Lo chiede la Corte suprema al governo dell’Orissa. Il pronunciamento critica anche la lentezza degli interventi dopo le prime violenze di agosto. Nello stesso giorno, nel carcere di Cuttack, la suora violentata il 25 agosto a K Nuagaon ha riconosciuto due dei suoi assalitori.
Bhubaneshwar (AsiaNews) - La Corte suprema dell’India ha chiesto al governo dell’Orissa di aumentare le misure di sicurezza a protezione dei cristiani ed espresso critiche all’amministrazione dello stato per il grave ritardo con cui è intervenuto dopo l’inizio del pogrom a fine agosto. Nello stesso giorno suor Meena Barwa, la religiosa rimasta vittima di uno stupro il 25 agosto, ha riconosciuto due persone che facevano parte del gruppo che l’ha violentata.
Il pronunciamento della Corte, avvenuto il 4 gennaio scorso, giunge in risposta ad una richiesta dell’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, mons. Raphael Cheenath, che si era rivolto alla Corte per ottenere garanzie sulla incolumità dei fedeli del distretto, sulla riabilitazione delle vittime delle violenze dei mesi scorsi e sulla ricostruzione degli edifici danneggiati o distrutti dagli estremisti indù.
Il pronunciamento della Corte è stato accolto con scetticismo da alcuni esponenti della comunità cattolica del Kandhamal. Chiedendo di rimanere anonimo, uno di essi ha ricordato l’inefficacia delle prese di posizione della Corte. L’invito fatto in ottobre al governo dell’Orissa di risarcire i cristiani dei danni, aiutarli nella ricostruzione e proteggerli è stato in gran parte disatteso.
L’interlocutore di AsiaNews afferma che “gli omicidi e gli incendi a Kandhamal sono proseguiti; ora con questa nuova direttiva siamo scettici sul miglioramento della situazione”. In merito ai fondi per la ricostruzione dice che la cifra è “appena sufficiente per ricostruire le case ma non per ricominciare a vivere con dignità. Siamo frustrati per la lentezza con sui procede la giustizia e il processo di riabilitazione”.
Ad oggi, dei circa 50mila cristiani fuggiti dalle proprie case e rifugiati nei campi di raccolta dell’area solo 2000 hanno fatto ritorno nei loro villaggi.
Positivo invece il commento dell’arcivescovo di Bhubaneswar per il quale "la Corte ha compreso bene la situazione del Kandhamal e la serietà del momento”.
Mons. Cheenath considera le affermazioni della Corte un segno della provvidenza con cui “il Signore vuole creare qualcosa di nuovo per il nostro popolo”. Parlando con AsiaNews il presule ha fatto notare la coincidenza tra il pronunciamento della corte e l’identificazione di due degli assalitori della giovane religiosa stuprata a K Nuagaon. Nel primo pomeriggio di lunedì 5 dicembre, suor Meena Barwa ha infatti riconosciuto due persone che facevano parte del gruppo dei violentatori.
Alle procedure di riconoscimento avvenute nella casa circondariale di Choudwar a Cuttack ha partecipato oltre alla religiosa delle ordine delle Servitrici anche padre Thomas Chellan, primo testimone della vicenda, che tuttavia non è stato in grado di indicare i responsabili della violenza tra gli 80 detenuti chiamati al confronto. Gli arrestati con l’accusa di aver partecipato alle violenze sono ad oggi dieci.
Bhubaneshwar (AsiaNews) - La Corte suprema dell’India ha chiesto al governo dell’Orissa di aumentare le misure di sicurezza a protezione dei cristiani ed espresso critiche all’amministrazione dello stato per il grave ritardo con cui è intervenuto dopo l’inizio del pogrom a fine agosto. Nello stesso giorno suor Meena Barwa, la religiosa rimasta vittima di uno stupro il 25 agosto, ha riconosciuto due persone che facevano parte del gruppo che l’ha violentata.Il pronunciamento della Corte, avvenuto il 4 gennaio scorso, giunge in risposta ad una richiesta dell’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, mons. Raphael Cheenath, che si era rivolto alla Corte per ottenere garanzie sulla incolumità dei fedeli del distretto, sulla riabilitazione delle vittime delle violenze dei mesi scorsi e sulla ricostruzione degli edifici danneggiati o distrutti dagli estremisti indù.
Il pronunciamento della Corte è stato accolto con scetticismo da alcuni esponenti della comunità cattolica del Kandhamal. Chiedendo di rimanere anonimo, uno di essi ha ricordato l’inefficacia delle prese di posizione della Corte. L’invito fatto in ottobre al governo dell’Orissa di risarcire i cristiani dei danni, aiutarli nella ricostruzione e proteggerli è stato in gran parte disatteso.
L’interlocutore di AsiaNews afferma che “gli omicidi e gli incendi a Kandhamal sono proseguiti; ora con questa nuova direttiva siamo scettici sul miglioramento della situazione”. In merito ai fondi per la ricostruzione dice che la cifra è “appena sufficiente per ricostruire le case ma non per ricominciare a vivere con dignità. Siamo frustrati per la lentezza con sui procede la giustizia e il processo di riabilitazione”.
Ad oggi, dei circa 50mila cristiani fuggiti dalle proprie case e rifugiati nei campi di raccolta dell’area solo 2000 hanno fatto ritorno nei loro villaggi.
Positivo invece il commento dell’arcivescovo di Bhubaneswar per il quale "la Corte ha compreso bene la situazione del Kandhamal e la serietà del momento”.
Mons. Cheenath considera le affermazioni della Corte un segno della provvidenza con cui “il Signore vuole creare qualcosa di nuovo per il nostro popolo”. Parlando con AsiaNews il presule ha fatto notare la coincidenza tra il pronunciamento della corte e l’identificazione di due degli assalitori della giovane religiosa stuprata a K Nuagaon. Nel primo pomeriggio di lunedì 5 dicembre, suor Meena Barwa ha infatti riconosciuto due persone che facevano parte del gruppo dei violentatori.
Alle procedure di riconoscimento avvenute nella casa circondariale di Choudwar a Cuttack ha partecipato oltre alla religiosa delle ordine delle Servitrici anche padre Thomas Chellan, primo testimone della vicenda, che tuttavia non è stato in grado di indicare i responsabili della violenza tra gli 80 detenuti chiamati al confronto. Gli arrestati con l’accusa di aver partecipato alle violenze sono ad oggi dieci.
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