sabato, agosto 01, 2009
La Chiesa indiana è scossa per la morte di un sacerdote, padre James Mukalel. Il suo corpo, senza vita e denudato, è stato trovato ieri lungo una strada nei pressi di Mangalore, nello Stato del Karnataka.

Radio Vaticana - Il vescovo della diocesi siro-malabarese di Belthangady, mons. Lawrence Mukkuzhy, esclude che l’omicidio sia avvenuto in seguito ad un tentativo di rapina. Secondo una prima ricostruzione, padre James stava tornando nella sua parrocchia, dopo aver presieduto un funerale nel villaggio di Thottathady. “Padre James – riferisce mons. Mukkuzhy ad AsiaNews - era molto amato dai parrocchiani e dalla popolazione della zona. Era una persona buona e non aveva nemici. Era un missionario zelante e altruista”. "Non riusciamo a capire – aggiunge il presule - chi possa aver ucciso padre James". Il Global Council of Indian Christians ha subito chiesto alle autorità di aprire un’inchiesta sull’assassinio. La diocesi di Belthangady, che si sta preparando a celebrare il Congresso missionario il prossimo 3 agosto, si dice “scioccata” per l’episodio. Lo scorso anno, diverse zone dell’India sono state teatro di violenze compiute da estremisti indù contro la comunità cristiana. In Orissa, in particolare, sono state almeno 90 le vittime. Anche lo Stato del Karnataka è stato sconvolto da attacchi contro cristiani. Secondo fonti locali, sono state distrutte almeno 20 chiese e cappelle. In India, intanto, la Chiesa è impegnata in iniziative tese a promuovere la riconciliazione: in Orissa è stata fissata per il prossimo 23 agosto la Giornata per la Pace e l’Armonia con l'obiettivo di impedire quello che la Chiesa locale non esita a definire "il disegno criminale di chi cerca di dividere la società". (A cura di Amedeo Lomonaco)- ascolta


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