sabato, giugno 21, 2008

Secondo i dati della polizia, presentati nei giorni scorsi, lo scorso anno 33.093 giapponesi si sono tolti la vita. Si tratta del decimo anno consecutivo in cui il tasso di suicidi supera le 30mila unità, mentre aumenta l’uso dei pesticidi per avvelenarsi.

Tokyo, Giappone (AsiaNews) – Nel corso del 2007, 33.093 giapponesi si sono tolti la vita. Si tratta del decimo anno consecutivo in cui il tasso di suicidi supera le 30mila unità, nonostante la campagna governativa che da cinque anni tenta di ridurre la percentuali, una delle più alte al mondo.

La denuncia viene dal rapporto annuale della Polizia, che sottolinea come i dati relativi al 2007 siano molto vicini al picco più alto mai raggiunto nel Paese, i 34.427 suicidi avvenuti nel 2003. Le cause dell’estremo gesto, si legge nel testo, sono per la maggior parte debiti, problemi familiari, depressione o problemi di salute. Inoltre, i funzionari di pubblica sicurezza puntano il dito contro le “nuove modalità di suicidio” apparse negli ultimi tre anni. Oltre alle impiccagioni ed al rituale trapasso con la spada, in un certo senso “accettati” nella mentalità giapponese, aumentano infatti le morti causate dall’inalazione di gas velenosi. La procedura, per la quale bastano dei detergenti comuni, viene spiegata in molti siti internet che invitano le persone al suicidio.

Nobutaka Machimura, portavoce del governo nipponico, commenta: “Questa situazione è estremamente preoccupante, e va avanti da troppo tempo. È un problema molto difficile da combattere, ma stiamo cercando di fare tutto il possibile”.

La cultura giapponese non incoraggia il suicidio: semplicemente, non ne fa un tabù. Se il suicidio viene praticato in maniera onorevole, una persona in difficoltà vede in esso un paracadute, un modo per ripulirsi la coscienza. In diversi forum frequentati da giovani studenti si legge infatti una reprimenda contro i suicidi commessi con i gas, che “non permettono di mantenere il corpo in una posizione dignitosa per il momento del ritrovamento”.

Negli ultimi anni, per la prima volta, il governo ha definito il suicidio (che viene coperto dalle assicurazioni nazionali) “un problema serio” e sembra intenzionato ad intervenire: dal gennaio 2002, il ministero del Lavoro distribuisce in tutte le aziende un libretto di 38 pagine che fornisce le direttive per i dirigenti, al fine di identificare e aiutare i lavoratori con tendenze suicide. Le misure non sembrano però essere sufficienti, dato che il suicidio rimane una delle cause di morte più frequenti in Giappone.


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