli strappati, Chiara, gettandosi a pregare tra le lacrime chiede che sia data alla sorella fermezza di proposito, e che la forza di quegli uomini sia soverchiata dalla potenza divina. E subito sembra che il corpo di Agnese giacente a terra si carichi di tanto peso che molti uomini con tutti i loro sforzi non riescono a trasportarla oltre a un certo ruscello.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
Questo il primo miracolo di Chiara compiuto alla chiesa di Sant’Angelo di Panzo, “ma non trovando lì la perfetta serenità, passò infine per consiglio del beato Francesco alla chiesa di San Damiano (che sarà l'oggetto del prossimo articolo). Qui fissando l’ancora della mente come in un porto sicuro, non oscilla più nel dubbio di mutamenti ulteriori, non esita per l’angustia del luogo, non si lascia impaurire dalla solitudine.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
Nonostante il tempo trascorso, nonostante i cambiamenti ambientali, nonostante tutto, i luoghi aiutano a riportare alla memoria la vita e la spiritualità di un santo. Ripercorrere i sentieri percorsi da Chiara e visitare i luoghi dove è stata può aiutare a percepire la progressività del cammino nonché la sua vita vissuta in quei posti. Passo dopo passo, senza sapere bene dove mi stessi recando, senza avere indicazioni chiare, sono andata avanti. Avevo delle mete precise e questo mi bastava. Avevo tempo, tutto il tempo necessario per raggiungere la meta. Non avevo fretta, non avevo l’ansia di arrivare né di tornare subito indietro quanto piuttosto il desiderio di trovare e fermarmi.
Passo dopo passo nel cammino ho apprezzato l’umiltà di aver bisogno degli altri. Chiedere, domandare, ma anche condividere e rendere partecipi del mio percorso coloro che incontravo. Nel cammino si impara ad affidarsi e fidarsi della Provvidenza ma anche dei fratelli. E quando ci si affida e si mette a disposizione il proprio tempo, la propria energia e i propri passi, si arriva a gustare la gioia della meta raggiunta. “Non arrestarti ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare, cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine.” (II Lettera di Santa Chiara ad Agnese di Praga)
Il mio cammino è iniziato il 2 di agosto all’eremo dei Frati cappuccini de Le Celle di Cortona, uno dei primi insediamenti francescani in Toscana. In quel luogo Francesco giunse nel 1211 perché, trovatosi a predicare a Cortona, domandò un luogo isolato per pregare e gli fu indicato proprio quello. Non potendo scindere la figura e il percorso di Francesco da quello di Chiara, ho scelto questo luogo per il giorno del Perdono di Assisi. Alle Celle infatti è ancora tradizione giungere in processione da più parti vicine e partecipare ad una delle messe che vengono celebrate nell’arco della giornata, oltre ad avere la possibilità di confessarsi e ricevere così l’indulgenza del Perdono.
Il 2 agosto, inoltre, ho partecipato alla Novena di Santa Chiara delle Clarisse di Cortona e da lì ho proseguito in direzione di Assisi per ripercorrere anche concretamente i luoghi della santa assisana.
“La notte seguente, pronta ormai ad obbedire al Santo, attua la fuga desiderata in degna compagnia. E poiché non le parve opportuno uscire dalla porta solita, riuscì a schiudere con le proprie mani un’altra porta ostruita da mucchi di legna e di pietre, meravigliandosi ella per prima della sua forza. Abbandonati dunque la casa, la città e i consanguinei, si affrettò a raggiungere Santa Maria di Porziuncola. E lì i frati, che vegliavano in preghiera presso il piccolo altare di Dio, accolsero la vergine Chiara con le lampade. Lì, rinnegate le sozzure di Babilonia, consegnò al mondo il libello del ripudio; lì, rinunciando ai capelli per mano dei frati, abbandonò le sue bellezze.” (Vita di Chiara d’Assisi, Tommaso da Celano)
La mia prima tappa è stata dunque Santa Maria degli Angeli, la Porziuncola, per iniziare con lei il percorso. “Questo è il luogo nel quale il nuovo esercito dei poveri, comandato da Francesco, felicemente incominciava ad esistere, così che chiaramente si vede come la Madre della misericordia partorì nella sua casa l’uno e l’altro Ordine.” (Vita di Santa Chiara d’Assisi, Tommaso da Celano)
Ancora una volta i luoghi sono simboli e la Porziuncola, così come San Damiano, rappresenta un punto d’incontro e di partenza tra Francesco e Chiara e il cammino che hanno percorso. “E quando ebbe prese le insegne della santa penitenza davanti all’altare della beata Maria e quasi davanti al letto nuziale di questa Vergine l’umile serva si fu sposata a Cristo, subito san Francesco la condusse alla chiesa di San Paolo perché Chiara vi rimanesse fino a una diversa volontà dell’Altissimo.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
Nonostante i secoli abbiano mutato il percorso, le vie e i tratti ambientali, mi sono messa in cammino dalla Porziuncola a San Paolo alle Abradesse, a Bastia Umbra. Oggi non resta che la chiesa annessa al cimitero della cittadina umbra - che si trova oltre il centro abitato vicino alla strada provinciale che conduce ad Assisi - poiché il monastero benedettino in cui fu accolta Chiara è andato distrutto. A San Paolo alle Abbadesse Chiara arrivò e fu accolta come serva, umile e povera. Aveva quindi già rinunciato alla sua eredità e alla sua dote. Il monastero di Benedettine poteva sembrare un luogo sicuro per lei, ma diventò estremamente pericoloso perché la sua scelta di povertà radicale fece infuriare i parenti che accorsero a prenderla. “Raggiunti a volo dalla notizia, i familiari, sgomenti, condannano amaramente il proposito che la vergine aveva messo in atto e riunitisi in gruppo accorrono sul luogo per tentare di ottenere l’impossibile. Si adoperano con la violenza, con trame avvelenate, con promesse lusinghiere, cercando in tal modo di distoglierla da quella condizione umiliata, che non è all’altezza della famiglia, e non ha precedenti nella contrada.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
È chiaro, dunque, che ciò che irrita i familiari non è tanto la scelta religiosa, quanto che questa scelta sia stata fatta da Chiara affidandosi ad un ragazzo come Francesco che l’aveva consacrata a Dio e soprattutto, per avere scelto di entrare nel monastero come serva, in condizione umile e umiliante per la famiglia, senza precedenti. “Ma ella, tenendosi stretta ai panni dell’altare, si scopre la testa rasata e conferma che nessuno la strapperà dal servizio di Cristo. E la lotta ostile dei suoi le dà più coraggio, nuove forze le infonde l’amore, provocato dalle offese.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
La chiesa di San Paolo alle Abbadesse si incontra alla prima entrata del cimitero di Bastia Umbra e sembra indicarne l’accesso. È una piccola chiesa eretta tra l’XI e il XII secolo e si presenta con un’unica navata con copertura a capanna. La semplicità, l’essenzialità del luogo rievoca la permanenza di Chiara tra le sue mura. Accanto all’altare è chiaramente indicato e illuminato da piccole candele il pilastro dell’altare a cui Chiara si tenne per contrastare la forza dei suoi familiari che cercavano di portarla via. La vicinanza ad Assisi fa chiaramente supporre varie incursioni dei familiari di Chiara, perciò è comprensibile la sua inquietudine in quel luogo, nonostante la tranquillità della chiesa e dell’allora monastero. “E così a lungo per molti giorni sopportando l’ostacolo posto sulla via del Signore e l’opposizione dei suoi alla decisione di diventare santa, l’animo non vacillò, non venne meno l’ardore; anzi tra le parole di odio si conforma l’animo alla speranza, così che alla fine i parenti, sconfitti, tacciono. Trascorsi pochi giorni si trasferì alla chiesa di Sant’Angelo in Panzo.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
