venerdì, maggio 14, 2010
Alta tensione a Ratchaprasong, il cuore commerciale di Bangkok dove esercito e polizia stanno impiegando armi da fuoco e gas lacrimogeni per sgomberare un accampamento di circa 2000 “camicie rosse”, i manifestanti che da oltre due mesi chiedono le dimissioni del governo e nuove elezioni.

Agenzia Misna - Scaduto l'ultimatum del governo, che chiedeva ai dimostranti di porre fine alle manifestazioni, le violenze sono riprese ieri sera con l'intervento delle Forze armate e l'agguato a uno dei capi più radicali della protesta, l’ex-generale Khattiya Sawasdipol, colpito alla testa forse da un cecchino appostato sui tetti. Negli scontri di ieri è stato ucciso almeno un altro manifestante e ci sono stati diversi feriti. Notizie drammatiche continuano ad arrivare anche oggi. Per contrastare l’avanzata dell’esercito, le “camicie rosse” hanno incendiato pneumatici ed eretto barricate. All’ingresso della zona controllata dai manifestanti un colpo di arma da fuoco ha ferito alla gamba un cameraman canadese dell’emittente “France24”, subito ricoverato in ospedale. Difficile prevedere i prossimi sviluppi. Il ministro della Difesa, il generale Prawit Wongsuwon, ha sostenuto che l’obiettivo dell’intervento dell’esercito è spingere le “camicie rosse” a “tornare ai negoziati con il governo”. Mentre continuava l’occupazione di Ratchaprasong, ieri il primo ministro Abhisit Vejjajiva era ritornato sulla promessa di convocare elezioni nazionali il 14 Novembre, una promessa sulla quale sembrava esserci un accordo di massima con alcuni dirigenti della protesta.


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