lunedì, aprile 12, 2010
La leggenda del velo della Veronica. È quasi un thriller la storia avventurosa del 'Santo Volto' di Gesù con intrighi, colpi di scena e persino depistaggi.

Fraticappuccini.it - Oggi a ben oltre 400 anni dal devastante Sacco di Roma del 5 maggio 1527, che costrinse Papa Clemente VII ad asserragliarsi a Castel Sant'Angelo e poi a scappare ad Orvieto mentre la capitale dello Stato della Chiesa subiva l'oltraggio dell'invasione di lanzichenecchi tedeschi e mercenari spagnoli e tra le reliquie più preziose veniva trafugato il 'velo'della Veronica che secondo la leggenda aveva impresso il volto sofferente di Gesù sulla croce, quella storia si può rileggere ancora nel libro «L'enigma del volto di Gesù» (Rizzoli, pp. 266, euro 18,50). E, secondo l'autore - Saverio Gaeta, appassionato studioso di storie religiose - può anche trovare l'epilogo, rilanciandone l'importanza storica e spirituale di quella che definisce la Sindone segreta.

Nei giorni dopo la Pasqua e dopo l'Ostensione della Sacra Sindone a Torino, il Volto di Gesù, custodito in un monastero a Manoppello nel cuore dell'Abruzzo ritorna d'attualità.

L'aspetto più intrigante del Volto Santo è che, sovrapponendo il velo in formato reale alla Sindone di Torino ne risulta una perfetta compatibilità.
Ne sono convinti vari studiosi e naturalmente Gaeta che ha messo le due immagini sovrapposte in copertina, aumentandone la suggestione.

L'esercito dei sindonologi,come li chiama lui, trascurano di interrogarsi sul velo di Manoppello perché disturberebbe le apparentemente consolidate acquisizioni attorno ai teli funerari di Gesù, mentre gli scettici per professione escludono ogni verità intorno alla leggenda della Veronica, non ammettendo l'irruzione del soprannaturale nella storia umana.

Di certo ci sono i nuovi studi e di certo c'è una devozione popolare antichissima, raffigurata ad esempio dal Ghirlandaio nel 1505 in un dipinto sulla 'Salita al Calvario', conservato alla National Gallery di Londra e da Ugo da Carpi in una 'Santa Veronica mostra il sudario del Santo Volto affiancata dagli apostoli Pietro e Paolo', oggi custodito nella Fabbrica di San Pietro, e poi affreschi del IV secolo, miniature, mosaici come quello nella basilica di Santa Prudenziana a Roma, tutti ispirati a questo misterioso 'prototipo.

È stato affascinante, scrive Gaeta, scoprire via via ulteriori dati che mostrano nuove e plausibili ipotesi su come nel 705 il Volto Santo abbia raggiunto Roma da Gerusalemme e su chi sia stato a trasportarlo dopo la metà del Cinquecento a Manoppello, sui luoghi in cui è stato custodito a Roma nel Medioevo e sul furto durante il Sacco del 1527.

Un puzzle storico cui si aggiungono i contributi di diversi studiosi e tecnici che hanno consentito di incrementare la convinzione dell'inspiegabilità scientifica del velo e dell'immagine che vi è impressa, un volto vivo e dinamico, emozionante se si guarda con gli occhi della Fede.

Dopo il Sacco e proprio per l'enorme devozione popolare della Veronica, la Chiesa con papa Paolo V e il successore Urbano VIII mise in piedi una gigantesca opera di disinformazione, negando il furto, facendo sostituire il Velo trafugato con una copia affinché la fede e l'arrivo dei pellegrini (con le loro donazioni indispensabili per la costruzione della nuova basilica vaticana) non ne fossero compromessi.

Papa Benedetto XVI è stato il primo papa a recarsi in pellegrinaggio nel santuario di Manoppello il 1 settembre 2006. Il volto di Gesù da vivo, impresso nel velo della Veronica che piangendo lo accompagnava nella salita del Calvario è lì nel monastero dei Cappuccini dal 1646 ad emozionare i fedeli che la ritengono tra le più preziose reliquie della cristianità.

Alessandra Magliaro


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