sabato, dicembre 06, 2008
Agenzia Misna - Una valutazione della crisi economica e sociale generata dai mutui ad ‘alto rischio’ americani non può prescindere da soluzioni ad altre crisi che già attraversavano il globo e al dovere di aiutare i paesi più poveri nella via di uno sviluppo il più delle volte ostacolato dalle stesse nazioni del Nord del mondo: è stato questo il punto sul quale hanno concordato i premi Nobel per la pace riuniti a Danzica, in Polonia, per festeggiare il 25° anniversario della consegna del riconoscimento a Lech Walesa, il fondatore del sindacato Solidarnosc che aprì le porte a un periodo di cambiamenti in Polonia e nell’est Europa. “Occorrono grandi riforme e ci sono organismi come l’Unione Europea che possono realizzarle” ha detto Walesa aggiungendo che le soluzioni devono passare attraverso “la redistribuzione delle risorse e il sostegno ai paesi più deboli”. Della necessità di interventi profondi e concreti ha parlato l’argentino Adolfo Peréz Esquivel: “Bisogna riformare il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e l’Onu” ha detto il Nobel per la Pace del 1980. Per l’ex-presidente sudafricano Frederik Willem de Klerk “il mondo dovrebbe inoltre dare una mano all’Africa, impegnando risorse anche nel campo dei diritti umani”. L’economista del Bangladesh Muhammad Yunus ha infine avvertito del rischio che la crisi finanziaria distragga da crisi più profonde e ‘antiche’: “Quella che ci viene indicata come crisi finanziaria è solo l’aspetto più appariscente di una serie di crisi aggravatesi nel 2008: ricordate la crisi alimentare? È ancora lì, come quella energetica. È un problema di strutture molto più ampio - ha concluso - che riguarda gli stili di vita, la produzione di cibo, la tecnologia, i prezzi, la globalizzazione, le tariffe; un problema globale da affrontare in maniera globale”.

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