Il colosso asiatico sta entrando a grandi passi nel mercato delle rinnovabili, sia dal lato dell’offerta di tecnologie che per quanto riguarda la domanda interna. Ma quando un gigante si mette in moto i numeri in gioco diventano impressionanti. Su eolico e fotovoltaico gli obiettivi al 2020 sono rispettivamente di 150 e 20 GW.
L’editoriale di Gianni Silvestrini - (Qualenergia.it) La Cina delle rinnovabili continua a stupire, sia sul versante delle installazioni che su quello della produzione delle tecnologie verdi. Parliamo innanzitutto degli obbiettivi al 2020. Solo due anni fa erano stati proposti dei target di 30 GW per l’eolico e di 1,8 GW per il fotovoltaico. A maggio l’asticella è stata innalzata a 100 GW per il vento e 10 GW per il sole. Ma la destinazione di una parte dei 586 miliardi di dollari del pacchetto di stimolo all’economia proprio alle fonti rinnovabili ha fatto ulteriormente rivedere al rialzo le stime. Si parla ora di 150 GW per l’eolico e di 20 GW per il fotovoltaico. E non è detto che sia l’ultimo aumento. Perché intanto la realtà corre veloce.
Prendiamo il vento, dove si erano raggiunti i 6 GW cumulativi nel 2007. La cifra è raddoppiata lo scorso anno e con previsioni di 30 GW entro il 2010. In Cina tutto è gigantesco. Malgrado ciò, sorprendono le dimensioni delle mega fattorie del vento programmate. La prima da 10 GW è in costruzione a Jiuquan nella provincia di Gansu. Si tratta di una potenza 15 volte più elevata del più grande parco eolico in funzione oggi nel Mondo, quello di Horse Hollow in Texas da 735 MW e ben 200 volte maggiore di un grande parco eolico italiano.
Passando sul versante della produzione di aerogeneratori, è evidente un rapido recupero del terreno da parte delle industrie cinesi. Nel 2004, infatti, il 75% delle macchine eoliche veniva importato, mentre quest’anno la percentuale dovrebbe ridursi al 17% e ci si deve aspettare una prossima forte presenza sui mercati mondiali.
Esportazione che già avviene nel settore del solare dove le industrie cinesi mantengono una leadership. La vera sorpresa nel campo del fotovoltaico riguarda il versante delle installazioni che finora erano del tutto marginali sul territorio cinese. Grazie infatti all’introduzione di un incentivo di 2,94 $/W - pari al 50% del costo degli impianti fotovoltaici - si prevede un decollo del solare sugli edifici che potrebbe portare a una potenza di 1.000 MW entro il 2010-2011.
Ma le aziende più forti sono andate a cercarsi nuovi sbocchi, aprendo il fronte delle grandi centrali. Così nelle ultime settimane si è assistito a un continuo susseguirsi di annunci. Alle notizie che Guangdong Nuclear Power e Guodian avevano intenzione di realizzare centrali solari da 2-300 MW, sono seguite le dichiarazioni di ReneSola relative a una centrale da 500 MW nella provincia di Jiangsu. Infine, nei giorni scorsi, sono arrivati i proclami del gigante Suntech che punta a installare 4 impianti per complessivi 1.800 MW. Insomma, le sorprese dalla Cina non finiscono mai.
I motivi di questa corsa alle rinnovabili sono diversi. Le tecnologie verdi vengono viste come una straordinaria opportunità di crescita in uno dei mercati più promettenti dell’economia mondiale e contemporaneamente danno una risposta alla fame di energia del Paese. Per finire, rappresentano una buona carta da giocare al tavolo delle trattative sul clima, per poter dire: «stiamo facendo la nostra parte».
Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di QualEnergia
L’editoriale di Gianni Silvestrini - (Qualenergia.it) La Cina delle rinnovabili continua a stupire, sia sul versante delle installazioni che su quello della produzione delle tecnologie verdi. Parliamo innanzitutto degli obbiettivi al 2020. Solo due anni fa erano stati proposti dei target di 30 GW per l’eolico e di 1,8 GW per il fotovoltaico. A maggio l’asticella è stata innalzata a 100 GW per il vento e 10 GW per il sole. Ma la destinazione di una parte dei 586 miliardi di dollari del pacchetto di stimolo all’economia proprio alle fonti rinnovabili ha fatto ulteriormente rivedere al rialzo le stime. Si parla ora di 150 GW per l’eolico e di 20 GW per il fotovoltaico. E non è detto che sia l’ultimo aumento. Perché intanto la realtà corre veloce.Prendiamo il vento, dove si erano raggiunti i 6 GW cumulativi nel 2007. La cifra è raddoppiata lo scorso anno e con previsioni di 30 GW entro il 2010. In Cina tutto è gigantesco. Malgrado ciò, sorprendono le dimensioni delle mega fattorie del vento programmate. La prima da 10 GW è in costruzione a Jiuquan nella provincia di Gansu. Si tratta di una potenza 15 volte più elevata del più grande parco eolico in funzione oggi nel Mondo, quello di Horse Hollow in Texas da 735 MW e ben 200 volte maggiore di un grande parco eolico italiano.
Passando sul versante della produzione di aerogeneratori, è evidente un rapido recupero del terreno da parte delle industrie cinesi. Nel 2004, infatti, il 75% delle macchine eoliche veniva importato, mentre quest’anno la percentuale dovrebbe ridursi al 17% e ci si deve aspettare una prossima forte presenza sui mercati mondiali.
Esportazione che già avviene nel settore del solare dove le industrie cinesi mantengono una leadership. La vera sorpresa nel campo del fotovoltaico riguarda il versante delle installazioni che finora erano del tutto marginali sul territorio cinese. Grazie infatti all’introduzione di un incentivo di 2,94 $/W - pari al 50% del costo degli impianti fotovoltaici - si prevede un decollo del solare sugli edifici che potrebbe portare a una potenza di 1.000 MW entro il 2010-2011.
Ma le aziende più forti sono andate a cercarsi nuovi sbocchi, aprendo il fronte delle grandi centrali. Così nelle ultime settimane si è assistito a un continuo susseguirsi di annunci. Alle notizie che Guangdong Nuclear Power e Guodian avevano intenzione di realizzare centrali solari da 2-300 MW, sono seguite le dichiarazioni di ReneSola relative a una centrale da 500 MW nella provincia di Jiangsu. Infine, nei giorni scorsi, sono arrivati i proclami del gigante Suntech che punta a installare 4 impianti per complessivi 1.800 MW. Insomma, le sorprese dalla Cina non finiscono mai.
I motivi di questa corsa alle rinnovabili sono diversi. Le tecnologie verdi vengono viste come una straordinaria opportunità di crescita in uno dei mercati più promettenti dell’economia mondiale e contemporaneamente danno una risposta alla fame di energia del Paese. Per finire, rappresentano una buona carta da giocare al tavolo delle trattative sul clima, per poter dire: «stiamo facendo la nostra parte».
Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di QualEnergia
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