martedì, aprile 28, 2009
Castelnuovo sarà la voce recitante. Cionfoli canterà le sue lettere. Sabato debutto a Napoli In 2500 hanno partecipato ai casting del coreografo Miseria.

La Stampa.it - Dunque l'effetto è garantito: la vita di Padre Pio diventa un musical. E il cast è un signor cast. Detta così, sembra la solita operazione furbetta, di quelle pensate apposta per raccogliere tanto pubblico e poca stima, rabberciate su due piedi per far cassa e tanti saluti a tutti. In realtà, dietro a Recital - Le canzoni di Padre Pio c'è una macchina organizzativa da fare invidia a tante altre, diretta da Giancarlo Amendola, che ha già prodotto anche i musical di Riccardo Cocciante. E le coreografie sono frutto delle intuizioni di Franco Miseria, uno dei più famosi coreografi italiani sin dai tempi del Fantastico televisivo.

Difatti, il suo nome ha attirato ai casting ben 2.500 aspiranti ballerini, dai quali è stato selezionato un corpo di ballo di sedici elementi che sarà una delle spine dorsali dello show. Tanto per capirci, Recital sarà un viaggio rispettoso e fedele nella vita del frate cappuccino che Giovanni Paolo II ha santificato nel 2002 dopo una lunga querelle che ha richiamato attenzione in tutto il mondo e paginate su ogni giornale. Si tratta, in poche parole, della sua biografia portata in scena con garbo, senza spettacolarizzazioni esasperate o facili cadute nello scandalismo purchessia. La chiamata alla Fede. Gli ostacoli. Le stimmate. L'enorme dedizione dei fedeli.

D'altronde la principale voce recitante sarà quella di Nino Castelnuovo, uno dei maestri del nostro teatro dall'alto di una carriera lunga più di mezzo secolo. A lui si affiancheranno Alessio Di Clemente e Maurizio Aiello, tutti impegnati a seguire un filo conduttore che, oltre a prosa, danza e musica, unisce anche proiezioni dei filmati originali di Padre Pio scelti in modo da fotografare i momenti decisivi della sua vita terrena. In più c'è la musica. Sul palco ci sarà una band niente male, composta da strumentisti che abitualmente suonano con Gianni Morandi e Massimo Ranieri e che sanno come mantenere alta la tensione durante un concerto (ossia Ezio Zaccagnini, Bob Masala, Alfredo Bochiccio, Riccardo Ciaramellari).

Però il punto d'attrazione della colonna sonora saranno i testi delle canzoni, tutti fedelmente tratti dall'Epistolario di Padre Pio e cantati quasi per intero da Giuseppe Cionfoli (con l'aggiunta di Tom Sinatra e Margary Signorino). Certo, Cionfoli ormai lo conoscono tutti: ora ha 57 anni, ma ne aveva trenta quando debuttò a Sanremo nel 1982 diventando uno dei casi più rumorosi della storia del Festival. Poi ritornò l'anno successivo e fece pure un'altra apparizione nel 1994 con la Squadra Italia. Aveva quasi concluso il noviziato, vestiva il saio dei frati cappuccini, era perfetto per suscitare scalpore e difatti ne suscitò moltissimo, arrivando addirittura a vendere mezzo milione di copie del suo primo ellepì.

Senz'altro, a dispetto delle facili critiche e pelose, Cionfoli qualche talento musicale ce l'ha e lo dimostra anche nel disco Le canzoni di Padre Pio vol. 1 che raccoglie i brani del recital e che sarà in distribuzione nei prossimi giorni. D'accordo è musica che ha connotati ben precisi e che non passerà mai sui grandi circuiti radiofonici. Però è strutturata egregiamente, arrangiata con bel mestiere e cantata con quello spirito leale e fedele che fa di Cionfoli un interprete degno di nota. Perciò sarà lui, oltre naturalmente a Nino Castelnuovo, il fulcro di questa sorta di musical atipico che debutta al Palapartenope di Napoli il 2 e 3 maggio e poi replica a Eboli il 16 maggio prima di preparare una lunga tournée in partenza alla fine dell'estate. Il cast si troverà domani a Fiuggi per le prove generali. E poi la parola passerà al pubblico, chiamato a valutare un esperimento che una volta tanto mescola gli ingredienti giusti per diventare un successo.

«Sulla sua tomba ho avuto l'ispirazione»
Milano - Insomma, rieccolo. Della sua gioventù, Giuseppe Cionfoli conserva senz'altro la grinta. Adesso che ha 57 anni parla come quando debuttò come Fra' Cionfoli al Festival di Sanremo e scatenò quel putiferio di polemiche che tutti ricordano: un frate all'Ariston, una specie di ossimoro. «Avevo fatto il noviziato indossando il saio per undici mesi», dice ora e poi precisa che ha sempre partecipato agli show tv «in ubbidienza», ossia con il permesso dei superiori che lui definisce «il foglio di via». Per farla breve, questo brindisino che non le manda a dire non è più frate, ha tre figli, si è sposato nell'88 con la figlia dell'autista e ora si gioca la carta del rilancio con il musical su Padre Pio che è forse l'operazione più complessa e prestigiosa di tutta la sua carriera.

Giuseppe Cionfoli, la sua sembra un'operazione fatta apposta per suscitare scalpore.
«Mi sono avvicinato a Padre Pio quando avevo 16 anni. Mi invitarono a fare una gita San Giovanni Rotondo ma non avevo le 4mila lire necessarie per andarci».
E poi?
«Mi avvicinai alle sue parole e successivamente volli diventare frate cappuccino come lui».
Lei però adesso non è più frate. E il suo abbandono è stata una vicenda complessa.

«Sono uscito definitivamente dall'Ordine nel 1988, poco prima di sposarmi. Mia moglie è la figlia dell'autista che mi accompagnava ai concerti e ho tre figli, Samuel, Vera e Consuelo. Ma la mia spiritualità non ne ha risentito: frate ero e frate sono rimasto. Ogni tanto mia moglie dice: vai un po' a riflettere in convento. E in effetti il chiostro mi manca».
Ma da civile che lavoro fa?
«Io sono pittore e scultore. E ho sempre continuato a esibirmi in pubblico, soprattutto d'estate. Però è difficile fare il cantante cantando Gesù Cristo».
Adesso la aspetta un debutto importante.
«Questa opera l'ha voluta Padre Pio».

Addirittura.
«Tre anni fa ho cantato sulla sua tomba. Ero a un bivio: volevo smettere di cantare, trovarmi un'altra sistemazione. Ma lì, appena ho cominciato, ho perso la cognizione del tempo e ho capito che avrei dovuto mettere in musica la sua Fede. Poi ero sicuro che Padre Pio mi avrebbe messo sulla strada giusta. E così è stato».


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