giovedì, luglio 08, 2010
Domenica 27 giugno è trascorso il trentesimo anniversario della strage di Ustica. Nella tragedia persero la vita 81 passeggeri. A tre decenni di distanza non vi è ancora un colpevole. “Sopra e sotto il tavolo”, libro di Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola con prefazione di Giulio Andreotti, propone una prospettiva stimolante, meritevole di lettura…

del nostro collaboratore Stefano Buso

Sono le ore 20.08 del 27 giugno 1980. Un DC 9 della compagnia Itavia - nominativo radio IH870 - decolla con due ore di ritardo dall’aeroporto Marconi di Bologna. La destinazione è Palermo, scalo di Punta Raisi. A distanza di trent’anni sappiamo che il volo non atterrò mai nello scalo palermitano, ma precipitò nel Tirreno, nei pressi delle isole di Ponza e Ustica. Una distesa d’acqua senza fine come i misteri che attorniano questa storia torbida dai contorni vaghi e colma di quesiti irrisolti. “Sopra e sotto il tavolo” di Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola, edito da Tullio Pironti, è il risultato del giornalismo di talento e risoluto che presenta al lettore la cronaca minuziosa di quel volo funesto. Il decollo, la rotta, le comunicazioni radio con la torre di controllo. E poi, improvvisamente, il nulla, dopo un’ultima frase del comandante Gatti spezzata a metà, proprio come le vite di passeggeri ed equipaggio. Una storia di dolore e sdegno.

Un rebus che ha colmato le cronache di questi decenni e a cui, oltre alle dovute commemorazioni, non è stata data una spiegazione attendibile. Tante idee, supposizioni e congetture che vedono coinvolti uomini e vite. Soluzioni talvolta percorribili, altre affatto. Un destino che disegna un’iconografia crudele, aspra, sulla quale diventa impossibile scrivere la parola fine. E così la sofferenza continua lasciando eternamente aperta questa triste pagina di storia.

Libro non molto prolisso, che tuttavia dettaglia in modo esaustivo la cronaca di quell’evento e l’articolato iter giudiziale che ne è seguito. Il volo Itavia del 27 giugno 1980 ha mutato destini e illusioni di molti esseri umani. La memoria tiene sempre vive le ferite ed è essenziale per non dimenticare: nel presente e nel domani.

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