L'esercito si beffa della guerriglia e riporta a casa Ingrid Betancourt, i 3 soldati Usa e 11 agenti delle forze dell'ordine.Peacereporter - “Quando ci hanno fatto salire sull’ elicottero eravamo molto frustrati perché ci avevano messo una specie di manette. Io non volevo neppure parlare con quella gente, volevano aiutarmi con il bagaglio e gli ho detto di no. Eravamo indignati e umiliati. Sull’elicottero volevano farci mettere una giacchetta bianca perché stavamo andando in una zona fredda, io mi sono rifiutata. Poi hanno chiuso le porte dell’elicottero e ci siamo alzati dal suolo e a quel punto è accaduto qualche cosa che non capivo. il comandante che per 4 anni ci ha tenuti prigionieri era a terra, con gli occhi bendati. Poi, il capo dell’operazione ha detto: siamo l’esercito nazionale, siete liberi. L’elicottero quasi cade, per i salti e le grida gli abbracci il pianto, non potevamo crederlo”. Così racconta Ingrid Betancourt l’operazione Jaque, ossia scacco, con la quale è stata liberata insieme ai tre prigionieri statunitensi e a 11 tra poliziotti e militari.
Piano da 007. L’operazione Jaque è stato un ingegnoso piano di intelligence che non sfigurerebbe in un film hollywoodiano. Attraverso alcuni infiltrati nella guerriglia, l’esercito è riuscito a far credere ai guerriglieri incaricati della custodia dei sequestrati che Alfonso Cano, nuovo capo delle Farc, voleva riunire tutti i prigionieri nel suo accampamento per poi realizzare uno scambio umanitario con il governo. Un gruppo di militari camuffati da guerriglieri è quindi arrivato con un elicottero per trasportare i sequestrati e i due comandanti dell’accampamento: Cesar e Enrique Gafas. Una volta nell’elicottero i militari hanno disarmato e immobilizzato i guerriglieri, come la stessa Ingrid ha raccontato.
Il volto della sequestreta più famosa del mondo. Ingrid Betancourt che è atterrata ieri sera a Bogotà colpisce. Magrissima, ma forte, coerente e diretta, con un sorriso brillante e gli occhi umidi, ma vivi e curiosi. Una figura dirompente che sembra da oggi stesso aver ripreso la campagna elettorale lasciata quasi 7 anni fa. In Colombia esiste una storia fatta di uomini politici che arrivano all’apice della loro carriera dopo un sequestro, per esempio l’ex presidente Pastrana o l’attuale vice presidente Francisco Santos. La stessa Ingrid ha risposto con un “chissà” alla domanda sul suo futuro politico e ha aggiunto che ora lei ha un “dottorato in Farc”. Dall’operazione esce fortissimo il ministro della difesa Juan Manuel Santos che dopo i colpi e le vittorie militari contro le Farc aggiunge ora una operazione di altissimo livello, conclusa senza nessuno spargimento di sangue, tanto da meritare l’applauso anche di Human Rights Watch, che in passato non ha mai risparmiato critiche al governo.
Ovviamente si rafforza ulteriormente la figura del presidente che si lancia con piena forza verso un terzo mandato. Il clamore mediatico della liberazione di Ingrid farà passare probabilmente in secondo piano scandali e problemi legali del presidente. Però Ingrid continua a riempire gli schermi di tutto il mondo potrebbe essere una valida avversaria, dato che il suo indice di popolarità è rimasto sempre molto alto durante tutta la sua prigionia. Quindi paradossalmente la più grande vittoria del governo Uribe potrebbe anche essere l’inizio della corsa alla presidenza della sua più accreditata rivale.
La crisi della guerriglia. Le Farc ricevono invece l’ennesimo duro colpo e cominciano la gestione di Alfonso Cano raggirati come principianti. Ingrid ha raccontato in conferenza stampa che da qualche mese scarseggiavano le provviste nell’accampamento, il cibo era sempre lo stesso e anche cose comuni come gli stivali dovevano essere riparati alla buona, in quanto non ne arrivavano di nuovi. Questo conferma una crisi nella logistica del gruppo guerrigliero più antico e grande del mondo. I sequestrati liberati ieri erano stati catturati 10, 8 o 6 anni fa, quando la situazione era ben differente e la guerriglia stava inanellando una serie impressionante di vittorie militari. Oggi il gruppo rivoluzionario pare in ritirata di fronte ad una offensiva senza precedenti dello stato. Non ci sono dubbi che una operazione come la Jaque è stata possibile solo grazie ad una meticolosa operazione di infiltrazione nel gruppo guerrigliero e grazie al fatto che la guerriglia non ha più fiducia nei suoi mezzi di comunicazione e si affida di nuovo ai corrieri umani. L’esercito ha approfittato di questa debolezza nelle comunicazioni per ingannare i guerriglieri incaricati della custodia dei sequestrati.
La sveglia. Restano nella selva una trentina di prigionieri politici, quasi tutti militari e oltre 700 che appartengono al cosiddetto gruppo dei sequestri estorsivi. Ora che Ingrid è libera e i riflettori internazionali si allontaneranno necessariamente il loro dramma rischia di essere dimenticato dal mondo intero. Marleny Orjuela direttrice di Asfamipaz, associazione delle famiglie dei militari sequestrati, si è dichiarata molto felice per la liberazione dei sequestrati, ma ha aggiunto: “Non saremmo tutti molto più felici se si realizzasse un accordo umanitario tra lo stato e le Farc?”. Alle 11, ormai notte fonda, il presidente si è finalmente incontrato con i sequestrati e hanno partecipato insieme a una conferenza stampa. Ingrid ha nuovamente raccontato la liberazione, ringraziato il presidente e le forze armate, e in quel momento è stata interrotta da una sveglia del suo orologio. Si è interrotta e commossa ha commentato: “Questa è la sveglia che mettevo da sei anni per potermi svegliare e ascoltare il messaggio che mia madre mi mandava tutti i giorni attraverso la radio.”
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