lunedì, maggio 04, 2009
Il mondo ha 40 milioni di poveri in più a causa della crisi economica mondiale

Radio Vaticana - La crescita dei prezzi dei beni alimentari ed energetici nel 2007 ha fatto aumentare di 40 milioni il numero di persone che soffre la fame. Proprio lo sviluppo dovrà essere uno dei temi fondanti del G8 che a luglio si svolgerà a L’Aquila. Così almeno chiede la Coalizione Italiana contro la Povertà che oggi a Roma ha organizzato il Civil G8 2009, per ribadire, appunto che la cooperazione allo sviluppo deve assumere un ruolo fondamentale nelle politiche di bilancio dei Paesi industrializzati. La crisi attuale, infatti, rischia di colpire maggiormente i poveri del pianeta. Alessandro Guarasci ha intervistato Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv, e Cecilia Brighi, responsabile della Cisl internazionale (ascolta).

D. – Sergio Marelli, che cosa vi aspettate da questo Meeting, in vista del G8 di luglio?


R. – Penso che 250 rappresentanti da oltre 40 Paesi abbiano i pari diritti, come le grandi star della pop music o i giovani che costituiranno il cosiddetto G8 dei giovani, per accedere alla stanza dei 'grandi'. Perché anche senza nascondere le nostre posizioni critiche, pensiamo di avere delle proposte concrete e di poter dare il nostro contributo per uscire da questa situazione molto difficile nella quale versa tutto il mondo.


D. – E’ realistico pensare oggi di aumentare l’aiuto allo sviluppo, in un momento di forte deficit per i bilanci?


R. – E’ sicuramente una sfida molto difficile. Intanto, non si può regredire come ha fatto il nostro Paese. Bisogna almeno mantenere i livelli degli scorsi anni, convinti del fatto che investire oggi per aiutare i Paesi poveri, significa investire sulla vera e unica possibile soluzione della crisi mondiale. Senza il loro contributo, senza il loro coinvolgimento non ci potrà essere soluzione a questa crisi finanziaria.


D. – Cecilia Brighi, Cisl internazionale, con l’aumentare della crisi stanno aumentando anche i casi di lavoro nero e sfruttamento di intere fasce di popolazione?


R. – Non solo lavoro nero, lavoro precario, lavoro nell’economia informale, ma soprattutto sta aumentando drammaticamente la disoccupazione in tutto il mondo: nei Paesi in via di sviluppo e anche nei Paesi di area Ocse.


D. – In Europa, ma anche negli Stati Uniti, comunque, bene o male, c’è un sistema di ammortizzatori sociali. Nei Paesi, invece, in via di sviluppo, che succede?


R. – Nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo non esiste una rete di ammortizzatori sociali, di protezione sociale, di pensioni, di assistenza. Chiediamo che questo possa essere messo in piedi, per esempio attraverso la costruzione di un grande fondo internazionale, attraverso la tassazione delle speculazioni finanziarie a breve e anche l’eliminazione dei 'paradisi fiscali', che possono portare risorse fiscali ai singoli Paesi. Questo permetterebbe di aiutare i Paesi in via di sviluppo a costruire una rete di protezione sociale e di assistenza. Poi chiediamo che le istituzioni finanziarie internazionali, i programmi di aiuto allo sviluppo, e il sostegno alle imprese che si internazionalizzano, prevedano il rispetto delle norme fondamentali del lavoro e dei diritti fondamentali, che sono sempre di più violati proprio anche con la scusa della crisi.


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa