domenica, maggio 24, 2009
Amnesty International ha chiesto oggi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (in particolare a Cina e Giappone) e ai paesi dell'Asean di attivarsi con urgenza per garantire il rilascio di Aung San Suu Kyi dalla prigione di Insein

Amnesty International - "Il governo di Myanmar deve liberare Aung San Suu Kyi una volta per tutte, senza condizioni e senza arresti domiciliari" - ha dichiarato Benjamin Zaracki, esperto di Amnesty sul paese. Aung San Suu Kyi e due sue collaboratrici arrestate con lei, Khin Khin Win e la figlia di quest'ultima, dovrebbero essere processate il 18 maggio in relazione a un episodio verificatosi all'inizio del mese, quando un cittadino statunitense attraversò a nuoto il lago di fronte all'abitazione della Nobel per la pace, trattenendovisi per due giorni. Le condizioni di salute di Aung San Suu Kyi sono peggiorate di recente. Il 7 maggio le forze di sicurezza hanno impedito al suo medico, Tin Myo Win, di visitarla. Quando poi è rientrato a casa, è stato arrestato e da allora si sono perse le sue tracce.

"Khin Khin Win, sua figlia e Tin Myo Win sono tra gli oltre 2100 prigionieri politici birmani a rischio di torture e altri maltrattamenti. Le condizioni detentive sono proibitive e mettono a rischio la salute dei prigionieri" - ha proseguito Zaracki.

"Se la comunità internazionale non assumerà una posizione chiara e univoca, il governo di Myanmar continuerà ad agire con un profondo disprezzo per i diritti umani. Ora più che mai il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e i paesi membri dell'Asean devono dire ai generali birmani che non potranno più agire impunemente" - ha concluso Zaracki.

Aung San Suu Kyi, leader del partito di opposizione "Lega nazionale per la democrazia", è stata privata della libertà per 13 degli ultimi 19 anni, buona parte dei quali trascorsi agli arresti domiciliari. La scadenza degli arresti domiciliari è fissata al 27 maggio.

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