La zona del Panzo si trova a due chilometri da Assisi, sulle pendici orientali del monte Subasio, e prende il nome da una sorgente millenaria che ha dato e dà l’acqua alla città attraverso cunicoli scavati nella roccia. Il convento dove fu portata Chiara fu costruito intorno al X secolo sulle rovine di un insediamento romano e, attualmente, è abitazione privata. Nonostante ciò, è possibile comunque visitare la chiesa di Sant’Angelo e le fonti d’acqua che sgorgano nel giardino antistante. In questo monastero con molta probabilità abitavano delle pie donne, non propriamente delle religiose, che si dedicavano alla preghiera e ai lavori per i poveri. La chiesa comunque parve a Francesco e Chiara un luogo più tranquillo al riparo dai familiari. Piccola, raccolta, ricorda nella sua dimensione la Porziuncola e rievoca momenti di forte preghiera e intensa meditazione. Fu proprio lì che la sorella Beatrice (che cambiò il suo nome in seguito in Agnese) raggiunse Chiara e ciò scatenò ulteriormente la furia della famiglia. La Leggenda di Santa Chiara narra come ella compì lì il suo primo miracolo: “Mentre infatti le sorelle, felici, seguivano le orme di Cristo presso la chiesa di Sant’Angelo di Panzo, e quella che più era in comunione con Dio insegnava alla sua novizia e sorella, d’improvviso ecco contro le fanciulle un nuovo attacco dei parenti. Venendo infatti a sapere che Agnese si era trasferita da Chiara, il giorno seguente accorrono al monastero dodici uomini infuriati, che dissimulano con una visita pacifica l’inganno architettato. (…) E mentre quei violenti rapitori trascinavano lungo la china del monte la giovinetta, che si opponeva, ne laceravano le vesti, cospargevano la via di capelli strappati, Chiara, gettandosi a pregare tra le lacrime chiede che sia data alla sorella fermezza di proposito, e che la forza di quegli uomini sia soverchiata dalla potenza divina. E subito sembra che il corpo di Agnese giacente a terra si carichi di tanto peso che molti uomini con tutti i loro sforzi non riescono a trasportarla oltre a un certo ruscello.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
Questo il primo miracolo di Chiara compiuto alla chiesa di Sant’Angelo di Panzo, “ma non trovando lì la perfetta serenità, passò infine per consiglio del beato Francesco alla chiesa di San Damiano (che sarà l'oggetto del prossimo articolo). Qui fissando l’ancora della mente come in un porto sicuro, non oscilla più nel dubbio di mutamenti ulteriori, non esita per l’angustia del luogo, non si lascia impaurire dalla solitudine.” (Vita di Santa Chiara, Tommaso da Celano)
Nonostante il tempo trascorso, nonostante i cambiamenti ambientali, nonostante tutto, i luoghi aiutano a riportare alla memoria la vita e la spiritualità di un santo. Ripercorrere i sentieri percorsi da Chiara e visitare i luoghi dove è stata può aiutare a percepire la progressività del cammino nonché la sua vita vissuta in quei posti. Passo dopo passo, senza sapere bene dove mi stessi recando, senza avere indicazioni chiare, sono andata avanti. Avevo delle mete precise e questo mi bastava. Avevo tempo, tutto il tempo necessario per raggiungere la meta. Non avevo fretta, non avevo l’ansia di arrivare né di tornare subito indietro quanto piuttosto il desiderio di trovare e fermarmi.
Passo dopo passo nel cammino ho apprezzato l’umiltà di aver bisogno degli altri. Chiedere, domandare, ma anche condividere e rendere partecipi del mio percorso coloro che incontravo. Nel cammino si impara ad affidarsi e fidarsi della Provvidenza ma anche dei fratelli. E quando ci si affida e si mette a disposizione il proprio tempo, la propria energia e i propri passi, si arriva a gustare la gioia della meta raggiunta. “Non arrestarti ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare, cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine.” (II Lettera di Santa Chiara ad Agnese di Praga)
| Tweet |
Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.