La cerimonia nel giorno nel quale si ricordano i 117 martiri vietnamiti canonizzati da Giovanni Paolo II. Una grande festa sulla quale getta un’ombra la voce delle dimissioni che l’arcivescovo di Hanoi, oggetto di una campagna di accuse da parte del governo, avrebbe presentato al Papa.
Hanoi (AsiaNews) – Le candele portate da decine di migliaia di fedeli (nella foto) hanno illuminato, ieri sera, Kien Khe, la cittadina nella quale si è aperto il Giubileo della Chiesa vietnamita. Una lunga processione presieduta da mons. Peter Nguyen Van Nhon, presidente della Conferenza episcopale del Vietnam, seguita da una trentina di vescovi delle 26 diocesi del Paese, 250 sacerdoti e 600 religiosi vietnamiti, insieme con i cardinali Roger Etchegaray, vice-decano del Collegio cardinalizio, già presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e Bernard Law, già arcivescovo di Boston, attuale responsabile della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Tra gli ospiti anche il vescovo di Orange, mons. Tod Brown, padre Jean-Baptist Etcharen, superiore delle Missions Etrangères de Paris (MEP) e sacerdoti venuti dall’Europa e dagli Stati Uniti.
Alle 17.30 la lunga processione ha ricordato i 117 santi martiri vietnamiti, dei quali ricorreva la festa. Essi fanno parte dei circa 130mila cristiani che hanno perso la vita in 261 anni, tra il 1625 e il 1886, durante i quali ci furono 53 “Editti di persecuzione dei cristiani”. I 117 martiri santi comprendono 96 vietnamiti, 11 domenicani spagnoli e 10 membri delle Missions Etrangères de Paris. Beatificati in quatto occasioni da Leone XIII, Pio X e Pio XII, sono stati canonizzati tutti insieme da Giovanni Paolo II nel 1988. Lo stesso papa, nel 2000, ha beatificato un altro giovane martire vietnamita, Andrew Phú Yên.
La memoria del loro sacrificio è stata scelta come vigilia dell’apertura di un anno che intende ricordare i 350 anni dallo stabilimento delle prime due diocesi del Paese, Dang Trong e Dang Ngoai (Vietnam del nord e del sud) e, come ha detto l’arcivescovo di Hanoi, Joseph Ngo Quang Kiet, “specialmente un evento importante per la Chiesa vietnamita: i 50 anni (1960-2010) della Conferenza episcopale”.
“I cattolici vietnamiti – ha sottolineato mons. Kiet – debbono avere gratitudine per i missionari che hanno sacrificato la loro vita per portarci i doni della fede. Provo orgoglio e gratitudine per i nostri antenati, che hanno sacrificato la vita per conservare il dono. Come dice il Vangelo: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto’. Il Vangelo piantato in Vietnam - ha aggiunto - ha conosciuto molte esperienze difficili. Sono le forze del male che vogliono uccidere il seme del Vangelo. Ma stranamente, più il seme del Vangelo incontra difficoltà, più è tempo di lavorare per un ricco raccolto”. (contiua a leggere)
Alle 17.30 la lunga processione ha ricordato i 117 santi martiri vietnamiti, dei quali ricorreva la festa. Essi fanno parte dei circa 130mila cristiani che hanno perso la vita in 261 anni, tra il 1625 e il 1886, durante i quali ci furono 53 “Editti di persecuzione dei cristiani”. I 117 martiri santi comprendono 96 vietnamiti, 11 domenicani spagnoli e 10 membri delle Missions Etrangères de Paris. Beatificati in quatto occasioni da Leone XIII, Pio X e Pio XII, sono stati canonizzati tutti insieme da Giovanni Paolo II nel 1988. Lo stesso papa, nel 2000, ha beatificato un altro giovane martire vietnamita, Andrew Phú Yên.
La memoria del loro sacrificio è stata scelta come vigilia dell’apertura di un anno che intende ricordare i 350 anni dallo stabilimento delle prime due diocesi del Paese, Dang Trong e Dang Ngoai (Vietnam del nord e del sud) e, come ha detto l’arcivescovo di Hanoi, Joseph Ngo Quang Kiet, “specialmente un evento importante per la Chiesa vietnamita: i 50 anni (1960-2010) della Conferenza episcopale”.
“I cattolici vietnamiti – ha sottolineato mons. Kiet – debbono avere gratitudine per i missionari che hanno sacrificato la loro vita per portarci i doni della fede. Provo orgoglio e gratitudine per i nostri antenati, che hanno sacrificato la vita per conservare il dono. Come dice il Vangelo: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto’. Il Vangelo piantato in Vietnam - ha aggiunto - ha conosciuto molte esperienze difficili. Sono le forze del male che vogliono uccidere il seme del Vangelo. Ma stranamente, più il seme del Vangelo incontra difficoltà, più è tempo di lavorare per un ricco raccolto”. (contiua a leggere)
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