sabato, gennaio 10, 2009
Agenzia Misna - Un piano di emergenza nazionale in aiuto di 10 milioni di keniani, rimasti esposti alla fame a causa della siccità e scarsa produzione, è stato deciso durante una riunione del Comitato per la sicurezza alimentare presieduto dal presidente Mwai Kibaki. Tra le persone che stanno soffrendo per insufficienza di cibo, si legge sul quotidiano Daily Nation che anticipa le decisioni prese dal Comitato, le più vulnerabili sono 1,5 milioni di bambini che pranzano grazie ai refettori delle scuole, 2,5 milioni di orfani e i malati, incluse le persone sieropositive o affette da sida/aids. Il governo ha deciso di importare 5 milioni di sacchi di mais per compensare la scarsa produzione dovuta alla siccità e alle violenze post-elettorali che costrinsero migliaia di contadini a lasciare i campi; ha inoltre autorizzato la rinuncia alle tasse di importazione di altri 5 milioni di sacchi di mais, per contenere i costi al dettaglio. Il programma di emergenza include misure per incentivare la produzione agricola: 15.000 tonnellate metriche di fertilizzanti saranno vendute ad agricoltori attraverso sussidi e 6000 tonnellate metriche a titolo gratuito ai contadini più poveri; altre 40.000 tonnellate metriche di fertilizzante sono state già ordinate in vista della nuova stagione agricola. Ridotto anche il costo delle sementi di 5 scellini per sacco da 5 chili, e saranno distribuite gratuitamente 25.000 tonnellate metriche di semi ai contadini nelle zone aride e semiaride del paese. La Croce Rossa internazionale conferma la grave situazione in Kenya, Etiopia e nel resto del Corno d’Africa, stimando la presenza complessivamente di 20 milioni di persone a rischio fame, in seguito a più fattori: principalmente la siccità, che ha provocato anche la moria del bestiame, ma non meno la carenza di cibo è imputabile alle peggiorate condizioni di sicurezza, più precisamente in Somalia.



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