L'iniziativa di Libera e Avviso Pubblico. «La vera partita si gioca nelle regioni del Nord». Don Ciotti: «Non lasciamo soli magistrati e forze dell'ordine»
Oltre 150 mila persone hanno sfilato a Milano per la quindicesima edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da «Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie», e «Avviso Pubblico» per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare in nome di quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità organizzata. Al corteo hanno preso parte oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre tremila familiari, rappresentanti di ong provenienti da circa 30 Paesi europei e dall’America Latina. C'erano tra gli altri anche il figlio della giornalista Anna Politkovskaja, considerata scomoda per i suoi servizi scomodi dalla Cecenia e contro il governo, e i fratelli di Elisa Claps, Luciano e Gildo.
L'ELENCO DEI CADUTI - Lo striscione retto dai familiari ha aperto il corteo partito da Bastioni Piazza Venezia ed arrivato a Piazza Duomo. La piazza si e’ riempita mentre la coda del corteo ancora doveva partire. Sul palco sono stati letti i nomi di oltre 900 vittime delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie.
«NON LASCIAMOLI SOLI» - «Non lasciamo soli magistrati e forze dell’ordine», è l’appello lanciato dal fondatore di Libera, don Luigi Ciotti. Il quale ha anche sottolineato che quella che sta vivendo l'Italia «non è solo una crisi economica ma è innanzitutto una crisi etica e politica». «C'è una concentrazione di poteri, di monopoli, di conflitti di interesse - ha detto ancora il sacerdote - che logorano i principi costituzionali e mettono a rischio la democrazia». Don Ciotti, dal palco a Milano per il corteo antimafia di Libera, ha chiesto che «la politica tutta torni a essere politica con la 'p' maiuscola. Abbiamo bisogno di una politica che sappia fare a meno di darsi codici etici perchè deve rispondere al codice della propria coscienza».
«LA PARTITA SI GIOCA AL NORD» - Il corteo, arrivato in Piazza Fontana, ha fatto un minuto di silenzio a commemorazione della strage del 1969. Alla manifestazione ha partecipato anche il movimento antimafie «Ammazzateci tutti», nato all’ indomani dell’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. «Ci siamo, come ogni anno - spiega il leader dell’organizzazione, Aldo Pecora - per ribadire un concetto semplice: le mafie si sono evolute ed è al nord che si gioca la partita più importante, a partire da mercati finanziari, grandi opere ed industria». La delegazione di «Ammazzateci Tutti», con Aldo Pecora è guidata da Rosanna Scopelliti, figlia di Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale di Cassazione, ucciso in Calabria nell’agosto ’91. Presente alla manifestazione anche il direttore della direzione investigativa antimafia, generale dell’arma dei carabinieri Antonio Girone.
Oltre 150 mila persone hanno sfilato a Milano per la quindicesima edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da «Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie», e «Avviso Pubblico» per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare in nome di quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità organizzata. Al corteo hanno preso parte oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre tremila familiari, rappresentanti di ong provenienti da circa 30 Paesi europei e dall’America Latina. C'erano tra gli altri anche il figlio della giornalista Anna Politkovskaja, considerata scomoda per i suoi servizi scomodi dalla Cecenia e contro il governo, e i fratelli di Elisa Claps, Luciano e Gildo.L'ELENCO DEI CADUTI - Lo striscione retto dai familiari ha aperto il corteo partito da Bastioni Piazza Venezia ed arrivato a Piazza Duomo. La piazza si e’ riempita mentre la coda del corteo ancora doveva partire. Sul palco sono stati letti i nomi di oltre 900 vittime delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie.
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«LA PARTITA SI GIOCA AL NORD» - Il corteo, arrivato in Piazza Fontana, ha fatto un minuto di silenzio a commemorazione della strage del 1969. Alla manifestazione ha partecipato anche il movimento antimafie «Ammazzateci tutti», nato all’ indomani dell’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. «Ci siamo, come ogni anno - spiega il leader dell’organizzazione, Aldo Pecora - per ribadire un concetto semplice: le mafie si sono evolute ed è al nord che si gioca la partita più importante, a partire da mercati finanziari, grandi opere ed industria». La delegazione di «Ammazzateci Tutti», con Aldo Pecora è guidata da Rosanna Scopelliti, figlia di Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale di Cassazione, ucciso in Calabria nell’agosto ’91. Presente alla manifestazione anche il direttore della direzione investigativa antimafia, generale dell’arma dei carabinieri Antonio Girone.
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