venerdì, dicembre 11, 2009
Reportage da Hyderabad, cuore della presunta insurrezione popolare che dopo mezzo secolo di lotte autonomiste sta portando all'indipendenza della regione di Telangana dallo stato dell'Andhra Pradesh

PeaceReporter - Dopo mezzo secolo di lotta, gli indipendentisti del Telangana hanno vinto. Mercoledì scorso il partito del Congresso al potere, con una decisione storica, ha concesso entro cinque anni l'indipendenza alla regione del Telangana, nel nordovest del grande stato indiano dell'Andhra Pradesh.
L'area intorno la capitale statale Hyderabad, anticamente governata dai sultani del Nizam, era stata annessa da Delhi nell'Andhra Pradesh, generando risentimenti e la nascita del movimento autonomista. Il ministro federale dell'Interno Chidambaram ha chiesto al leader indipendentista Telegu, Chandrashekhar Rao, di interrompere uno sciopero della fame che durava da undici giorni e che stava minando la sua salute.

La solita inutile disputa Indiana. La vicenda in sé sembrerebbe l'ennesima inutile controversia dell'inconcludente politica indiani, l'unica classe politica al mondo capace di far rimpiangere i burocrati di casa a un argentino o a un italiano.
"Avremo finalmente uno stato più ricco", ha detto Rao dal letto d'ospedale dove osservava il suo digiuno ‘fino alla morte' (improvvisamente pimpante come un grillo, dopo le immagini di dolore diffuse dai media locali nei giorni scorsi). "Non dovremo più trattare con quelli dell'Andhra per i fondi federali".
Anche sedici membri del Congresso eletti al parlamento nazionale hanno sponsorizzato la creazione di uno stato Telegu indipendente, sostenendo che il premier dell'Andhra K. Rosaiah (convocato da Sonia Gandhi a casa perché concedesse nel "minor tempo possibile" l'indipendenza della zona intorno Hyderabad).
I parlamentari locali sono in gran parte eletti dalle zone costiere e dal sud dello stato, deviando quasi tutti i fondi governativi vanno verso le loro circoscrizioni elettorali, sottraendoli alla regione del Telagana. "Saremo 40 milioni su 65 attualmente in Andhra, e avbbiamo Hyderabad, una delle sei città più ricche del Paese'', dicono Suhri e Ramesh, due studenti di medicina mentre brindano a birra per festeggiare l'evento.

Un caso creato dai media. Ma c'è una lezione da imparare dal caso ‘Telangana indipendente'. Come si organizza a beneficio dei media una rivolta inesistente. Sulle tv indiane, persino sulla Cnn locale, per giorni scorrevano scene di violenza della polizia sugli studenti dell'università di Usmania, dove si concentrava la protesta. Anche centoveni giornalisti avevano protestato contro le cariche della polizia. La Camera di commercio locale aveva detto che il bandh, il bando di tutte le attività deciso dagli indipendentisti, aveva causato un danno di due miliardi e mezzo rupie, circa 50 milioni di euro. Bancomat distrutti, autobus danneggiati e auto date alle fiamme. Sui media nazionali, Hyderabad sembrava una città fantasma.

Ma erano tutte bufale. Nulla di tutto questo è vero, come chi scrive può testimoniare, in questi giorni: appena arrivato, tutti si affrettavano a consigliarmi di ritirare soldi al bancomat "prima che li chiudessero tutti" o a rifornirmi di benzina perché "col bandh le stazioni di servizio avrebbero chiuso". La città avrebbe dovuto essere passata a ferro e fuoco da studenti e attivisti che da giorni chiedevano l'indipendenza a gran voce, finalmente galvanizzati dalla decisione di Rao di indire lo sciopero ‘fino alla morte' dopo dieci anni di lotte politiche (Rao si era presentato per la prima volta nelle elezioni del 2004, aveva bissato pochi mesi fa, senza ottenere nulla dai politici locali). Invece la città si mostra nel suo abituale caos maleodorante e polveroso di gente che si spintona e si affanna per raggiungere il suo obiettivo giornaliero: poche rupie per la sopravvivenza, come in tutte le derelitte metropoli indiane.

Nessun negozio chiuso. Tutto aperto, tranne qualche banca. Gli unici, tafferugli, riguardavano la Usmani University: quaranta esagitati che venivano a turno ripresi e intervistati dai canali all news indiani, disperatamente alla ricerca di facce nuove, e nuove immagini, oltre ai soliti esaltati che bruciano un pupazzo di paglia a immagine del premier Rosaiah. Alle 11 di sera la città si svuota, ma non per il coprifuoco: è la normale ritirata delle operose formiche indiane che cominciano la loro giornata media alle 5 del mattino. Niente roghi, niente barricate, niente di niente. Non si vedono i 20mila poliziotti promessi da Delhi per "ristabilire l'ordine".
Il caso Telagana era stato creato dai media isterici, con i vari corrispondenti stranieri da Delhi al telefono a ripetere: "Ma sei matto a stare lì? In tv sembra che ci sia la rivoluzione per le strade di Hyderabad". E' tutta una gigantesca mistificazione.

[Gianluca Ursini]

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa