lunedì, maggio 10, 2010
Recensione del libro di Paul Bakolo Ngoi da parte della nostra Monica Cardarelli

“E’ stato per via dei bambini! Sì, sono stati loro ad aprirci gli occhi!” si racconta in un fumetto di Topolino, il famoso giornalino per i piccoli. Ma se in questa storia e in altre i bambini hanno aperto gli occhi ai grandi, in alcune storie, purtroppo reali, sono i grandi a chiudere loro gli occhi e strapparli dall’infanzia. “Corri Lidja, corri” è il libro di Paul Bakolo Ngoi, edito da Edizioni Paoline. Paul Bakolo Ngoi è originario del Congo-Kinshasa, scrittore e giornalista. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Il Giorno e altre testate giornalistiche. Pavese d’adozione, vive a Pavia dal 1982 e lavora presso l’assessorato alla Cultura del Comune di Pavia. Come scrittore si occupa in particolare di letteratura per ragazzi e cerca di offrire ai giovani alcuni elementi della cultura congolese, raccontando l’Africa nera tradizionale tinta di modernità (www.paulbakolongoi.it).

Il libro “Corri Lidja, corri” apre la nuova collana di libri per ragazzi “Mi riguarda” delle Edizioni Paoline. “Mi riguarda anche se è distante da me, anche se non mi tocca direttamente. Mi riguarda perché colpisce la famiglia di cui facciamo tutti parte: l’umanità. Mi riguarda affronta tematiche sociali forti, alcune lontane nello spazio, altre assai vicine…tute accomunate da un obiettivo: raccontare ai più piccoli che si può NON lasciare indietro chi ha meno possibilità di difendersi, meno opportunità di affermare i propri diritti. E che lo si può fare nel nostro piccolo, provando a non essere indifferenti a ciò che accade vicino e lontano da noi.” questa la presentazione della collana per ragazzi.

Ad una prima lettura “Corri Lidja, corri” può sembrare che non sia un libro per ragazzi. Racconta, infatti, della storia di Lidja, una bambina di 9 anni che vive in un villaggio nella foresta del Congo, felice con la sua famiglia e la sua gente e che, un bel giorno, ha visto arrivare al villaggio dei soldati che hanno raso al suolo tutto, ucciso e depredato il villaggio e soprattutto, hanno preso i bambini per farne dei soldati. I bambini vengono portati al Campo 3, un vero e proprio campo militare in cui i ‘kadogo’, “piccoli oggetti inutili” come venivano chiamati i bambini, vengono addestrati per mansioni da campo e per essere buttati allo sbaraglio in prima linea in una guerra di cui nessuno sa niente, intorno ad un Capitano tiranno e ad una donna soldato che dopo innumerevoli violenze e sofferenze aveva scelto questo mondo e questa strada perché l’unica in cui poteva proseguire. Il racconto è a dir poco agghiacciante, non tanto per tutte le violenze fisiche e psicologiche che i bambini e le bambine sono costretti a subire, quanto per la terribile realtà che rappresenta. Non è una storia, non è un racconto, ma la realtà che migliaia di bambini subiscono tutt’oggi.
Bambini che non sono più tali, a cui viene chiesto di essere adulti, di non piangere, di non chiedere spiegazioni e di accettare tutto senza reagire; dalle frustate e bastonate alla ricerca per il campo del padre del proprio figlio; costretti a lasciare sofferenti a terra alcuni di loro rientrati da una battaglia, sanguinanti e morenti. Bambini a cui viene tolta la dignità umana da parte di adulti che l’hanno persa già. Bambini ridotti in stato di schiavitù da dei carcerieri che si avvicinano più agli animali che agli esseri umani. Un mondo, quello del Campo 3 e di tutti i campi di questo genere, che si spera resti racchiuso tra le pagine di questo libro. Invece no, è reale.

E allora “Corri Lidja, corri” è un libro per ragazzi e per adulti. È un libro che non si può ignorare così come non si può ignorare il problema dei bambini soldato. Non solo perché ai bambini appartiene il mondo, il futuro dell’umanità e perché sono loro ad aprirci gli occhi, ma anche perché bambini o adulti che siamo, non possiamo restare indifferenti di fronte a tali e tante atrocità perpetrate su vite innocenti.

Al sostegno ai bambini soldato hanno aderito: Caritas di Roma (www.caritasroma.it), la Coalizione italiana Stop all’uso dei bambini soldato! (www.bambinisoldato.it, www.child-soldiers.org), l’Unicef (www.unicef.it) e la Ong Coopi, Cooperazione Internazionale (www.coopi.org) e molte altre organizzazioni umanitarie. Le stesse organizzazioni da cui anche Lidja viene salvata. Perché nella sua corsa, nella sua permanenza per molti anni al Campo 3, Lidja non perde la speranza di ritrovare i suoi genitori e i suoi sogni. Non smette di sognare, di pregare e di sorridere al mondo.

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