domenica, novembre 29, 2009
Il Forum di Viterbo si chiude con 130 giornalisti da 53 Paesi, 10 Testimoni del Clima e 14 grandi scienziati che firmano l’appello che Rajendra Pachauri, presidente del Panel per i Cambiamenti Climatici, porterà a Copenhaghen. Masullo: “Le voci dei testimoni del clima non siano grida nel deserto, abbiamo l’obbligo di informare. Ed agire”.

Viterbo – Si chiude tra gli applausi di una platea internazionale di giornalisti il Forum per la Salvaguardia della Natura di Viterbo organizzato da Greenaccord, con un documento ufficiale sull’urgenza di adottare subito azioni serie per far fronte ai cambiamenti climatici, sottoscritto da 130 giornalisti provenienti da 53 Paesi e 14 grandi scienziati. Greenaccord consegnerà questo grido di allarme direttamente al presidente dell’IPCC, il Panel Internazionale sui Cambiamenti Climatici, Rajendra Pachauri, il 3 dicembre a Bruxelles. “I rappresentanti dei paesi di tutto il mondo riuniti a Copenhagen non devono più rimandare un accordo serio e vincolante per salvare il clima e risparmiare all’umanità futura le sofferenze che già oggi soffrono i testimoni che hanno raccontato a Viterbo le loro esperienze” esordisce Andrea Masullo, presidente del Comitato Scientifico di Greenaccord. “Il Direttore Generale della FAO Jacques Diouff, pochi giorni fa a Roma, durante la conferenza sulla sicurezza alimentare, ha detto che ogni mezz’ora muoiono cinque bambini per scarsità di alimentazione e che per sfamare i nove miliardi di persone che nel 2050 abiteranno la Terra sarà necessario aumentare la produzione di cibo del 70%. E anche gli scienziati che Greenaccord ha riunito al Forum sono d’accordo nel sostenere che tra le conseguenze dei cambiamenti climatici ci sarà il calo della produzione alimentare. Ma non solo questo. Negli ultimi anni i cambiamenti stanno procedendo molto più velocemente di quanto previsto nel quarto rapporto dell’Ipcc. Nonostante ciò, sembra che a Copenhagen non si arriverà ancora ad un accordo definitivo. Molti governi ritengono di non poter prendere iniziative onerose, complice l’attuale crisi economica. Eppure, durante il G8 Ambiente di Siracusa, nell’aprile scorso, la Banca Mondiale ha presentato un rapporto in cui afferma che gli investimenti in tecnologie pulite, cioè efficienza energetica e fonti rinnovabili, rappresentano un potente strumento per uscire dalla crisi economica. Inoltre, se è vero che i politici sono poco disponibili a prevedere investimenti i cui benefici si manifesteranno in un arco di tempo pluridecennale, e quindi molto più lungo dei loro mandati, solo una opinione pubblica bene informata può esercitare una pressione sulla politica tale da spingerla a prendere i provvedimenti necessari. Questo investe di nuova responsabilità l’impegno del giornalismo. Durante il Forum di Greenaccord - conclude Andrea Masullo - abbiamo ascoltato le testimonianze dirette di chi vive ogni giorno sulla propria pelle le conseguenze del clima che cambia. I cambiamenti climatici sono passati dalla freddezza dei dati alla familiarità delle vicende umane. Questi racconti ci hanno dato un’enorme responsabilità: non lasciare cadere il loro appello solo perché viviamo in zone (apparentemente) più sicure, ma dare voce e gambe alla loro richiesta di aiuto. I cambiamenti climatici non sono la prima causa della crisi globale, che invece va ricercata in un modello di sviluppo consumista che divora uomini e natura, insaziabile e devastante, che si alimenta di promesse di benessere che sempre più spesso non riesce a mantenere, ed ha iniziato a produrre più danni che benefici. Più di una voce in questi giorni ci ha parlato della folle illusione di una crescita illimitata di cui si alimenta il sistema, della necessità di nuove forme di democrazia partecipata, della necessità cioè che i politici, per le questioni che riguardano le generazioni future, le crisi ecologiche globali, le grandi scelte di fondo consultino direttamente la società civile”.

All’appello per i grandi della Terra si unisce il presidente di Greenaccord, Gian Paolo Marchetti: “Le testimonianze raccolte a Viterbo sono state di grande prestigio e di valore assoluto. Desidero ringraziare tutti coloro che ci hanno accompagnato, dai giornalisti ai partner, in questo percorso. Mi auguro che il nostro appello per Copenhagen sia accolto, e apra la strada ad una nuova sensibilità per il bene del Pianeta”.

Intanto, è già lanciato il tema del prossimo Forum Internazionale per la Salvaguardia della Natura: si parlerà dei confini entro i quali l’azione dell’uomo potrà produrre benessere e prosperità per le nuove generazioni, evitando le drammatiche prospettive dell’attuale conflitto tra economia e ambiente. Si parlerà non solo dei confini fisici e biologici della biosfera, ma anche delle implicazioni filosofiche, etiche e psicologiche di una corretta collocazione dell’umanità nella biosfera, con l’intento di arrivare a delineare la traccia di un nuovo modello sociale ed economico sostenibile. L’appuntamento è per l’edizione 2010.

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