La povertà estrema nel mondo è diminuita secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato oggi, incentrato sui progressi per soddisfare gli Obiettivi del millennio.
Agenzia Misna - “La percentuale di persone nei paesi in via di sviluppo che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno è diminuita dal 46% nel 1990 al 27% nel 2005 grazie ai progressi compiuti in Cina, nel Sud-Est asiatico e in Asia e dovrebbe scendere al 15% nel 2015” osserva il rapporto che evidenzia soprattutto i progressi nella scolarizzazione e vaccinazione di numerosi paesi africani, in prima linea nella lotta contro l’aids-sida, la malaria e le malattie che minacciano la salute infantile. Secondo il documento, tuttavia, solo la metà della popolazione dei paesi in via di sviluppo ha accesso a strutture igienico-sanitarie, mentre le ragazze delle famiglie più povere hanno 3,5 probabilità in più di lasciare la scuola rispetto a quelle delle famiglie ricche e quattro volte di più rispetto ai ragazzi nella stessa condizione. Meno del 50% delle donne in alcune regioni in via di sviluppo ricevono cure mediche durante il periodo della gravidanza e maternità. Nel complesso, il rapporto riferisce che la crisi economica ha causato molti danni nel settore dell’occupazione, ma il suo impatto non minaccia la realizzazione degli Obiettivi del Millennio, che prevedono di dimezzare il tasso di povertà estrema in tutto il mondo entro il 2015. Gli altri obiettivi di sviluppo del millennio prevedono di garantire l’educazione primaria universale, promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’aids-sida, la malaria e altre malattie, proteggere l’ambiente e sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.
Agenzia Misna - “La percentuale di persone nei paesi in via di sviluppo che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno è diminuita dal 46% nel 1990 al 27% nel 2005 grazie ai progressi compiuti in Cina, nel Sud-Est asiatico e in Asia e dovrebbe scendere al 15% nel 2015” osserva il rapporto che evidenzia soprattutto i progressi nella scolarizzazione e vaccinazione di numerosi paesi africani, in prima linea nella lotta contro l’aids-sida, la malaria e le malattie che minacciano la salute infantile. Secondo il documento, tuttavia, solo la metà della popolazione dei paesi in via di sviluppo ha accesso a strutture igienico-sanitarie, mentre le ragazze delle famiglie più povere hanno 3,5 probabilità in più di lasciare la scuola rispetto a quelle delle famiglie ricche e quattro volte di più rispetto ai ragazzi nella stessa condizione. Meno del 50% delle donne in alcune regioni in via di sviluppo ricevono cure mediche durante il periodo della gravidanza e maternità. Nel complesso, il rapporto riferisce che la crisi economica ha causato molti danni nel settore dell’occupazione, ma il suo impatto non minaccia la realizzazione degli Obiettivi del Millennio, che prevedono di dimezzare il tasso di povertà estrema in tutto il mondo entro il 2015. Gli altri obiettivi di sviluppo del millennio prevedono di garantire l’educazione primaria universale, promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’aids-sida, la malaria e altre malattie, proteggere l’ambiente e sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.| Tweet |
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