Cento anni fa, da una famiglia albanese veniva al mondo a Skopje – allora città dell’ex Jugoslavia, oggi in Macedonia – l’Angelo dei poveri, Madre Teresa di Calcutta. E oggi il mondo ricorda con numerose celebrazioni questo importante anniversario.
RadioVaticana - Lo ha fatto Benedetto XVI, con un messaggio inviato a suor Prema, superiora generale delle Missionarie della Carità, che la Beata fondò nel 1950. Madre Teresa, scrive il Papa, è stata in vita un “dono inestimabile” e continua a esserlo “attraverso l'amoroso e instancabile lavoro di voi, sue figlie spirituali”. Possa il suo esempio, è l’invito del Pontefice, spingervi “a donare voi stesse generosamente a Gesù, che voi vedete e servite nei poveri, nei malati, nelle persone sole e abbandonate”, e “ad accogliere l'invito di Gesù ‘Vieni, sii la mia luce’”. A Madre Teresa, Benedetto XVI si è più volte riferito in tanti discorsi. Alessandro De Carolis ricorda alcuni dei passaggi più significativi:
Essere sorriso e fuoco per il mondo, quando hai ombre e ghiaccio dentro. E’ la “commedia” divina dei Santi, è stata per lunghissimi anni la vita di Madre Teresa. Una piccola donna grande come il Vangelo, che ha insegnato in che modo, se si ama Cristo, è possibile dare i contorni del Paradiso agli inferni delle più abbiette miserie umane. “Madre Teresa – si legge nel Messaggio inviato dal Papa alle Missionarie della Carità – ha esemplificato davanti al mondo le parole di San Giovanni: ‘Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di Lui è perfetto in noi.’ Questa perfezione, propria di una natura divina, è stata conosciuta dal mondo del Novecento attraverso i mille gesti di carità e le poche, sapienti parole di una creatura umana:
“La Beata Madre Teresa di Calcutta non è stata forse, nei nostri tempi, una testimone indimenticabile della vera gioia evangelica? Viveva quotidianamente a contatto con la miseria, il degrado umano, la morte. La sua anima ha conosciuto la prova della notte oscura della fede, eppure ha donato a tutti il sorriso di Dio”. (Angelus, 16 dicembre 2007)
La “notte oscura” della fede: nel 2007, a dieci anni dalla scomparsa, arrivò nelle librerie un volume che raccoglieva le lettere in cui Madre Teresa confidava di questa particolare percezione di aridità avvertita nell’anima, vissuta e spiegata nei secoli passati anche da grandi mistici. In un’epoca, come la nostra, in cui il privato ha senso solo se è offerto in pasto al pubblico, riesce davvero difficile comprendere il senso di ciò che visse Madre Teresa. Il predicatore pontificio, padre Raniero Cantalamessa, la spiegò così in un articolo: “La interminabile notte di alcuni santi moderni è il mezzo di protezione inventato da Dio per i santi di oggi che vivono e operano costantemente sotto i riflettori dei "media". È la tuta d'amianto per chi deve andare tra le fiamme; è l'isolante che impedisce alla corrente elettrica di disperdersi, provocando corti circuiti…”:
“Con tutta la sua carità, la sua forza di fede, Madre Teresa soffriva del silenzio di Dio. Da una parte, dobbiamo sopportare questo silenzio di Dio anche per potere capire i nostri fratelli che non conoscono Dio. Dall’altra, con il Salmo possiamo sempre di nuovo gridare a Dio: ‘Parla, mostrati!’. E senza dubbio nella nostra vita, se il cuore è aperto, possiamo trovare i grandi momenti nei quali realmente la presenza di Dio diventa sensibile anche per noi. (Agorà dei giovani di Loreto, 1 settembre 2007)
Ma “sarebbe grave errore – proseguiva padre Cantalamessa in quell’articolo – pensare che la vita di queste persone sia tutta tetra sofferenza. Nel fondo dell'anima, queste persone godono di una pace e gioia sconosciute al resto degli uomini, derivanti dalla certezza, più forte in esse del dubbio, di essere nella volontà di Dio”. E questo fu sempre il volto pubblico di Madre Teresa, sia nel fango di uno slum, sia sul podio del Premio Nobel: un volto di pace per i non voluti, i non amati, i non curati. Madre Teresa è stata la dimostrazione vivente – ha affermato Benedetto XVI – del fatto che la gioia “entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri”, fino all’ultimo giorno della loro vita:
“Nessun credente dovrebbe morire nella solitudine e nell’abbandono. Madre Teresa di Calcutta aveva una particolare premura di raccogliere i poveri e i derelitti, perché almeno nel momento della morte potessero sperimentare, nell’abbraccio delle sorelle e dei fratelli, il calore del Padre”. (Discorso alla Pontificia Accademia per la Vita, 25 febbraio 2008)
“Noi aspettiamo con impazienza il Paradiso, dove c'è Dio, ma è in nostro potere stare in Paradiso fin da quaggiù e fin da questo momento. Essere felici con Dio significa: amare come Lui, aiutare come Lui, dare come Lui, servire come Lui”, scrisse Madre Teresa nel libro intitolato “La gioia di darsi agli altri”. Dunque – augurò Benedetto XVI due anni fa alle Missionarie della Carità – che questo “stile di amore evangelico”...
