Prima giornata del VII Forum Internazionale per la Salvaguardia della Natura. Questa mattina ‘La lezione della Storia’ di Brian Fagan, la situazione mediterranea ed i ghiacciai in Antartide.
“Dovremmo preoccuparci di lasciare alle generazioni future delle risorse facendo noi, adesso, delle rinunce”. Le parole di Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica all’università di Bologna, scuotono la platea del Forum Greenaccord di Viterbo. “Fino ad adesso è stato affrontato il problema basandosi fondamentalmente sull’efficienza, cioè sulla filosofia utilitaristica che non ha del tutto funzionato. Oggi abbiamo la necessità di trovar un equilibrio tra l’efficienza e l’equità generazionale. La nostra è una democrazia elettistico-competitiva, i cui orizzonti non vanno oltre i tempi di una legislatura. Ecco perché occorre impegnarci per cambiare e migliorare questo modello di democrazia, anche con formule nuove di rappresentanza popolare, come ad esempio i “forum deliberativi”, soprattutto per le questioni ambientali che necessitano di politiche a lungo termine. Occorre – aggiunge Zamagni – una rivoluzione culturale che introduca un nuovo concetto di libertà, intesa come sviluppo umano integrato e responsabile.
L’economista indiana Amartya Kumar Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, ad esempio, mostra in un saggio recente come lo ‘human development approach’ da lei stessa proposto negli anni Novanta, sia in grado di impostare su nuove basi il rapporto tra sviluppo e tutela dell’ambiente. Le sue posizioni hanno trovato nella Caritas in Veritate di Benedetto XVI una loro autorevole collocazione: lo sviluppo quando è autenticamente umano non può svolgersi in contrasto con le leggi di natura. I singoli Paesi - aggiunge Zamagni - ed il mercato attuale non riescono da soli ad implementare lo sviluppo sostenibile, è necessario quindi creare per l’ambiente organismi internazionali con poteri di controllo e sanzionatori, così come esiste per il commercio il WTO. Questa nuova organizzazione mondiale per l’ambiente dovrebbe cercare, da un lato, di rendere tra loro compatibili le regole del libero scambio e quelle preposte alla protezione ambientale, e dall’altro farle rispettare da tutte le parti, governi, agenzie internazionali ed altri organismi. Un’agenzia, quindi, con forti poteri, che deve intervenire, con ruoli di supplenza, in tutti i casi per prevenire e coordinare tutte le azioni di difesa ambientale.”
Stamattina i lavori proseguono con l’atteso intervento di Brian Fagan, docente di Antropologia all’università della California di Santa Barbara. Fagan proporrà uno sguardo sugli effetti dell’influenza dei cambiamenti climatici sugli eventi storici. Seguiranno gli interventi di Antonio Navarra, direttore del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, e di Joellen Russell, docente di scienze geologiche dell’università dell’Arizona, che parlerà dello scioglimento dei ghiacciai in Antartide.
“Dovremmo preoccuparci di lasciare alle generazioni future delle risorse facendo noi, adesso, delle rinunce”. Le parole di Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica all’università di Bologna, scuotono la platea del Forum Greenaccord di Viterbo. “Fino ad adesso è stato affrontato il problema basandosi fondamentalmente sull’efficienza, cioè sulla filosofia utilitaristica che non ha del tutto funzionato. Oggi abbiamo la necessità di trovar un equilibrio tra l’efficienza e l’equità generazionale. La nostra è una democrazia elettistico-competitiva, i cui orizzonti non vanno oltre i tempi di una legislatura. Ecco perché occorre impegnarci per cambiare e migliorare questo modello di democrazia, anche con formule nuove di rappresentanza popolare, come ad esempio i “forum deliberativi”, soprattutto per le questioni ambientali che necessitano di politiche a lungo termine. Occorre – aggiunge Zamagni – una rivoluzione culturale che introduca un nuovo concetto di libertà, intesa come sviluppo umano integrato e responsabile. L’economista indiana Amartya Kumar Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, ad esempio, mostra in un saggio recente come lo ‘human development approach’ da lei stessa proposto negli anni Novanta, sia in grado di impostare su nuove basi il rapporto tra sviluppo e tutela dell’ambiente. Le sue posizioni hanno trovato nella Caritas in Veritate di Benedetto XVI una loro autorevole collocazione: lo sviluppo quando è autenticamente umano non può svolgersi in contrasto con le leggi di natura. I singoli Paesi - aggiunge Zamagni - ed il mercato attuale non riescono da soli ad implementare lo sviluppo sostenibile, è necessario quindi creare per l’ambiente organismi internazionali con poteri di controllo e sanzionatori, così come esiste per il commercio il WTO. Questa nuova organizzazione mondiale per l’ambiente dovrebbe cercare, da un lato, di rendere tra loro compatibili le regole del libero scambio e quelle preposte alla protezione ambientale, e dall’altro farle rispettare da tutte le parti, governi, agenzie internazionali ed altri organismi. Un’agenzia, quindi, con forti poteri, che deve intervenire, con ruoli di supplenza, in tutti i casi per prevenire e coordinare tutte le azioni di difesa ambientale.”
Stamattina i lavori proseguono con l’atteso intervento di Brian Fagan, docente di Antropologia all’università della California di Santa Barbara. Fagan proporrà uno sguardo sugli effetti dell’influenza dei cambiamenti climatici sugli eventi storici. Seguiranno gli interventi di Antonio Navarra, direttore del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, e di Joellen Russell, docente di scienze geologiche dell’università dell’Arizona, che parlerà dello scioglimento dei ghiacciai in Antartide.
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