del nostro redattore Carlo Mafera
Padre Emanuele Boaga, carmelitano e professore alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma, ha presentato il 17 aprile, nella basilica di S. Maria in via Lata, la figura sacerdotale di San Bernardo quale insigne cantore della Vergine Maria.” Quanto egli scrive sulla Vergine Maria, manifesta la sua ammirazione di fronte a questa figura così ineffabile e piena di mistero – ha detto padre Boaga - ma anche a lui familiare in un contatto di preghiera e di edificazione spirituale: “Non c’è nulla che tanto mi piaccia - confida Bernardo - e insieme mi spaventi quanto dover parlare della gloria della Vergine Madre ... Tutti bramano parlare di lei, ma tutto ciò che si dice di una realtà inesprimibile diviene, per il fatto stesso di tradurla in parole, meno gradito, meno piacevole, meno accettabile. Nei suoi sermoni, e specialmente in quelli “A lode della Vergine Maria”, non va cercato un filo logico o struttura sistematica di una esposizione dottrinale, ma la sua testimonianza, perché, come chiaramente dice lui stesso nell’epilogo, ha «cercato di soddisfare un poco la mia personale devozione» e di aver preso «occasione dal vangelo per parlare di ciò che era godimento dell’anima mia». “La sua posizione - ha continuato il professor Emanuele Boaga - è conforme in pieno alla teologia monastica, per la quale non conta la ricerca speculativa, ma l’ammirazione contemplativa dei misteri divini, perché Dio - come scrive lo stesso San Bernardo - «si cerca in modo più degno e si trova più facilmente con la preghiera che non con la disputa». Pertanto, rileggere il suo pensiero mariano – ha spiegato padre Boaga - significa saperlo contestualizzare e individuare i punti salienti sul piano teologico che sono alla base dello scopo che lui si prefigge soprattutto nelle omelie, partendo spesso dall’occasione di una celebrazione liturgica, per presentare con cuore contemplativo ai suoi uditori prevalentemente monaci e aiutarli a trovare nella Vergine Maria tutto il proprio ideale monastico. Ovviamente quest’approccio risulta frammentario e incompleto per le concezioni delle attuali mariologie, ma non si può negare che il pensiero elaborato da San Bernardo presenti una unità reale tra i temi della riflessione teologica da lui scelti come radici di uno sviluppo vitale di spiritualità mariana, unendo profondamente riflessione e vita. Infatti, uno dei motivi dominanti, quando Bernardo tocca gli argomenti mariani, è il richiamo alla propria esperienza unito all’invito a praticare una devozione autentica, saldamente fondata sul ruolo provvidenziale che la Santa Vergine svolge nel piano divino della salvezza. Egli, - ha precisato padre Boaga - partendo dalla considerazione del mistero del Verbo Incarnato, contempla i misteri e le grandezze di Maria, le profondità abissali della sua maternità divina e la di lei verginità e umiltà. Nel mistero dell’Incarnazione si viene a costituire nell’essere divino-umano del Verbo l’unione più stretta possibile tra Dio e l’uomo. Per realizzare questa unione il Signore prevede il singolare contributo di una creatura la Vergine Madre. Dio ha formato dalla propria sostanza e da quella della Vergine un solo Cristo; o meglio, è diventato un unico Cristo. “Dio era assolutamente incomprensibile e inaccessibile, invisibile e inimmaginabile. (dice San Bernardo) Ma ha voluto farsi comprensibile, visibile ed immaginabile. Vuoi sapere in che modo? Semplicemente giacendo in un presepio, facendosi cullare tra le braccia di una vergine ...” Così contempla i misteri e le grandezze di Maria che affondano le loro radici nel mistero dell’Incarnazione, in cui il Verbo eterno diventa figlio di una semplice creatura. Ed esclama: “Osserva di chi essa è madre. ... Maria infatti non osa forse chiamare figlio colui che è Dio e Signore degli angeli? E padre Boaga ha messo in evidenza la riflessione di San Bernardo sul “Fiat” che è particolarmente singolare per quanto attiene alle aspettative dell’intera umanità sul Sì di Maria e infatti il grande cantore della Vergine … “contempla ed esalta in Maria la responsabilità nel rispondere alla collaborazione del piano salvifico annunziatole dall’angelo, e immagina tutto il creato in attesa ansiosa di questa sua risposta mentre supplica: “Questa risposta attende da te l’umanità intera, prostrata ai tuoi piedi: e giustamente, poiché dalla tua bocca dipende la consolazione degli infelici, la redenzione degli schiavi, la liberazione dei condannati; in una parola, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutta la tua stirpe. ... Non indugiare più oltre, o Vergine, nel dare la tua risposta. O Signora, pronuncia in fretta quella parola che la terra, gli inferi e perfino il cielo attendono ... Di’ una parola e accogli la Parola: pronuncia la tua parola e concepisci quella divina ... Apri , o Vergine beata, il tuo cuore alla fiducia, la tua bocca alla parola di assenso, il tuo grembo al Creatore... Alzati, corri, apri! Alzati con la tua fede, corri con la tua disponibilità, apri col tuo consenso!” E si sofferma con compiacimento sulla sua verginità e umiltà, che egli stima i cardini di tutta la sua vita: “Il Creatore degli uomini, volendo nascere da una creatura umana per farsi uomo, dovette scegliersi fra tutte, o piuttosto crearsi appositamente, una madre che potesse riconoscere degna di lui e gradita ai suoi occhi. Pertanto egli volle che fosse vergine, affinché da una donna immacolata procedesse colui che, senza macchia, avrebbe lavato le macchie di tutti; volle anche che fosse umile colei dalla quale sarebbe venuto lui, “mite ed umile di cuore” (Mt 11,29), per offrire in sé un necessario e salutare esempio di queste virtù. Diede quindi alla Vergine la maternità, colui che preventivamente le aveva ispirato il voto di verginità e l’aveva insignita del merito dell’umiltà. Accanto a questa riflessione radicalmente impostata in una visione cristologica e incarnazionistica e alimentata da riferimenti biblici e patristici, San Bernardo contempla la figura della Vergine Maria nella sua apertura e disponibilità nei confronti degli esseri umani, in una prospettiva legata strettamente alla sua maternità divina e che la pone in una situazione mediana superiore alla Chiesa e subordinata a Cristo: “Come il vello si trova tra la rugiada e l’aia e la donna fra il sole e la luna, Maria è stata collocata tra Cristo e la Chiesa. Per illustrare questa mediazione è nota la celebre metafora dell’acquedotto da lui usata: “La vita eterna è la sorgente inesauribile che irriga l’immensa distesa del paradiso. E non solo la irriga, ma la inebria ... E chi è questa sorgente di vita se non Cristo Signore? ... L’acqua di questa sorgente è giunta fino a noi, ha invaso le nostre piazze, sebbene non possano berne gli estranei. Quella polla celeste che è giunta fino a noi attraverso l’acquedotto non viene tuttavia erogata in tutta l’abbondanza della sorgente, ma viene versata come pioggia di grazia nei nostri cuori, a chi più e a chi meno. Naturalmente l’acquedotto è pieno, così che tutti possano attingere dalla sua pienezza, ma non è la pienezza stessa. Avete già capito, se non erro, a chi intendessi riferirmi parlando di quell’acquedotto che ha fatto giungere fino a noi la pienezza della sorgente che è sgorgata dal cuore del Padre, perché ne ricevessimo, se non in tutta la sua abbondanza, almeno nella misura della nostra capacità. “Per evitare qualsiasi confusione nei suoi uditori, - ha concluso Padre Emanuele Boaga - Bernardo sottolinea chiaramente che Gesù Cristo è l’unico mediatore fra Dio e gli uomini. Quindi, nel suo pensiero, la mediazione di Maria non è di necessità assoluta, ma si tratta di una “mediatio apud”, o mediazione presso Cristo, e in essa egli scorge un aiuto per chi reputa quasi impossibile rivolgersi direttamente a Gesù.”| Tweet |
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