“…suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate quella stessa passione per Cristo e quel luminoso ‘sorriso di Dio’ che hanno animato l’esistenza di Madre Teresa. (Visita Casa dono di Maria, 4 gennaio 2008).
RadioVaticana - Lo ha fatto Benedetto XVI, con un messaggio inviato a suor Prema, superiora generale delle Missionarie della Carità, che la Beata fondò nel 1950. Madre Teresa, scrive il Papa, è stata in vita un “dono inestimabile” e continua a esserlo “attraverso l'amoroso e instancabile lavoro di voi, sue figlie spirituali”. Possa il suo esempio, è l’invito del Pontefice, spingervi “a donare voi stesse generosamente a Gesù, che voi vedete e servite nei poveri, nei malati, nelle persone sole e abbandonate”, e “ad accogliere l'invito di Gesù ‘Vieni, sii la mia luce’”. A Madre Teresa, Benedetto XVI si è più volte riferito in tanti discorsi. Alessandro De Carolis ricorda alcuni dei passaggi più significativi:Essere sorriso e fuoco per il mondo, quando hai ombre e ghiaccio dentro. E’ la “commedia” divina dei Santi, è stata per lunghissimi anni la vita di Madre Teresa. Una piccola donna grande come il Vangelo, che ha insegnato in che modo, se si ama Cristo, è possibile dare i contorni del Paradiso agli inferni delle più abbiette miserie umane. “Madre Teresa – si legge nel Messaggio inviato dal Papa alle Missionarie della Carità – ha esemplificato davanti al mondo le parole di San Giovanni: ‘Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di Lui è perfetto in noi.’ Questa perfezione, propria di una natura divina, è stata conosciuta dal mondo del Novecento attraverso i mille gesti di carità e le poche, sapienti parole di una creatura umana:
“La Beata Madre Teresa di Calcutta non è stata forse, nei nostri tempi, una testimone indimenticabile della vera gioia evangelica? Viveva quotidianamente a contatto con la miseria, il degrado umano, la morte. La sua anima ha conosciuto la prova della notte oscura della fede, eppure ha donato a tutti il sorriso di Dio”. (Angelus, 16 dicembre 2007)
La “notte oscura” della fede: nel 2007, a dieci anni dalla scomparsa, arrivò nelle librerie un volume che raccoglieva le lettere in cui Madre Teresa confidava di questa particolare percezione di aridità avvertita nell’anima, vissuta e spiegata nei secoli passati anche da grandi mistici. In un’epoca, come la nostra, in cui il privato ha senso solo se è offerto in pasto al pubblico, riesce davvero difficile comprendere il senso di ciò che visse Madre Teresa. Il predicatore pontificio, padre Raniero Cantalamessa, la spiegò così in un articolo: “La interminabile notte di alcuni santi moderni è il mezzo di protezione inventato da Dio per i santi di oggi che vivono e operano costantemente sotto i riflettori dei "media". È la tuta d'amianto per chi deve andare tra le fiamme; è l'isolante che impedisce alla corrente elettrica di disperdersi, provocando corti circuiti…”:
“Con tutta la sua carità, la sua forza di fede, Madre Teresa soffriva del silenzio di Dio. Da una parte, dobbiamo sopportare questo silenzio di Dio anche per potere capire i nostri fratelli che non conoscono Dio. Dall’altra, con il Salmo possiamo sempre di nuovo gridare a Dio: ‘Parla, mostrati!’. E senza dubbio nella nostra vita, se il cuore è aperto, possiamo trovare i grandi momenti nei quali realmente la presenza di Dio diventa sensibile anche per noi. (Agorà dei giovani di Loreto, 1 settembre 2007)
Ma “sarebbe grave errore – proseguiva padre Cantalamessa in quell’articolo – pensare che la vita di queste persone sia tutta tetra sofferenza. Nel fondo dell'anima, queste persone godono di una pace e gioia sconosciute al resto degli uomini, derivanti dalla certezza, più forte in esse del dubbio, di essere nella volontà di Dio”. E questo fu sempre il volto pubblico di Madre Teresa, sia nel fango di uno slum, sia sul podio del Premio Nobel: un volto di pace per i non voluti, i non amati, i non curati. Madre Teresa è stata la dimostrazione vivente – ha affermato Benedetto XVI – del fatto che la gioia “entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri”, fino all’ultimo giorno della loro vita:
“Nessun credente dovrebbe morire nella solitudine e nell’abbandono. Madre Teresa di Calcutta aveva una particolare premura di raccogliere i poveri e i derelitti, perché almeno nel momento della morte potessero sperimentare, nell’abbraccio delle sorelle e dei fratelli, il calore del Padre”. (Discorso alla Pontificia Accademia per la Vita, 25 febbraio 2008)
“Noi aspettiamo con impazienza il Paradiso, dove c'è Dio, ma è in nostro potere stare in Paradiso fin da quaggiù e fin da questo momento. Essere felici con Dio significa: amare come Lui, aiutare come Lui, dare come Lui, servire come Lui”, scrisse Madre Teresa nel libro intitolato “La gioia di darsi agli altri”. Dunque – augurò Benedetto XVI due anni fa alle Missionarie della Carità – che questo “stile di amore evangelico”...
“…suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate quella stessa passione per Cristo e quel luminoso ‘sorriso di Dio’ che hanno animato l’esistenza di Madre Teresa. (Visita Casa dono di Maria, 4 gennaio 2008).
| Tweet |
Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.