lunedì, agosto 09, 2010
Il vescovo della città cilena di Copiapò, a 800 chilometri a nord della capitale Santiago, mons. Gaspar Francisco Quintana Jorquera, ha celebrato ieri la Santa Messa all’ingresso di una miniera, dove da giovedì pomeriggio sono intrappolati 34 minatori.

Radio Vaticana - Il presule, circondato dai parenti dei minatori della miniera “San José”, ha sottolineato che si tratta di un gravissimo incidente. Un incidente “che deve servire come richiamo a tutti nell’ambito della sicurezza dei lavoratori”. Mons. Quintana ha poi invitato tutto il Paese “a pregare perché queste persone possano essere salvate”. “Possano avere successo” – ha aggiunto - i diversi gruppi di soccorso che lavorano ininterrottamente da giorni. Le operazioni dei soccorritori sono però ostacolate da diversi crolli all’interno della galleria che potrebbe consentire di raggiungere i minatori. Si stanno quindi scavando altre vie di accesso con lo scopo di portare loro ossigeno, acqua e cibo. Il presule, le cui parole sono state trasmesse dalla televisione nazionale, ha chiesto inoltre ai cileni di “pregare il Signore della Vita perché questi lavoratori siano riportati sani e salvi ai loro cari”. Il vescovo ha anche chiesto ugualmente preghiere per i familiari di queste persone “in quest’ora di sofferenza, dolore e angoscia”. “Deve essere una preghiera corale, una grande catena di amore e solidarietà”, ha affermato mons. Quintana. Affidando queste 34 persone e i loro cari alla “Virgen de la Candelaria”, così amata e venerata dai minatori del nord del Cile, mons. Quintana ha ribadito poi che si deve compiere “ogni sforzo per salvare queste vite preziose agli occhi di Dio”. In un’intervista rilasciata al quotidiano “La Tercera” il vescovo di Copiapò ha posto infine diverse domande sulla sicurezza delle miniere cilene e sulle regole che i responsabili devono applicare. Mons. Quintana ha detto di temere che non siano state prese molte delle precauzioni necessarie. Precauzioni imprescindibili “quando si manda un gruppo di uomini nel ventre della terra”. “La gente alla ricerca di un lavoro per mantenere la famiglia – ha concluso - accetta di lavorare in condizioni precarie. Se così fosse vuol dire che siamo di fronte a casi di sfruttamento umano vergognoso”. (A cura di Luis Badilla)


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