venerdì, marzo 06, 2009
Agenzia Misna - Nonostante i “grandi sforzi per rafforzare lo stato di diritto” profusi dall’amministrazione di Alvaro Uribe, in Colombia “continuano a verificarsi gravi violazioni dei diritti umani”: lo afferma l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani nel suo rapporto annuale sul paese andino, reiterando il suo allarme per “la preoccupante ed estesa” pratica delle esecuzioni arbitrarie di civili da parte dei militari. Nel documento di 55 pagine, presentato a Bogotá e rilanciato in stralci dalla stampa nazionale, sulla base di dati provenienti da fonti protette l’ufficio colombiano dell’Alto commissariato attesta l’esistenza di “reti incaricate di offrire alle vittime lavoro in comuni diversi dai loro centri di origine e di procurare loro mezzi per recarsi in questi luoghi dove poi venivano giustiziate e presentate come morti in combattimento”; si tratta dei casi conosciuti come ‘falsi positivi’, in riferimento al termine ‘positivi’ usato dai militari per indicare i guerriglieri uccisi negli scontri armati, che, sempre secondo il rapporto, sarebbero almeno 1100, negli ultimi tre anni. “Incentivi economici, giorni di riposo e meriti riconosciuti, senza controllo né supervisione, a coloro (i soldati, ndr) che hanno presentato ‘morti in combattimento’ potrebbero altresì favorire la ripetizione di questa pratica preoccupante” si legge ancora nel documento. Appena ieri, citato dal quotidiano ‘El Espectador’, il ministro della Difesa, Juan Manuel Santos, ha dichiarato che “da ottobre dello scorso anno a oggi non è stata presentata alcuna denuncia per i falsi positivi; ora quello che spetta alle autorità giudiziarie è che i casi avvenuti nel passato siano indagati e risolti”. Lo scandalo aveva portato nell’ottobre scorso alla rimozione di 27 membri dell’esercito, tra cui tre generali.


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