domenica, marzo 29, 2009
"Indignazione" è stata espressa dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile del Regional Norte 2 (Cnbb N2) in relazione alle minacce di morte ricevute, martedì scorso, da suor Marie Henriqueta Cavalcante, coordinatrice della locale commissione di Giustizia e Pace. Lo rende noto l’Osservatore Romano.

RadioVaticana - In una nota, firmata da suor Orlanda Rodrigues Alves, segretaria esecutiva del Regional Norte 2, la Cnbb e i suoi organismi di pastorale sociale affermano di considerare le minacce "come un atto disperato e un tentativo non solo di colpire la coordinatrice di Giustizia e Pace ma anche di far tacere la Chiesa davanti alla sua incessante lotta per la difesa della vita". Suor Marie Henriqueta Cavalcante, la commissione di cui è responsabile e i rappresentanti delle pastorali sociali della Conferenza episcopale stanno svolgendo, specialmente negli ultimi mesi, un ruolo essenziale nei procedimenti di denuncia relativi ai casi di abuso e sfruttamento sessuale ai danni di minori nello Stato del Pará. Casi che purtroppo - si sottolinea nel comunicato - "sono avvenuti con la partecipazione di persone influenti della nostra società". Ma le intimidazioni, giunte per telefono, non fermeranno la religiosa che "continua in maniera instancabile il suo impegno" anche nella Commissione parlamentare di inchiesta sulla pedofilia istituita dall'Assemblea legislativa del Pará. Gli organismi di pastorale sociale della Cnbb - si legge nella nota - "con il totale appoggio dei vescovi sosterranno sempre ogni legittima lotta intrapresa in difesa dei diritti umani. La Chiesa, fedele a Gesù Cristo "venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Giovanni, 10, 10), svolge un ruolo profetico nella difesa e nella promozione della vita, denunciando ogni forma di ingiustizia, specialmente quando essa è praticata da coloro che dovrebbero lottare in favore della giustizia". Le azioni della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile - scrive suor Orlanda Rodrigues Alves - "sono pensate a partire dalla Parola di Dio e dalla realtà costruita per gli uomini. La nostra pratica è regolata dal dialogo, dal rispetto e soprattutto dalla costante testimonianza, agendo pacificamente e credendo nella pace e nella costruzione di un mondo giusto ed egualitario". Il comunicato si conclude con la riaffermazione della scelta ecclesiale per i poveri, "difendendo la causa di coloro che nella nostra società più necessitano di giustizia". Una risposta all'appello della Conferenza di Aparecida là dove evidenzia che "i volti sofferenti dei poveri sono i volti sofferenti di Cristo". (S.C.)

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