mercoledì, luglio 22, 2009

di Carmine Alboretti

Di giorno a spasso tra le rovine romane, di notte in cerca di sesso a buon mercato. È l’altro volto di Pompei. La città degli Scavi e del Santuario, nata dalla passione e dalla determinazione del Beato Bartolo Longo (i cui devoti attendono tuttora la canonizzazione ad opera di papa Benedetto XVI) ha una venatura trasgressiva. Basta percorrere le strade che costeggiano il vasto complesso archeologico per renderse-ne conto. Le “lucciole” sostano per ore in attesa dei clienti che non tardano ad arrivare. Nell’ottobre 2007 il sindaco Claudio D’Alessio – appena riconfermato a furor di popolo - per inasprire le misure contro la prostituzione, firmò un’ordinanza che sanzionava la domanda piuttosto che l’offerta. Con il dispositivo in questione, il primo cittadino, pun-tava a punire gli automobilisti - clienti che si fermavano accanto ad una prostituta o pro-cedevano a rilento in modo da intralciare la circolazione. Chi non rispettava i divieti era soggetto a contravvenzione con un’ammenda da ottocento a mille euro.
I vigili urbani hanno elevato decine di multe ad automobilisti - ipotetici clienti, che han-no intralciato il traffico a ridosso dell’area archeologica, ma la zona di Villa dei Misteri, proprio all’uscita dello svincolo autostradale, è ancora territorio delle lucciole.
Lo dimostra l’operazione portata a termine, con successo, nel pomeriggio di ieri dai ca-rabinieri della caserma locale, coordinati dal capitano Luca Toti e dal luogotenente Vit-torio Manzo. In cella è finita una ventinovenne rumena, peraltro con diversi precedenti di polizia, che, oltre ad “esercitare”, pretendeva il “pizzo” dalle sue colleghe, minaccian-dole di morte.
Le professioniste del sesso a pagamento, stanche delle continue intimidazioni, hanno pensato bene di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. I militari hanno, a questo punto, cominciano a “monitorare” il territorio, fino a quando non hanno sorpreso l’indagata mentre inveiva contro una sua connazionale appena scesa dall’auto di un uo-mo, pretendendo di ricevere una parte dell’incasso della prestazione.
Una vicenda paradossale sotto molti punti di vista, che la dice lunga sullo stato di degra-do di una parte della città, che è quella maggiormente “toccata” dai visitatori italiani e stranieri.
Che fare per mettere fine a tutto questo? Polizia e carabinieri, la loro parte, la fanno, co-me dimostrano i fogli di via obbligatori e le altre misure che hanno colpito le prostitute non in regola con il permesso di soggiorno. Eppure, dopo i repulisti, le meretrici tornano al loro posto.
Bene ha fatto, in più di una occasione, il Delegato pontificio – Arcivescovo, Monsignor Carlo Liberati (che è uno che le cose non le manda a dire …) a puntare il dito contro questo ed altri aspetti della società che non sono certamente in linea con quella che do-vrebbe essere l’immagine di Pompei nel mondo.
Una maggiore attenzione al decoro, di certo, non avrebbe ripercussioni negative sui flus-si turistici ed anzi potrebbe persino migliorare le cose …


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