Dopo il presidente americano Barack Obama, che ieri ha annunciato la sua partecipazione al vertice di Copenaghen, anche il primo ministro cinese Wen Jiabao ha fatto sapere che rappresenterà il suo paese alla conferenza internazionale sul clima nella capitale danese.
Agenzia Misna - Lo ha reso noto ufficialmente il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. Nei giorni scorsi, proprio la possibile non partecipazione degli Stati Uniti con un rappresentante di alto livello - come già avvenuto con la precedente amministrazione di Washington - una delle principali economie alle origini dell’eccesso di produzione di gas serra, e così pure una partecipazione non convinta della Cina, anch’essa coinvolta in quanto tra le maggiori economie emergenti, avevano fatto temere un indebolimento politico ed operativo della XV conferenza Onu sul clima del 7 dicembre prossimo, in cui la comunità internazionale cercherà di convenire su una definizione comune di nuovi obiettivi e parametri per la riduzione delle emissioni dei gas inquindanti e per contrastare i cambiamenti climatici, in vista dello scadere del precedente patto di Kyoto per il 2012. Il ripensamento dell’amministrazione americana conferma una volontà più multilaterale di Obama, sebbene la presenza al vertice è stata inserita come una ‘tappa’ a Copenaghen il 9 dicembre prima di proseguire per Oslo per ritirare il premio Nobel per la pace. Secondo il portavoce della Casa Bianca, il capo di stato americano porterà all’incontro internazionale la proposta di ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 17% rispetto a quelle del 2005, del 30% entro il 2025 e del 42% entro il 2030; in altre parole una possibile versione finale della legge statunitense che sta percorrendo l’iter parlamentare. Sulla posizione della Cina, al momento il ministero degli Esteri non ha diffuso alcun dettaglio.
Agenzia Misna - Lo ha reso noto ufficialmente il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. Nei giorni scorsi, proprio la possibile non partecipazione degli Stati Uniti con un rappresentante di alto livello - come già avvenuto con la precedente amministrazione di Washington - una delle principali economie alle origini dell’eccesso di produzione di gas serra, e così pure una partecipazione non convinta della Cina, anch’essa coinvolta in quanto tra le maggiori economie emergenti, avevano fatto temere un indebolimento politico ed operativo della XV conferenza Onu sul clima del 7 dicembre prossimo, in cui la comunità internazionale cercherà di convenire su una definizione comune di nuovi obiettivi e parametri per la riduzione delle emissioni dei gas inquindanti e per contrastare i cambiamenti climatici, in vista dello scadere del precedente patto di Kyoto per il 2012. Il ripensamento dell’amministrazione americana conferma una volontà più multilaterale di Obama, sebbene la presenza al vertice è stata inserita come una ‘tappa’ a Copenaghen il 9 dicembre prima di proseguire per Oslo per ritirare il premio Nobel per la pace. Secondo il portavoce della Casa Bianca, il capo di stato americano porterà all’incontro internazionale la proposta di ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 17% rispetto a quelle del 2005, del 30% entro il 2025 e del 42% entro il 2030; in altre parole una possibile versione finale della legge statunitense che sta percorrendo l’iter parlamentare. Sulla posizione della Cina, al momento il ministero degli Esteri non ha diffuso alcun dettaglio.| Tweet |
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