martedì, aprile 20, 2010
In vista della scadenza di un programma decennale di lotta alla malaria, uno studio del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) fa il punto sulla situazione sottolineando che la sfida non è ancora conclusa, soprattutto in Africa dove si registra il 90% dei casi.

Radio Vaticana - “Grazie a una forte cooperazione internazionale – ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’Unicef, Ann Veneman – è stato possibile compiere importanti progressi, ma tanto resta ancora da fare soprattutto in favore di bambini e donne incinte che continuano a morire in Africa a causa di una malattia prevenibile e curabile”. Lo studio – di cui riferisce l’agenzia Misna – rende merito anche alle politiche adottate da diversi Paesi africani, che hanno destinato maggiori fondi alla spesa sanitaria, sottolineando però la persistente carenza di mezzi per un’azione ancor più incisiva. Secondo l’ultimo rapporto sulla malaria dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) una decina di Paesi africani (Botswana, Capo Verde, Eritrea, Namibia, Rwanda, São Tomé e Príncipe, Sudafrica, Swaziland, Tanzania e Zambia) hanno diminuito di circa la metà il numero di persone infettate e i decessi legati alla malattia.


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