venerdì, dicembre 12, 2008
Agenzia Misna - Un disegno di legge sulla ‘prevenzione e controllo della Sindrome da immunodeficienza acquisita (sida/aids)’ presentato in questi giorni dal governo e al vaglio delle commissioni parlamentari ha sollevato un acceso dibattito in Uganda, di cui riferisce oggi il ‘Daily Monitor’ in un lungo articolo in prima pagina. La normativa inserisce avanzate misure di tutela sanitaria e antidiscriminazione, mentre appare più controversa la decisione di introdurre la specifica di reato per la “trasmissione volontaria e intenzionale” della malattia e soprattutto la possibilità data ai medici di rivelare l’esito dei test diagnostici ai partner e coniugi delle persone sieropositive anche senza il loro consenso Tra gli aspetti di tutela sanitaria, il disegno di legge (Hiv and aids prevention and control bill 2008) stabilisce che ogni donna incinta sieropositiva abbia accesso ai medicinali antiretrovirali e sia sottoposta a cure che impediscono la trasmissione del virus al bambino; si richiedono inoltre test per i bambini nati da mamme sieropositive, garantendo cure per quelli risultati contagiati. Le misure antidiscriminazione includono il divieto ai datori di lavoro di chiedere il test sul viu/hiv dipendenti così come non possono negare l’assunzione a persone sieropositive o una promozione a incarichi per i quali sono qualificati, stabilendo una pena detentiva di cinque anni per i violatori. Anche le scuole e università non possono non accettare, discriminare o espellere studenti che siano sieropositivi o siano sospettati di esserlo. Più dibattute altre parti del provvedimento, che per la prima volta introduce il reato di contagio volontario, sull’esempio – dicono i sostenitori – di norme simili già adottate in Kenya, Sudafrica, Filippine e Cina. Secondo Stella Kentutsi del ‘Forum nazionale delle persone con viu-hiv’ questa criminalizzazione spingerà le persone sieropositive al silenzio, invece che a incoraggiarli a comunicare e affrontare il loro stato di salute, come si è fatto finora per la prevenzione, con il rischio di aumentare la trasmissione silenziosa della malattia. Criticato, inoltre, l’articolo che permetterebbe a un medico di avvertire i partner di persone risultate sieropositive se avesse motivo di credere che i partner sono in pericolo di contagio. Questa eventualità, sottolineano alcuni, si rivelerebbe molto controproducente alla causa delle prevenzione, tenendo lontano le persone dai test diagnostici. Il disegno di legge introduce inoltre il test obbligatorio per le persone condannate per reati legati alla tossicodipendenza e alla prostituzione e persone incriminate per violenza sessuale. La commissione parlamentare sulla sida/aids che sta esaminando il testo si è detta disposta ad accogliere le osservazioni dei gruppi delle società civile per eventuali emendamenti.


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