domenica, novembre 15, 2009

di Monica Cardarelli

Quante volte ci ritroviamo a guardare un cartone animato come Titty e Gatto Silvestro oppure Tom & Jerry o ancora Speedy Gonzales e ci scopriamo ancora a ridere per le buffe avventure dei nostri amici? Oltre alla tecnica del cartone animato che è estremamente interessante ciò che colpisce è il fatto che le storie dei cartoni e dei loro personaggi siano solo un pretesto per raccontare qualcosa di più. O, almeno, ci si può trovare anche qualcos’altro. Molti cartoni hanno come protagonisti gli animali, e ciò ci richiama alla memoria le favole di De La Fontaine. Infatti, anche in Tom e Jerry e negli altri protagonisti di cartoni ormai passati alla storia troviamo delle caratteristiche, dei difetti e pregi degli esseri umani. Impiegare degli animali nelle storie e ‘umanizzarli’ non fa altro che permettere di ironizzare sulla ‘umanità’, sui suoi difetti e sulle sue caratteristiche universali ,come ad esempio l’avarizia, la gelosia, la collera e molto altro.

Attraverso i nostri amici ‘cartoni animali’ ci ritroviamo però a sorridere e a ridere di noi stessi e dei nostri simili. Alla fine della storia, poi, come nelle favole di De La Fontane troviamo sempre una morale che ci fa simpaticamente riflettere. Il tutto condito da una bella comicità che rispetta in pieno i tempi e i ritmi e che permette alle gag di svolgersi senza sosta cosicché i personaggi passano di volta in volta dal vinto al vincitore.
Si ritrova anche un po’ la tecnica clownesca, laddove uno dei protagonisti è per antonomasia colui che cerca sempre di vincere e non riesce mai e l’altro, il più furbo, che senza nemmeno farsene accorgere riesce sempre a portare la situazione dalla sua parte. Ma, come in tutte le storie clownesche che si rispettino, ogni clown vince e perde in continuazione.

Una ulteriore e divertente caratteristica dei cartoni è la trasformazione fisica. Ad esempio Gatto Silvestro, quando si arrabbia compie il gesto di rimboccarsi le maniche prima di sferrare un duro colpo all’avversario. Ma, essendo sprovvisto di abiti, un gatto non può che tirarsi su la pelle del braccio. Questo semplice e comico gesto che lo riavvicina al comportamento umano ci fa ridere e sorridere della nostra collera.

Il risvolto positivo, però, nei cartoni a differenza di tante situazioni ‘umane’, è dato dal fatto che questo stato di collera duri il tempo necessario per il movimento dopodiché tutto rientra nella norma, la pelle del gatto torna normale, l’arrabbiatura si smorza e passa dalla parte del vittorioso, solo per qualche minuto però, giusto il tempo di prenderle di santa ragione e allora il gioco ricomincia.

A ben pensarci, in molte storie di cartoni i protagonisti sono degli ‘antagonisti storici’ o meglio, nemici. Titty è un grazioso canarino e Gatto Silvestro un gatto. Tom & Jerry sono i nemici per antonomasia, topo e gatto. I personaggi sono tutti animali che, nel pensiero e nella cultura ‘umana’, non possono che essere nemici. Infatti tutte le storie dei nostri amici hanno come motivo conduttore inseguimenti e sberleffi. Però, in generale c’è anche la ricerca di un rapporto pacifico, di una pacifica convivenza nello spazio comune in cui vivono i due animali. Come un rapporto di amore/odio, amicizia/inimicizia, in ogni modo tutti noi sappiamo bene che Gatto Silvestro non sarebbe tale senza Titty e viceversa. A volte, il rapporto col diverso è possibile e soprattutto indispensabile per delineare la propria unicità ma anche la propria relazionalità con l’altro anche quando questo ‘altro’ è diverso da sè.

Chissà se, come nei cartoni, anche fra gli ‘umani’ si potrà un giorno arrivare ad una società in cui ci siano dei rapporti di amicizia/inimicizia anche con chi è ‘storicamente’ contrapposto e visto come nemico? Così facendo si potrebbe dimostrare che una convivenza pacifica nella stessa casa, anche se con litigi e inseguimenti, è possibile. E soprattutto, riusciremo, anche noi umani, a far durare la collera lo spazio di un minuto, il tempo necessario di capire cosa stiamo realmente facendo?

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